[In Germania è proposto a Francfort un
modo di amichevole composizione, contradetto dal papa]
Nel principio del anno 1539, essendo
eccitate nuove controversie in Germania per le cause della religione, e forse
anco da persone mal intenzionate che le adoperavano per pretesto, fu tenuto un
convento in Francfort, dove Cesare mandò un commissario, e là, dopo longa
disputa, sotto il dí 19 d'aprile, col consenso di quello, fu concluso di far un
colloquio al primo d'agosto in Noremberga per trattare quietamente et
amorevolmente della religione, dove avessero da intervenire da una parte e
dall'altra, oltre i dottori, altre persone prudenti mandate da Cesare, dal re
Ferdinando e da' prencipi per sopraintendere al colloquio et intromettersi tra le
parti; e quello che fosse di commune consenso determinato, fusse significato a
tutti gli ordini dell'Imperio e nella prima dieta confermato da Cesare.
Volevano i catolici che fosse ricercato il pontefice di mandar esso ancora
persona a quel colloquio; ma i protestanti riputarono questo esser cosa
contraria alla loro protestazione, perilché non fu esseguito. Andata a Roma
nuova di questa convenzione, il pontefice offeso, cosí perché si dovesse far in
Germania trattazione della religione, come perché fosse con gran pregiudicio
alla riputazione del concilio intimato da lui, se bene puoco si curava che
fosse celebrato, e piú particolarmente perché si avesse trattato di admetterci
uno mandato dal pontefice e fosse poi totalmente esclusa la sua autorità, spedí
subito il vescovo di Montepulciano in Spagna, principalmente acciò facesse
opera che Cesare non confermasse, anzi annichilasse i decreti di quella dieta.
Ebbe il noncio grande e longa
instruzzione, prima di dolersi gravemente de' portamenti del commissario suo,
che era Giovanni Vessalio arcivescovo di London, il qual, smenticatosi del
giuramento prestato a quella Sede e d'infiniti beneficii ricevuti dal
pontefice, e dell'instruzzione datagli dall'imperatore, avesse consentito alle
domande de' luterani con pregiudicio della Sede apostolica e disonore di Sua
Maestà Cesarea; che il London era stato corrotto con doni e promissioni,
avendogli la città d'Augusta donato 250 mila fiorini d'oro et il re di Dania
promesso 4 mila fiorini all'anno sopra i frutti del suo arcivescovato di London
occupatogli. Che pensava di pigliar moglie e lasciare le cose di Chiesa, non
avendo mai voluto ricevere gli ordini sacri. Ebbe anco il noncio ordine di
mostrare all'imperatore che le cose concesse dal London, quando fossero confermate
da lui, mostrariano che non fosse vero figliuolo della Sede apostolica, e che
tutti i prencipi catolici di Germania ne facevano querela e tenevano che la Sua
Maestà non la confermarebbe; e di proporli altri suoi interessi toccanti il
ducato di Gheldria e l'elezzione del re de' Romani per moverlo maggiormente;
raccordandogli ancora che per tolerare i luterani ne' loro errori, non potrà
però disponere la Germania, come London et altri gli deping[o]no, perché è cosa
ormai nota che non si può fidare di conservare gli imperii, dove si perde la
religione o dove due religioni sono comportate. Che ciò è accaduto agli
imperatori orientali, i quali, abandonata l'ubedienza all'universale pontefice
di Roma, persero le forze et i regni. Esser manifeste le fraudi de' luterani,
che hanno proceduto sempre malignamente con Sua Maestà, e che sotto pretesto di
rassettar le cose della religione, vanno procurando altro che religione.
