[Cesare conosce la necessità del
concilio e lo richiede a Clemente]
In Germania si negoziò la concordia de'
protestanti con gli altri dalli elettori di Mogonza e palatino, e molte
scritture furono fatte e mutate, perché non davano intiera sodisfazzione né
all'una né all'altra parte. Il che fece venir Cesare in resoluzione che 'l
concilio fusse sommamente necessario, e conferita la sua deliberazione col re
di Francia, mandò uomo in posta a Roma per trattarne col pontefice e col
collegio de' cardinali. Non faceva l'imperatore capitale di luogo prescritto né
di altra condizione speciale, purché la Germania restasse sodisfatta, sí che i
protestanti vi intervenissero e sottomettessero; la qual sodisfazzione il re
ancora diceva esser giusta e s'offeriva per coadiuvare. Fu esposta l'ambasciata
al pontefice in questi termini: che avendo tentato l'imperatore ogni altra via
per riunire i protestanti alla Chiesa, avendo adoperato l'imperio, le minaccie,
gli ufficii et il mezo della giustizia ancora, non restando piú se non o la
guerra o il concilio, né potendo venir alle arme, poiché le preparazioni che
faceva il turco contra lui lo proibivano, era necessitato ricorrere all'altro
partito, e però pregar la Sua Santità che, imitando i suoi predecessori, si contentasse
di conceder un concilio al quale i protestanti non facessero difficoltà di
sottomettersi, avendo loro piú volte offerto di star alla determinazione d'uno
libero, nel quale debbiano esser giudici persone non interessate.
Il papa, che in modo alcuno non voleva
concilio, udita la ricchiesta, non potendo darvi aperta negativa, acconsentí,
ma in modo che sapeva che non sarebbe accettato. Propose per luogo una delle
città dello Stato ecclesiastico, nominando Bologna, Parma overo Piacenza, città
capaci di ricever una moltitudine et opulenti per nodrirla e d'aria salubre e
con territorio amplo circostante, dove i protestanti non dovevano far
difficoltà d'andare per dover esser uditi; a quali egli averebbe dato pieno et
ampio salvocondotto, e si sarebbe trovato ancora in persona, acciò le cose
fussero trattate con pace cristiana e non fusse fatto torto ad alcuno. Non
poter in alcun modo consentire di celebrarlo in Germania, perché l'Italia non
comportarebbe d'esser posposta, e la Spagna e Francia, che nelle cose
ecclesiastiche cedono all'Italia per la prerogativa del pontificato che è
proprio di quella, non vorrebbono ceder alla Germania, e sarebbe poco stimata
l'autorità di quel concilio dove vi fussero soli tedeschi e pochi d'altra
nazione, perché indubitatamente italiani, francesi e spagnoli non
s'indurrebbono ad andarvi. La medicina non si mette nella potestà dell'infermo,
ma del medico; per il che la Germania, corrotta per la moltiplicità e varietà
delle nuove opinioni, non potrebbe dare in questa materia buon giudicio come
l'Italia, Francia e Spagna che sono ancora incorrotte e perseverano tutte
intiere nella soggezzione della Sede apostolica, la quale è madre e maestra di
tutti i cristiani. Quanto al modo di definire le cose in concilio, diceva il
pontefice non esser necessario trattar altro, non potendo in questo nascere
difficoltà, se non si voleva far una nuova forma di concilio, non piú nella
Chiesa usata: esser cosa chiara che nel concilio non hanno voto se non i
vescovi, per dritto del canone, e gli abbati, per consuetudine, et alcuni altri
per privilegio ponteficio; gli altri, che pretendono esser uditi, debbono
sottomettersi alla determinazione di questi, facendosi ogni decreto per nome
della sinodo, se il papa non interviene in persona; ché essendovi la sua
presenza, ogni decreto si spedisce sotto suo nome, con la sola approbazione de'
padri della sinodo. I cardinali ancora parlavano nell'istesso tenore, sempre
però interponendo qualche ragione a mostrare che 'l concilio non era
necessario, stante la determinazione di Leone, la qual essequendo, tutto
sarebbe rimediato: e chi ricusa di rimettersi alla determinazione del papa,
massime seguita col conseglio de' cardinali, maggiormente sprezzarà ogni
decreto conciliare. Vedersi chiaro che i protestanti non chiamano concilio, se
non per interpor tempo all'essecuzione dell'editto di Vormazia: perché sanno
bene che il concilio non potrà far altro che approvare quello che Leone ha
terminato, se non vorrà esser conciliabolo, come tutti quelli che si sono scostati
dalla dottrina et ubedienzia pontificia.
L'ambasciator cesareo, per trovar
temperamento, ebbe molti congressi col pontefice e con due cardinali, da quello
sopra ciò deputati. Considerò che non l'Italia, né la Francia, né la Spagna
avevano il bisogno di concilio, né lo ricchiedevano; però non era in proposito
metter in conto i loro rispetti; che per medicar i mali di Germania era
ricercato, a' quali dovendo esser proporzionato, conveniva eleger luogo dove
tutta quella nazione potesse intervenire; che quanto alle altre, bastavano i
soggetti principali, poiché di quelle non si trattava; che le città proposte
erano dotate di ottime qualità, ma lontane da Germania, e quantonque la fede di
Sua Santità dovesse assicurar ogni uno, però i protestanti esser insospettiti
per diverse ragioni, e vecchie e nuove, tra quali riputavano la minima che
Leone X, suo cugino, già gli aveva condannati e dichiarati eretici. E se ben
tutte le ragioni si risolvono con questo solo, che sopra la fede del pontefice
ogni uno debbe acquetarsi, nondimeno la Santità Sua, per la molta prudenza e
maneggio delle cose, poteva conoscer esser necessario condescendere
all'imperfezzione degli altri, e, compassionando, accommodarsi a quello che,
quantonque secondo il rigore non è debito, però secondo l'equità è conveniente.
E quanto a' voti deliberativi del concilio, discorreva che, essendo introdotti
per consuetudine e parte per privilegio, s'apriva un gran campo a lui
d'essercitar la sua benignità, introducendo altra consuetudine piú propria a' presenti
tempi. Perché, se già gli abbati per consuetudine furono admessi per essere gli
piú dotti et intendenti della religione, la ragione vuole che al presente si
faccia l'istesso con persone d'ugual o maggior dottrina, se ben senza titolo
abbaciale. Ma il privilegio dar materia di sodisfar ogni uno, perché concedendo
simile privilegio a qualonque persona che possi far il servigio di Dio in
quella congregazione, si farà apponto un concilio pio e cristiano come il mondo
desidera.
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