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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro primo
    • [Cesare intima una dieta in Augusta]
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[Cesare intima una dieta in Augusta]

Si fecero in Bologna tutti gli atti e solite ceremonie della coronazione, alla quale fu dato compimento il 24 febraro, e Cesare, risoluto di passar personalmente in Germania per metter fine a quei disordeni, intimò la dieta imperiale in Augusta per li 8 aprile, e nel marzo si pose in viaggio.

Partí l'imperatore da Bologna con questa ferma risoluzione, di operare nella dieta con l'autorità e con l'imperio , che i prencipi separati ritornassero all'obedienza della Chiesa romana, e proibir le prediche e libri della rinovata dottrina; et il pontefice gli diede in compagnia il cardinal Campeggio, come legato, che lo seguisse nella dieta. Mandò ancora Pietro Paulo Vergerio noncio al re Ferdinando, dandogli instruzzione di operare con lui che nella dieta non si disputasse, né si deliberasse cosa alcuna della religione, né meno si risolvesse di far concilio in Germania a questo effetto, e per aver questo prencipe favorevole, il quale, come fratello di Cesare e che era stato tanti anni in Germania, pensava che dovesse poter molto, gli concesse di poter cavar una contribuzione dal clero di Germania per la guerra contra i turchi e di potersi anco valere delli ori et argenti deputati ad ornamento delle chiese.

Alla dieta arrivarono quasi tutti i prencipi inanzi Cesare, il qual vi gionse a' 13 di giugno, vigilia della festa del Corpus Domini, et intervenne alla processione il giorno seguente, non avendo però potuto ottenere che i prencipi protestanti si contentassero d'esser presenti, la qual cosa essendo sentita con estremo dispiacere dal legato per il pregiudicio fatto al pontefice con quella (diceva egli) contumacia, per superar questo passo e far intervenire alle ceremonie della Chiesa romana i protestanti, fu autore che Cesare, 8 giorni doppo, dovendosi dar principio alla radunanza, ordinò all'elettore di Sassonia che portasse la spada inanzi, secondo il suo ufficio, nell'andar e star alla messa. All'elettore pareva di contravenir alla professione sua se condescendeva, e di perder la dignità sua ricusando, avendo presentito che sopra la sua repugnanza Cesare era per dar l'onore ad un altro. Ma fu consegliato da' suoi teologi, discepoli di Lutero, che senza alcun'offesa della sua conscienzia poteva farlo, intervenendo come ad una ceremonia civile, non come a religiosa, con l'essempio del profeta Eliseo, il qual non ebbe per inconveniente che il capitano della milizia di Soria, convertito alla vera religione, s'inclinasse nel tempio dell'idolo quando s'inclinava il re, appoggiato sopra il suo braccio. Conseglio che da altri non era approvato, potendosi da quello concludere che ad ogni uno fosse lecito intervenire a tutti i riti d'altra religione come a ceremonie civili, non mancando a qual si voglia persona raggione di necessità, overo utilità, che l'induca all'intervento. Ma altri, approvando il conseglio e la deliberazione dell'elettore, concludevano appresso che se i nuovi dottori avessero usato per il passato et usassero all'avvenire questa ragione, in molte occasioni non sarebbe aperta la porta a diversi inconvenienti, dovendo con quell'essempio esser lecito a ciascuno, per conservar la dignità propria o lo stato suo o la grazia del suo signore o d'altra persona eminente, non ricusar di prestar assistenza a qualonque azzione alla quale, se ben gli altri intervenissero come ad atto religioso, esso vi assistesse come a cosa civile.

In quella messa, inanzi l'offertorio, fece un'orazione latina Vicenzo Pimpinello, arcivescovo di Rosano, noncio apostolico, nella quale non parlò ponto di cosa alcuna spirituale o religiosa, ma solo rimproverò alla Germania l'aver sopportato tanti mali da' turchi senza vindicarsi, e con molti essempi de' capitani antichi della republica romana gli essortò alla guerra contra loro; il disavantaggio della Germania disse essere perché i turchi ubedivano a un solo prencipe, dove in Germania molti non rendevano obedienzia; che i turchi vivono in una religione et i germani ogni giorno ne fabricano di nuove e si ridono della vecchia come rancida; gli riprese che volendo far mutazione di fede, non avessero cercato almeno una piú santa e piú prudente; che imitando Scipion Nasica, Catone, il popolo romano et i loro maggiori, averebbono osservato la catolica religione; gli essortò finalmente a lasciar quelle novità et attender alla guerra.

Nel primo consesso della dieta il cardinal Campeggio legato presentò le lettere della sua legazione, e fece un'orazione latina nel convento in presenzia di Cesare, la sostanza della quale fu che, delle tante sette le quali in quel tempo regnavano, la causa era la carità e benevolenzia estinta; che la mutazione della dottrina e de' riti aveva non solo lacerata la Chiesa, ma orribilmente destrutto ogni polizia. Al qual male per rimediare, i pontefici passati avendo mandato legazioni alle diete e non essendosi fatto frutto, Clemente aveva inviato lui per essortar, consegliar et operar quel tutto che avesse potuto per restituir la religione; e lodato l'imperatore, essortò tutti ad ubedire quello che ordinerà e risolverà nelle cause della religione et intorno gli articoli della fede. Essortò alla guerra contra turchi, promettendo che il papa non perdonerà alla spesa per aiutargli. Gli pregò per amor di Cristo, per la salute della patria e loro propria, che deposti gli errori, attendessero a liberar la Germania e tutto 'l cristianesmo; che cosí facendo il papa, successor di san Pietro, gli dava la benedizzione.

 

 




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