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Achille Torelli
I mariti

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  • ATTO QUINTO
    • SCENA ULTIMA Emma sola, poi Fabio dalla sinistra.
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SCENA ULTIMA

Emma sola, poi Fabio dalla sinistra.

EMMA Una vena di pazzia ce l'ha da avere Rita! - Ma, a proposito di Fabio... dove è andato?... Volevo vedere Alfredo... ma Sofia ha detto che... V'anderò piú tardi... Vorrei sapere adesso che n'è di mio marito!... (Entra Fabio) Oh! finalmente! Mi fate giocare a gatta cieca, signor mio!

FABIO (occupatissimo nell'osservare alcune carte) Oh cara... Cosa ti faccio?...

EMMA Per trovarvi non si sa piú come fare... Non vi si vede piú...

FABIO Scendevo proprio in questo momento... (Osservando le carte) Che sei salita a fare? (Passeggia).

EMMA (andandogli dietro tutta carezzevole) Son salita... son salita... perché mi seccavo a star sola... Mi secco a star sola... Hai capito? mi secco!

FABIO Ti secchi, ho capito... (come sopra).

EMMA E poi quella mia camera da letto e quel mio salottino mi sono venuti in uggia... non so perché... Ma è cosí. Ti fermi? non mi far stancare!

FABIO , scusa... Che vuoi?

EMMA Voglio che tu ti segga: sei piú alto di me, e non ci arrivo...

FABIO Non ci arrivi? Dove?

EMMA Al livello dei tuoi occhi...

FABIO O che bisogno c'è del livello?... (Sorride).

EMMA Mi guardi dall'alto, è vero, sei cosí grande tu, e io son cosí poca cosa!...

FABIO (con grazia) Ma cosa dice; lei è tutto... lei sta in in cima ai miei pensieri... e quindi io sono d'un tanto al disotto di lei...

EMMA Ma ti siedi o non ti siedi?

FABIO , cara. (Seggono. Egli torna ad occuparsi delle carte). Dunque, dicevamo...

EMMA (da sé) (Bisogna convenire: è simpatico mio marito!) (Guardandolo e non pensando ad altro) Cosa dicevamo

FABIO Brava! della tua stanza... che so!...

EMMA Ah , ti dicevo che mi è venuta in uggia; non ci sto piú volentieri, quando poi non ci sei, mi par proprio messa senza gusto quella camera; e per questo...

FABIO (come sopra) Di', di' pure.

EMMA (strappandogli di mano le carte) Ma stammi a sentire... e lascia quelle carte...

FABIO No! no! per carità... che son documenti del Cinquecento...

EMMA Importa assai a me del Cinquecento: ci son qui io che valgo, debbo valere per te, il Cinquecento, il Seicento e l'Ottocento!

FABIO Tu vali per me tutti i secoli, cioè l'infinito!

EMMA E se è cosí, quando io ti parlo, i tuoi occhi non hanno da fare un'altra cosa, ma da stare ben fissi nei miei...

FABIO I tuoi son tanto cari, che non ci perdo davvero... Cosí?

EMMA Mo' va bene! (Abbassando pudicamente i suoi).

FABIO Brava, ora va bene! abbassi i tuoi!

EMMA (vorrebbe levare il tavolino che li divide) Ma questo tavolino qui, di mezzo, non si sa perché... Vieni da quest'altra parte...

FABIO Ma se tu sapessi quanto ho da fare...

EMMA Oh Dio, vieni da questa parte qui; e non fare il prezioso!

FABIO (alzandosi) (La donna! È divina, ma la sua missione è proprio quella di assorbir l'uomo; e chi ha detto diversamente, l'ha sbagliata!) Eccoci qui (piglia una sedia e le siede accanto).

EMMA Oh dio lodato...

FABIO Te deum! - Dunque?

EMMA (ravviandogli indietro i capelli) Dunque, se invece di quelle dorature della mia camera cosí pesanti, si potesse... cambiare e... (apre il portaritratti dell'orologio di lui). Ce l'hai sempre, non è vero?

FABIO Il tuo ritratto? Sfido!

EMMA Se, per esempio, invece di quella tappezzeria e di quel pesante rococò, i mobili fossero di un bel legno di rosa, semplice semplice...

FABIO Bagattella!

EMMA Un parato di stoffa bianca con una cornice d'un pallido celeste...

