[Cesare finge approvare, ma in prima
richiede concilio]
Ma l'imperatore, penetrato l'interno del
papa, con altrotanta dissimulazione si mostrò persuaso et inclinato alla guerra
di Germania, dicendo però che, per non aver tutto 'l mondo contra, conveniva
giustificare ben la causa, e col intimar il concilio mostrar che avesse tentato
prima ogni altro mezo. Il pontefice non aveva discaro che, dovendo finalmente
intimarlo, ciò si facesse nel tempo, quando, per aver il re di Francia occupata
già la Savoia et il Piemonte, l'Italia tutta era per ardere di guerra: onde se
gli dava apparentissimo pretesto per circondar il concilio di arme, sotto
colore di custodia e protezzione. Si mostrò contento, purché fossero statuite
condizioni che non derogassero all'autorità e riputazione della Sede
apostolica. L'imperatore, che per la vittoria ottenuta in Africa aveva l'animo
molto elevato e pieno di vasti pensieri, riputava di dover in 2 anni almeno
vincer la guerra di Lombardia e, serrato il re di Francia di là da' monti, attendere
alle cose di Germania senza altro impedimento. Voleva che il concilio gli
servisse a 2 cose: prima, durante la guerra d'Italia, per raffrenar il papa,
se, secondo il costume de' pontefici, avesse pensato mettersi dalla parte di
Francia, quando quella fusse restata inferiore, per contrapesar il vincitore;
poi, per ridur la Germania all'obedienza sua, a che egli mirava, perché, quanto
alla pontificia, l'aveva per cosa accidentale. Gli piaceva il luogo di Mantova;
quanto al rimanente non curava qual condizione il papa vi apponesse, poiché
quando fosse stato ridotto, egli averebbe potuto mutare quello che non gli
fosse piacciuto. Pertanto concluse che, mentre si facesse il concilio, si
contentava d'ogni condizione, allegando che sperava di persuader, se non a
tutta la Germania, poco meno, a consentirvi finalmente. Fu adonque stabilita la
deliberazione dal pontefice con tutto 'l collegio de' cardinali.
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