[Quarta sessione e suo decreto]
Ma venuto il giorno degli 8 aprile
destinato alla sessione, fu celebrata la messa dello Spirito Santo da Salvator
Alepo, arcivescovo di Torre in Sardegna, e fatto il sermone da frate Agostino
aretino, generale de servi, e presi i paramenti ponteficali e fatte le solite
letanie e preci, furono letti i decreti dall'arcivescovo celebrante. Il primo
de' quali in sostanza contiene che la sinodo, mirando a conservare la purità
dell'Evangelio promesso da' profeti, publicato da Cristo e predicato dagli
apostoli come fonte d'ogni verità e disciplina de' costumi, le quali verità e
disciplina conoscendo contenersi ne' libri e tradizioni non scritte, ricevute
dagli apostoli dalla bocca di Cristo, e dettategli dallo Spirito Santo, e di
mano in mano venute, ad essempio de' padri riceve con ugual riverenza tutti i
libri del Vecchio e Nuovo Testamento, e le tradizioni spettanti alla fede et a'
costumi, come venute dalla bocca di Cristo overo dallo Spirito Santo dettate e
conservate nella Chiesa catolica. E posto il catalogo de' libri, conclude che,
se alcuno non gli riceverà per sacri e canonici tutti intieri con le sue parti
tutte, come sono letti nella Chiesa catolica e si contengono nell'edizione
volgata, overo scientemente e deliberatamente sprezzerà le tradizioni, sia
anatema, acciò ogni uno sappia che fondamenti la sinodo è per usare in confermar
i dogmi e restituir i costumi nella Chiesa. La sostanza del secondo decreto è
che la volgata edizione sia tenuta per autentica nelle publiche lezzioni,
dispute e prediche et esposizioni, e nissun ardisca rifiutarla. Che la
Scrittura Sacra non possi esser esposta contra il senso tenuto dalla santa
madre Chiesa, né contra il concorde consenso de' padri, se ben con intenzione
di tenere quelle esposizioni occulte; et i contravenienti siano dagli ordinarii
puniti; che l'edizione volgata sia stampata emendatissima. Che non si possino
stampare, né vendere, né tener libri di cose sacre senza nome dell'autore, se
non approvati, facendo apparire l'approvazione nel frontispicio del libro,
sotto pena di scommunica e pecuniaria statuita dall'ultimo concilio lateranense.
Che nissun ardisca usare le parole della Scrittura divina in scurrilità,
favole, vanità, adulazioni, detrazzioni, superstizioni, incantazioni,
divinazioni, sorti, libelli famosi; et i trasgressori siano puniti ad arbitrio
de' vescovi. E fu determinato che la sessione seguente si tenesse a 17 giugno.
Dopo fu letto dal secretario del concilio
il mandato degli oratori di Cesare, Diego di Mendozza e Francesco di Toledo,
quello assente e questo presente, qual con brevi parole salutati i padri per
nome dell'imperatore, disse in sostanza: essere manifesto a tutto 'l mondo che
Cesare non reputa cosa piú imperatoria, quanto non solo il defender il grege di
Cristo dagli nimici, ma liberarlo da' tumolti e sedizioni; perilché con
giocondità dell'animo ha veduto quel giorno, quando è stato aperto il concilio
dal papa publicato; la qual occasione volendo favorire con la potestà et
autorità sua, subito vi mandò il Mendozza, al quale, impedito ora per
indisposizione, vi ha aggionto lui; onde non restava se non pregare
concordemente Dio che favorisca l'impresa del concilio e, quello che è il
principale, conservi in concordia il pontefice e l'imperatore per fermare la
verità evangelica, restituire la sua purità alla Chiesa et estirpar il loglio
dal campo del Signore. Fu risposto per nome del concilio che la venuta di Sua
Signoria era gratissima alla sinodo per l'osservanza verso l'imperatore e per
il favore che dalla Maestà Sua si promette; sperando anco molto nella verità e
religione di Sua Signoria; perilché l'abbraccia con tutto l'animo et admette
quanto debbe di raggione i mandati di Cesare. Si duole dell'indisposizione del
collega, e della concordia tra 'l papa e l'imperatore rende grazie a Dio, qual
pregherà che favorisca i desiderii d'ambidoi per aummento della cristiana
religione e pace della Chiesa. Queste cose fatte, con le solite ceremonie fu
finita la sessione, i decreti della quale furono mandati a Roma da' legati e
poco dopo stampati.
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