FABIO Rifar tutto, ho capito...

EMMA No, no, modificare! Ma già io parlo per non saper che dire; bisognerebbe spender troppo e...

FABIO Potremmo contentarvi economicamente, se mai!

EMMA Ecco: se mai, economicamente; è quel che dicevo...

FABIO E intanto che si rifà la camera dove dormiamo?

EMMA Un'idea, una magnifica idea!

FABIO Sentiamo la magnifica idea!

EMMA Si va a passare alcuni giorni a Castelletto! Che ne dici? Il mio Castelletto che è cosí caro!

FABIO Ma ci fa freddo, sai!

EMMA Accenderemo il caminetto! E poi Castelletto è bello d'ogni stagione. Oh! il mio viale delle querce... Ci andremo a passeggiare...

FABIO Quando farà bel tempo...

EMMA S'intende! - E il ruscello!

FABIO Non lo troverai!

EMMA Come! me l'hanno rubato?

FABIO No, sarà gelato!

EMMA Ah! è vero...

FABIO Se ti rassegni a non trovarlo...

EMMA E mi rassegno, sfido! E la mia povera Ghita, la mia sorella di latte... E i fiori!... Sedersi in mezzo ai fiori...

FABIO Ecco un'altra rassegnazione che t'attende!

EMMA Ci saran sempre quelli delle stufe!

FABIO E ci sederemo in mezzo alle stufe!

EMMA Non scherzare, tu non ami Castelletto...

FABIO Me ne guarderei bene...

EMMA E perché mi canzoni adesso?

FABIO No, cara, non ti canzono; amo Castelletto, ma amo anche il mio tribunale!

EMMA Ah, hai ragione; non ci andiamo piú!...

FABIO No, andiamoci; solamente io dovrò venire a Napoli all'alba e ritornerò col treno delle quattro sino ad Angri...

EMMA Ma già, io ti accompagnerò sino all'uscita della selva...

FABIO All'alba?

EMMA Ma , che mi farà bene l'alzarmi presto! - Poi verrò col mio lavoro ad aspettarti al Poggio; la carrozza. t'aspetta alla stazione; passando, mi pigli con te in carrozza e si torna su insieme...

FABIO Ma tu escludi assolutamente il freddo, la pioggia, l'inverno...

EMMA Auf! - Aspetterò dietro la finestra...

FABIO Transigiamo per la finestra...

EMMA Dunque è stabilito? - Ci si va?

FABIO Ci si va.

EMMA Quando? Oggi?

FABIO Che fretta! Non t'hanno invitato per un ballo, stasera?

EMMA , ma mi annoia... mi forzeranno a ballare... e...

FABIO T'è venuto in uggia anche il ballare?

EMMA No... piace... quando se ne ha voglia... e per ora non n'ho piú... ecco! (Ride). E poi, poi, Alfredo è indisposto... A proposito, non ho visto ancora Alfredo...

FABIO Va', va', che ti aspetto e si discende insieme.

EMMA Addio!

FABIO Addio (si rimette allo studio delle sue carte).

 

Emma sull'uscio si volta: è confusa, vorrebbe dir qualche cosa e non ardisce, poi ride e si nasconde la faccia fra le mani.

 

FABIO (alzando gli occhi) Cos'è? Non vai?

EMMA ... ma prima... volevo dirti...

FABIO Ancora?

EMMA Te lo dirò un'altra volta...

FABIO E tu dimmelo un'altra volta! (Legge).

EMMA Ma no!... Guarda... è meglio... dirtelo adesso...

FABIO E tu dimmelo adesso!

EMMA Però...

FABIO O cos'hai stamane?

EMMA Vieni qui!

FABIO Ancora? Ho tanto da fare, Emma benedetta! (Si alza). Sentiamo...

EMMA Non so se sai... che (si guarda le unghie) stamane c'è stato il Bruni da me...

FABIO Il dottore?

EMMA ... mi sentivo...

FABIO Oh dio! stai male?...

EMMA No! no! che paura? non ti spaventare! Te lo dico?... Te lo dico?...

FABIO E quando! Che a momenti mi... (Emma gli si accosta all'orecchio e gli mormora due parole; egli un grido di gioia). Davvero?

EMMA Davvero! (Nasconde la faccia nel petto di Fabio che la bacia e l'abbraccia).




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