[Contese de' frati francescani e
domenicani per la concezzione della beata Vergine. Origine e progresso di
questa dottrina]
I prelati deputati a formare il decreto
con l'aiuto de' teologi divisero la materia in 5 anatematismi. Il primo del
personal peccato d'Adamo; il secondo della transfusione nella posterità; il
terzo del rimedio per il battesmo; il quarto del battesmo de' putti; il quinto
della concupiscenza rimanente. Dopo quello erano dannate le openioni de'
zuingliani ne' 4 primi, e nel quinto quella di Lutero. Furono quasi con tutti
conferiti, e levato et aggionto secondo gli avvertimenti con molta concordia,
se non che i vescovi e frati dell'ordine di san Francesco non approvarono che
universalmente si dicesse il peccato d'Adamo essere passato in tutto 'l genere
umano; perché veniva compresa la beata Vergine madre di nostro Signore, se
specialmente non era eccettuata, et instavano per l'eccezzione. In contrario
dicevano i dominicani che la proposizione cosí universale e senza eccezzione
era di san Paolo e di tutti i santi dottori; però non conveniva con eccezzione
alterarla; e riscaldandosi la contradizzione, ricaderono nella questione che i
legati piú volte avevano divertita: questi dicevano che, quantonque la Chiesa
abbia tolerato l'openione della concezzione, nondimeno chi ben essaminasse la
materia, troverebbe che ne meno la beata Vergine fu essente dalla commune
infezzione; e gli altri opponevano che sarebbe stato un condannar la Chiesa,
che celebra la concezzione come immaculata et un'ingratitudine, derogando
all'onor dovuto a quella per il cui mezo passano tutte le grazie di Cristo a
noi. Passarono le dispute a specie di contenzione, e tanto oltre che
l'ambasciatore cesareo venne in speranza d'ottenere il suo dissegno che la
materia non si potesse proporre nella seguente sessione.
Ma perché molte cose furono in
quell'occasione proposte e fecero venir al decreto che si dirà, il qual, perché
diede da parlare, per intiera intelligenza del tutto è necessario dal suo
principio narrare l'origine di questa controversia. Dopo che l'impietà di
Nestorio divise Cristo, facendo doi figli e negando che il generato dalla beata
Vergine fosse Dio, la Chiesa, per inculcare nella mente de' fedeli la verità
catolica, introdusse di replicarla frequentissimamente nelle chiese cosí
d'Oriente, come d'Occidente, con questa breve forma di parole, in greco «Maria
Theotocos», in latino «Maria mater Dei»: il che, instituito in onore di Cristo solamente,
pian piano si communicò anco alla madre, e finalmente fu ridotto a lei sola, e
per la stessa causa, quando furono frequentate l'imagini, si depinse Cristo
fanciullo in braccio della Vergine per ramemorare la venerazione a lui dovuta
anco in quell'età; passò nondimeno, in progresso, in venerazione della madre
senza il figlio, restando egli nella pittura come apendice. I scrittori e
predicatori, massime contemplativi, tratti dal torrente del volgo che molto può
in queste materie, tralasciato di parlare di Cristo, a concorrenza inventarono
nuove lodi et epiteti e servizii religiosi; tanto che circa il 1050 fu anco
instituito un officio quotidiano distinto per 7 ore canoniche alla beata
Vergine, nella forma che da antichissimo tempo era sempre consueto celebrarsi
in onore della Maestà divina, e ne' 100 anni seguenti s'aumentò tanto la
venerazione, che si ridusse al colmo e sino all'attribuirgli quello che le
Scritture dicono della divina sapienza; e tra le novità inventate fu una
questa, la total essenzione dal peccato originale: quella però restava
solamente nelle opinioni d'alcuni pochi privati, senza avere luogo nelle
ceremonie ecclesiastiche, né appresso gli uomini dotti. Circa il 1136 i
canonici di Lione ardirono d'introdurla negli officii ecclesiastici. San
Bernardo, che in quei tempi viveva, stimato il piú dotto e pio di quel secolo e
nelle lodi della beata Vergine frequentissimo, sino a dargli titolo di collo
della Chiesa, per quale passa dal capo ogni grazia et ogn'influsso, inveí
severamente contra i canonici, scrisse loro riprendendogli d'aver introdotto
novità pericolosa senza raggione, senza essempio dell'antichità; che non
mancano luoghi da lodare la Vergine, a quale non può piacere una novità
presontosa, madre della temerità, sorella della superstizione, figlia della
leggierezza. Il secolo seguente ebbe i dottori scolastici d'ambidue gli ordini
franciscano e dominicano, che ne' loro scritti rifiutarono questa opinione,
sino intorno il 1300, quando Giovanni Scoto, franciscano, posta la materia in
disputa et essaminate le raggioni, ricorse alla divina potestà, dicendo Dio
