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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro primo
    • [Cesare consulta di pacificare le cose della religione per via di conferenza, ma ne è dissuaso dal legato Farnese]
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[Cesare consulta di pacificare le cose della religione per via di conferenza, ma ne è dissuaso dal legato Farnese]

Io, quando mi son posto a scrivere questa istoria, considerando i molti colloquii che sono stati parte solamente intimati e parte anco tenuti per componere le differenze della religione, sono stato in dubio se convenisse fare di tutti menzione, occorrendomi raggioni concludenti per l'una parte e per l'altra; in fine, considerato d'aver proposto narrare tutte le cause del concilio tridentino, et osservando nissun colloquio essere stato intimato o tenuto, se non per impedire, per divertire, per ritardare, per incitare, o per accelerare il concilio, ho risoluto meco stesso di far menzione d'ogni uno, massime per il frutto che si può cavare dalla cognizione de' notabili particolari in ciascuno occorsi; come in quello che fu instituito l'anno seguente 1540, il quale cosí ebbe origine.

Cesare, passando per Francia, andò a' Paesi Bassi per accommodare quelle sedizioni, e Ferdinando andò a ritrovarlo: dove uno de' principali negozii conferiti da ambedue fu il trovar componimento alle cose della religione in Germania. Del che essendosi trattato nel consiglio di Cesare con molta accuratezza, pareva che tutti inclinassero ad instituire un colloquio sopra questa materia.

Essendo ciò penetrato alle orrecchie del Farnese che si trovava ivi legato et aveva accompagnato Cesare per il viaggio, il qual cardinale, se ben giovene di sotto gli 20 anni, aveva però in compagnia molte persone di maneggio, e tra gli altri Marcello Cervino, vescovo di Nicastro, il quale, dopo fatto papa, fu chiamato Marcello II, si oppose a questa deliberazione, trattando con Cesare e con Ferdinando e con tutti quelli del conseglio, mettendo in considerazione che molte volte era stato trattato co' protestanti di concordia, incomminciando già 10 anni nella dieta d'Augusta, né mai s'aveva potuto concludere cosa alcuna; e quando ben fosse stata trovata e conclusa qualche concordia, sarebbe riuscita vana e senza frutto, perché i protestanti mutano alla giornata opinione, non seguendo una dottrina certa, avendo sino contravenuto alla loro propria confessione augustana; che sono lubrichi quanto le anguille; si mostravano prima desiderosi che gli abusi et i vizii fossero levati, ora non vogliono piú il pontificato emendato, ma estinto, et estirpata la Sede apostolica et abolita ogni giurisdizzione ecclesiastica. E se mai furono petulanti, sarebbono allora, quando non era ben fermata la pace con Francia et il turco soprastava l'Ongaria; non potersi pensare di rimuoverli, per essere le controversie sopra innumerabili dogmi, et anco, per essere molte le sette tra loro, esser impossibile il concordare con tutti; senza che la maggior parte di loro non hanno altro fine, se non d'occupare quel d'altri e rendere Cesare senza autorità. Esser vero che la guerra de' turchi instante conseglia a concordare nella religione: ma questo non era da farsi in diete particolari o nazionali, ma in un concilio generale, il qual si potrebbe intimar immediate; perché toccando la religione, non è da farsi mutazione senza commun consenso. Non doversi aver rispetto alla sola Germania, ma alla Francia, Spagna et Italia et agli altri popoli, senza conseglio de' quali, se la Germania farà mutazione, ne nascerà una divisione pericolosa di quella provincia dalle altre. Esser antichissimo costume, sino dagli apostoli, che col solo concilio sono state terminate le controversie e tutti i re, prencipi et uomini pii desiderarlo ora. Potersi con facilità concludere ora la pace tra Cesare et il re di Francia, et immediate far il concilio, e fra tanto attendere a crescere numero e potenzia alla lega catolica di Germania, il che farà che i protestanti intimiditi per ciò si sottometteranno al concilio, overo saranno sforzati da' catolici; e quando sarà necessario resister al turco, essendo la lega catolica potente, si potrà ridur anco i protestanti in necessità di contribuire: il che, se non volessero fare, esser necessario di doi mali elegger il minore, essendo mal maggiore offender Iddio, abandonata la causa della religione, che mancar dell'aiuto d'una parte d'una provincia. Massime che non è facile da determinare chi siano piú contrarii a Cristo, i protestanti, o i turchi, poiché questi mirano a metter in servitú i corpi, e quelli i corpi e le anime insieme. Tutti i discorsi e raggionamenti del cardinale avevano per conclusione che conveniva chiamar il concilio e principiarlo quello istesso anno, e non trattar della religione nelle diete di Germania, ma attendere ad accrescere la lega catolica e far la pace col re di Francia.

 

 




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