Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

IntraText CT - Lettura del testo

  • Libro primo
    • [Cesare abboccatosi col papa, convengono di tenere il concilio a Vicenza, poi in Trento]
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

[Cesare abboccatosi col papa, convengono di tenere il concilio a Vicenza, poi in Trento]

Finita la dieta, Cesare passò in Italia, et in Lucca ebbe raggionamento col pontefice sopra il concilio e sopra la guerra de' turchi, e restarono in conclusione che la Santità Sua per ciò mandasse un noncio in Germania per prendere risoluzione nell'una e nell'altra materia nella dieta che doveva esser in Spira nel principio dell'anno seguente, e che il concilio si facesse in Vicenza, come già fu appontato. Significò il papa la conclusione al senato veneto, al quale non pareva piú per diversi aspetti essere a proposito che concorresse in quella città tanta moltitudine, e che si trattasse della guerra de' turchi, come s'averebbe al sicuro fatto, o con fine di farla in effetto, o per bella apparenza solamente. Laonde rispose che, per l'accordo fatto da loro nuovamente col Turco, variati i rispetti, non potevano restare nella stessa deliberazione: perché si sarebbe generato nella mente di Solimano sospetto che procurassero di far congiurar i prencipi cristiani contra lui. Onde convenne al papa far altro dissegno. Ma il cardinale Contarini partí molte calonnie nella corte romana, ove era nata opinione che egli avesse qualche affetto alle cose luterane; e quelli che meno male parlavano di lui dicevano che non si era opposto quanto conveniva e che aveva messo in pericolo l'autorità ponteficia. Il papa non si tenne servito di lui, se ben era difeso con tutti li spiriti dal cardinale Fregoso. Ma ritornato al pontefice che si ritrovava in Lucca, aspettando quivi l'imperatore, e reso conto della legazione, gli diede sodisfazzione pienissima.

In questo stato di cose finí l'anno 1541, e nel seguente mandò il pontefice a Spira (dove in presenzia di Ferdinando la dieta si teneva) Giovanni Morone, vescovo di Modena, il quale, seguendo la commissione datagli quanto al concilio, espose la mente del pontefice essere la medesima che per il passato: cioè che il concilio pur una volta si facesse; che l'aveva sospeso con volontà di Cesare per aprire inanzi qualche adito di concordia in Germania, la quale vedendo essere stata vanamente tentata, egli ritornava alla deliberazione di prima, di non differire la celebrazione. Ma quanto al congregarlo in Germania, non si poteva compiacergli, perché egli voleva intervenirvi personalmente, e la età sua e la longhezza della strada e la mutazione tanto diversa dell'aria ostava al trasferirsi in quella regione, la quale non pareva manco commoda alle altre nazioni; senza che vi era gran probabilità di temere che in Germania non si potessero trattare le cose senza torbulenzia; per il che gli pareva piú a proposito Ferrara o Bologna o Piacenza, città tutte grandi et opportunissime; quali, quando non piacessero a loro, si contentava di farlo in Trento, città a' confini di Germania. Che averebbe voluto darci principio alla pentecoste, ma per l'angustia del tempo l'aveva allongato a' 13 d'agosto. Pregava tutti di voler convenire in questo e, deposti gli odii, trattare la causa di Dio con sincerità. Ferdinando et i prencipi catolici ringraziarono il pontefice dicendo che, non potendo ottenere un luogo atto in Germania, come sarebbe Ratisbona o Colonia, si contentavano di Trento. Ma i protestanti negarono di consentire, né che il concilio fosse intimato dal pontefice, né che il luogo fusse Trento: il che fu causa che in quella dieta, quanto al concilio, non si fece altra determinazione.

Con tutto ciò il pontefice mandò fuora la bolla dell'intimazione sotto li 22 maggio di questo anno; nella quale, commemorato il desiderio suo di provedere a' mali della cristianità, diceva avere continuamente pensato a' rimedii; né trovandosene piú opportuno che la celebrazione del concilio, venne in ferma risoluzione di congregarlo; e fatta menzione della convocazione mantovana, poi della sospensione, e passato alla convocazione vicentina, et all'altra sospensione fatta in Genova, e finalmente di quella a beneplacito, passò a narrare le raggioni che l'avevano persuaso a continuare la stessa sospensione sino allora. Le quali furono: la guerra di Ferdinando in Ongaria, la ribellione di Fiandria contra Cesare e le cose seguite per la dieta di Ratisbona, aspettando che fosse il tempo destinato da Dio per questa opera. Ma finalmente, considerando che ogni tempo è grato a Dio, quando si tratta di cose sante, era risoluto di non aspettare piú altro consenso de' prencipi, e non potendo avere piú Vicenza, ma desiderando dare sodisfazzione, quanto al luogo, alla Germania, intendendo che essi desideravano Trento, quantonque a lui paresse maggiormente commodo un luogo piú dentro Italia, nondimeno per paterna carità inchinò la propria volontà alle loro domande, et elesse Trento per celebrarvi il concilio ecumenico al primo di novembre prossimo, interponendo quel tempo, accioché il suo decreto potesse essere publicato et i prelati avessero spacio d'arrivare al luogo. Perilché per l'autorità del Padre, Figliuolo e Spirito Santo e degli apostoli Pietro e Paolo, la qual esso essercita in terra, col conseglio e consenso de' cardinali, levata qualonque sospensione, intima il sacro ecumenico e generale concilio in quella città, luogo commodo e libero et opportuno a tutte le nazioni, da essere principiato al primo di quel mese, proseguito e terminato; chiamando tutti i patriarchi, arcivescovi, vescovi, abbati, e tutti quelli che per legge o privilegio hanno voto ne' concilii generali, e commandandogli in virtú del giuramento prestato a lui et alla Sede apostolica e per santa ubedienzia, e sotto le pene della legge e consuetudine contra gli inobedienti, che debbiano ritrovarvisi; e se saranno impediti, fare fede dell'impedimento, o mandare procuratori; pregando l'imperatore, il re cristianissimo e gli altri re, duchi e prencipi d'intervenirvi, o, essendo impediti, mandar ambasciatori uomini di gravità et autorità, e fare venire da' suoi regni e provincie i vescovi e prelati: desiderando questo piú da' prelati e prencipi di Germania, per causa de' quali il concilio è intimato nella città desiderata da loro, accioché si possan trattare le cose spettanti alla verità della religione cristiana, alla correzione de' costumi et alla pace e concordia de' popoli e prencipi cristiani, et all'oppressione de' barbari et infideli.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License