aver potuto fare che mai fosse in peccato o che vi fosse solo per un instante,
et anco che gli sottogiacesse per tempo; che Dio solo sa qual di questi tre sia
avvenuto: esser cosa probabile, nondimeno, attribuir a Maria il primo, se però
non repugna alla autorità della Chiesa e della Scrittura. La dottrina di questo
teologo, ne' suoi tempi celebre, fu communemente seguita dall'ordine
francescano; ma nel particolare della concezzione, vedendo la via aperta dal
suo autore, affermò assolutamente per vero quello che da lui fu proposto per
possibile e probabile, sotto condizione dubitativa, se non repugna alla fede
ortodossa. I dominicani constantemente repugnavano, per seguire san Tomaso del
loro ordine, celebre per dottrina e per l'approbazione di papa Giovanni XXII,
il qual papa, a fine di deprimere l'ordine francescano che in gran parte
aderiva a Ludovico Bavaro, imperatore scommunicato da lui, celebrava e
canonizava quel dottore e la dottrina sua. L'apparenza della pietà e devozione
fece che all'universale fu piú accetta l'opinione francescana, e ricevuta
tenacemente dall'università di Parigi, che era in credito di dottrina molto
eminente, e poi dal concilio di Basilea dopo longa ventilazione e discussione
approvata, e proibito il predicare et insegnare la contraria; il che ebbe luogo
in quelle regioni che ricevettero quel concilio. Finalmente papa Sisto IV,
francescano, in questa materia fece due bolle, una del 1476, approvando un nuovo
officio, composto da Leonardo Nogarola protonotario, con indulgenze a chi lo
celebrava et assisteva; l'altra del 1483, dannando per falsa et erronea
l'asserzione che sia eresia tener la concezzione o peccato il celebrarla, e
scommunicando i predicatori et altri che notassero d'eresia quella opinione o
la contraria, per non esser ancora deciso dalla Chiesa romana e Sede
apostolica. Questo però non sopí le contenzioni, le quali tra questi due ordini
de frati s'inasprivano sempre maggiormente, et ogn'anno al decembre si
rinovavano, tanto che papa Leone X pensò di rimediare con differire la
controversia, e fece scrivere a diversi. Ma ebbe poi pensieri piú importanti
per le novità di Germania, le quali anco operarono in queste contenzioni quello
che avviene nelli Stati, che, assediata la città, le fazzioni cessano e tutti
s'uniscono contra il commun nemico. Fondavansi i dominicani sopra la Scrittura
e la dottrina de' padri e de' scolastici piú vecchi, dove per gli altri non si
trovava pur un punto in favore, ma per sé allegavano miracoli et il contento
de' popoli. Diceva fra Giovanni da Udine, dominicano: «O voi volete che san
Paolo et i padri abbiano creduto questa vostra essenzione della Vergine fuori
della commune condizione, o no. Se l'hanno creduta, e pur hanno parlato
universalmente senza mai fare menzione di questa eccezzione, immitategli anco
adesso. Ma se essi hanno creduto il contrario, la vostra è una novità». Fra
Girolamo Lombardello, francescano, diceva non minor essere l'autorità della
Chiesa presente che della primitiva: se il consenso di quella ne' tempi suoi
indusse a parlare senza eccezzione, il consenso di questa, che si vede nel
celebrare la festa per tutto, debbe indur a non tralasciarla.
I legati scrissero a Roma la mirabil
concordia di tutti contra la dottrina luterana e la deliberazione presa di
condannarla, e mandarono copia delli anatematismi formati, avisando insieme la
contenzione eccitata per la concezzione. A che da Roma fu risposto che per
nissuna causa si mettesse mano a quella materia che poteva causare un scisma
tra catolici, ma cercassero di mettere pace tra le parti e dare sodisfazzione
ad ambedue, e sopra tutto conservar in vigore il breve di Sisto IV. I legati,
ricevuto l'ordine, et essi medesimi e per mezo de' prelati piú prudenti
persuasero ambe le parti a deporre le contenzioni et attender unitamente contra
luterani; quali si contentarono di mettere tutto in silenzio, mentre che non
fosse fatto pregiudicio all'opinione sua; però i francescani dicevano che il
canone era contra di loro, se la Vergine non era eccettuata; i dominicani che,
se era eccettuata, essi erano condannati; si vidde necessità di trovare modo
come si dicchiarasse non compresa, né affermativamente eccettuata; che fu
dicendo non aver avuto intenzione di comprenderla, né meno d'eccettuarla. Poi
per la grand'instanza de' francescani si contentarono anco gli altri che si
dicesse solamente non aver avuto intenzione di comprenderla: e per ubedire al
papa s'aggionse che si servassero le constituzioni di Sisto IV.
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