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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro primo
    • [Dissegno dell'autore]
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[Dissegno dell'autore]

Il proponimento mio è di scrivere l'istoria del concilio tridentino, perché, quantonque molti celebri istorici del secol nostro nelli loro scritti n'abbiano toccato qualche particolar successo, e Giovanni Sleidano, diligentissimo autore, abbia con esquisita diligenza narrate le cause antecedenti, nondimeno, poste tutte queste cose insieme, non sarebbono bastanti ad un'intiera narrazione.

Io subito ch'ebbi gusto delle cose umane, fui preso da gran curiosità di saperne l'intiero, e dopo, l'aver letto con diligenza quello che trovai scritto e li publici documenti usciti in stampa o divulgati a penna, mi diedi a ricercar nelle reliquie de' scritti de prelati et altri nel concilio intervenuti, le memorie da loro lasciate e li voti o pareri detti in publico, conservati dagli autori proprii o da altri, e le lettere d'avisi da quella città scritte, non tralasciando fatica o diligenza, onde ho avuto grazia di vedere sino qualche registro intiero di note e lettere di persone ch'ebbero gran parte in quei maneggi. Avendo adunque tante cose raccolte, che mi possono somministrar assai abondante materia per la narrazione del progresso, vengo in risoluzione di ordinarla.

Racconterò le cause e li maneggi d'una convocazione ecclesiastica, nel corso di 22 anni per diversi fini e con varii mezi da chi procacciata e sollecitata, da chi impedita e differita, e per altri anni 18 ora adunata, ora disciolta, sempre celebrata con varii fini, e che ha sortita forma e compimento tutto contrario al dissegno di chi l'ha procurata et al timore di chi con ogni studio l'ha disturbata: chiaro documento di rasignare li pensieri in Dio e non fidarsi della prudenza umana.

Imperoché questo concilio, desiderato e procurato dagli uomini pii per riunire la Chiesa che comminciava a dividersi, ha cosí stabilito lo schisma et ostinate le parti, che ha fatto le discordie irreconciliabili; e maneggiato da li prencipi per riforma dell'ordine ecclesiastico, ha causato la maggior deformazione che sia mai stata da che vive il nome cristiano, e dalli vescovi sperato per racquistar l'autorità episcopale, passata in gran parte nel solo pontefice romano, l'ha fatta loro perdere tutta intieramente, riducendoli a maggior servitú; nel contrario temuto e sfugito dalla corte di Roma come efficace mezo per moderare l'essorbitante potenza, da piccioli principii pervenuta con varii progressi ad un eccesso illimitato, gliel'ha talmente stabilita e confermata sopra la parte restatagli soggetta, che non fu mai tanta, né cosí ben radicata.

Non sarà perciò inconveniente chiamarlo la Illiade del secol nostro, nella esplicazione della quale seguirò drittamente la verità, non essendo io posseduto da passione che mi possi far deviare. E chi mi osserverà in alcuni tempi abondare, in altri andar ristretto, si ricordi che non tutti i campi sono di ugual fertilità, né tutti li grani meritano d'esser conservati, e di quelli che il mietitore vorrebbe tenerne conto, qualche spica anco sfugge la presa della mano o il filo della falce, cosí comportando la condizione d'ogni mietitura, che resti anco parte per rispigolare.

 

 




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