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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro primo
    • [Il papa, sdegnato contra Cesare per questa instanza del concilio, si collega col re di Francia]
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[Il papa, sdegnato contra Cesare per questa instanza del concilio, si collega col re di Francia]

Mentre che queste cose si trattavano, il pontefice, che prevedeva la risposta che sarebbe venuta di Germania e che già in Bologna aveva concetta poca confidanza con Cesare, si alienò totalmente dall'amicizia, perché nella causa di Modena e Reggio, vertente tra Sua Santità et il duca di Ferrara, rimessa dalle parti al giudicio dell'imperatore, egli prononciò per il duca. Per tutte le qual cause il papa negoziò confederazione col re di Francia, la qual si concluse e stabilí anco col matrimonio di Enrico, secondogenito regio, e di Catarina de' Medici, pronepote di Sua Santità. E per dar perfetto compimento al tutto, Clemente andò personalmente a Marsilia per abboccarsi col re. Il qual viaggio intendendo esser dall'universal ripreso, come non indrizzato ad alcun rispetto publico, ma alla sola grandezza della casa, egli giustificava, dicendo esser intrapreso a fine di persuader il re a favorir il concilio per abolire l'eresia luterana. Et è vero che in quel luogo, oltre le altre trattazioni, fece ufficio con la Maestà cristianissima accioché si adoperasse con i protestanti, e massime col lantgravio d'Assia, che doveva andar a trovarlo in Francia, per fargli desistere dal domandare concilio, proponendo loro che trovassero ogni altra via per accommodare le differenze e promettendo che esso ancora averebbe coadiuvato con buona fede et opere efficaci al suo tempo.

Fu l'ufficio fatto dal re; né però poté ottenere, allegando il lantgravio che nissun altro modo era per ovviare alla desolazione di Germania, e tanto era non parlar di concilio, quanto dar spontaneamente nella guerra civile. Trattò in secondo luogo il re che si contentassero del concilio in Italia; né a questo fu acconsentito, dicendo i tedeschi, che questo partito era peggiore del primo, il qual solamente gli metteva in guerra, ma questo in manifesta servitú corporale e spirituale; a quale non si poteva ovviare, se non col concilio e luogo libero: onde condescendendo in grazia di Sua Maestà a tutto quello che si poteva, averebbono cessato d'insistere nella dimanda che si celebrasse in Germania, purché si deputasse altro luogo fuori d'Italia e libero, eziandio che fosse all'Italia vicino.

Diede il re, nel principio dell'anno 1534, conto al pontefice di quello che aveva operato, e s'offerí di fare che si contentassero i protestanti del luogo di Geneva. Il pontefice, ricevuto l'avviso, fu incerto se il re, quantonque confederato e parente, avesse caro di vederlo in travagli, o pur se in questo particolare mancasse della prudenza che usava in tutti gli affari; ben concluse che non era utile adoperarlo in questa materia, e gli scrisse ringraziandolo dell'opera fatta, senza rispondergli al particolare di Geneva, et a molti della corte, che perciò erano entrati in sollecitudine, fece buon animo, accertandoli che per niente (diceva egli) era per consentir a tal pazzia.

 

 




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