Esserne essempio la dieta di Spira del '26, di Noremberg del '32 e di Calano
del '34, quando il duca di Vitemberg ripigliò il ducato: il che mostrò che i
moti del lantgravio e luterani non furono per causa di religione, ma per levare
quel Stato al re de' Romani. Mettesse in considerazione che, quando convenisse
co' luterani, i prencipi catolici non potrebbono tolerar un tal disordine, che
Sua Maestà potesse piú sopra loro, che sopra i protestanti, e pensarebbono a
nuovi rimedii. Che vi sono molte altre lecite et oneste vie con le quali le
cose di Germania si possono ridurre, essendo preparato il papa, secondo la
qualità delle sue forze, di non mancargli mai di tutti gli aiuti possibili. E
quando Sua Maestà vi metterà pensiero, troverà non potersi approvare questi
capitoli, che tutta Germania non si faccia luterana, il che sarebbe un levar a
lei tutta l'autorità, perché la loro setta esclude ogni superiorità, predicando
sopra ogni altra cosa la libertà, anzi licenza. Mettesse in considerazione a
Cesare d'accrescere la lega catolica e levar a' luterani gli aderenti il piú
che si potesse, mandando quella maggior quantità de' danari in Germania che
fosse possibile per prometterne e darne anco con effetto a chi seguisse la lega
catolica. Che sarebbe anco bene, sotto titolo di cose turchesche, mandare
qualche numero di gente spagnola o italiana in quelle parti, tratenendola nelle
terre del re de' Romani. Che il pontefice risolveva di mandare qualche persona
a prencipi catolici con danari per promettere e per gratificare quelli che
saranno a proposito per le cose sue. Confortasse Cesare a far un editto simile a
quello che il re d'Inghilterra aveva fatto nel suo regno, facendo seminare anco
destramente che Sua Maestà avesse maneggio col detto re per farlo ridurre
all'ubedienza pontificia. Diede anco il pontefice commissione allo stesso
Montepulciano di dolersi con Cesare che la regina Maria, governatrice de' Paesi
Bassi, sua sorella, segretamente prestasse favore alla parte luterana, che gli
mandasse uomini a posta; che quando si era per stabilire la lega catolica ella
scrisse all'elettor di Treveri che non v'entrasse, e cosí fu impedita quella
santa opera; che impedí monsignore di Lavaur, oratore del re di Francia,
dall'andar in Germania per consultare col re de' Romani e col legato di Sua
Beatitudine sopra le cose della religione; che credeva ben il pontefice questo
non venir da mala volontà di lei, ma per conseglio de cattivi ministri.
Ma perché si è fatta menzione d'un editto
del re d'Inghilterra in materia della religione, non sarà fuora di proposito
raccontar qui come, in quell'istesso tempo della dieta di Francfort, Enrico
VIII, o perché credesse far il servizio di Dio non permettendo rinovazione di
religione nel suo regno, o per mostrar costanza in quello che aveva scritto nel
libro contra Lutero, overo per smentire il papa, che nella sua bolla gli
imputava d'aver publicato dottrina eretica nel suo regno, fece publicar un
editto, dove commandava che per tutta Inghilterra fosse creduta la real
presenza del vero e natural corpo e sangue di Cristo, nostro Signore, sotto le
specie del pane e del vino, non rimanendovi la sostanza di quei elementi; che
sotto l'una e l'altra delle specie si conteneva Cristo tutto intieramente; che
la communione del calice non era necessaria; che a' sacerdoti non era lecito
contraere matrimonio; che i religiosi, dopo la professione e voti di castità,
erano perpetuamente ubligati a servarla e vivere ne' monasterii; che la
confessione secreta et auriculare era non solamente utile, ma ancora
necessaria; che la celebrazione delle messe, eziandio private, era cosa santa e
che commandava fusse continuata nel suo regno. Proibí a tutti l'operare o
insegnare contra alcuno di questi articoli, sotto tutte le pene ordinate dalle
leggi contra gli eretici. È ben maraviglia come il papa, che pochi giorni prima
aveva fulminato contra quel re, fosse costretto lodare l'azzioni di lui e
proporlo all'imperatore per essempio da immitare: cosí il proprio interesse fa
lodar e biasimar l'istessa persona.
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