[Cesare finge dolore e tratta accordo
col pontefice]
Ma l'imperatore, ricevuto aviso del sacco
di Roma e della prigionia del papa, diede molti segni di grandissimo dolore e
ne fece dimostrazione col far immediate cessar dalle solenni feste che si
facevano in Vagliadolid per essergli nato il figliuolo a 21 di quel medesimo
mese; con le qual apparenze averebbe fatto fede al mondo di pietà e religione,
se insieme con quelle avesse immediate commandato almeno la liberazione della
persona del papa. Ma il mondo, che vidde restar prigione il pontefice ancora 6
mesi, s'accorse quanta differenzia sia dalla verità all'apparenza.
Fu dato immediate principio a trattar
dell'accommodamento e liberazione del pontefice, e voleva l'imperatore che
fosse condotto in Spagna, giudicando, come veramente sarebbe stato, sua gran
riputazione se d'Italia in 2 anni fossero stati condotti in Spagna doi cosí
gran prigioni, un re di Francia et un pontefice romano. Ma perché tutta Spagna
e specialmente i prelati detestavano di veder con gli occhi una tanta ignominia
della cristianità, che fosse menato là prigione chi rappresentava la persona di
Cristo, cessò da questa pretensione, avendo anco considerazione di non
concitarsi troppo grand'invidia et irritar l'animo del re d'Inghilterra, del
quale temeva molto, quando l'avesse constretto a congiongersi piú strettamente
di quel che era congionto, per la pace publicata nell'agosto, col re di
Francia, il qual aveva già mandato un potente essercito in Italia et ottenuto
diverse vittorie in Lombardia. Concesse pertanto in fine dell'anno l'imperatore
che il pontefice fosse liberato con questa condizione, che non gli fosse
contrario nelle cose di Milano e Napoli, e per sicurità di ciò gli mettesse in
mano Ostia, Civitavecchia, Civita Castellana e la rocca di Forlí, e statichi
Ippolito et Alessandro suoi nepoti; gli concedesse la cruciata in Spagna et una
decima delle entrate ecclesiastiche di tutti i suoi regni. Conclusa la
liberazione e ricevuta facoltà di partir di Castello il dí 9 decembre, non si
fidò d'aspettar quel tempo, ma ne uscí la notte degli 8 con poca scorta in
abito di mercante, e si ritirò immediate a Monte Fiascone, e poco fermatosi, di
là passò ad Orvieto.
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