[In congregazione è proposta la materia
della grazia divina]
Ma tra tanto che il pontefice e
l'imperatore preparavano contra luterani altro che anatemi, il dí seguente la
sessione, 18 giugno, si fece congregazione, dove dopo la solita orazione et
invocazione dello Spirito Santo, lesse il secretario una scrittura per nome de'
legati formata col parere de' principali teologi, nella quale si proponeva che,
avendo per inspirazione divina dannato l'eresie concernenti il peccato
originale, l'ordine delle materie ricercava che fosse essaminata la dottrina
de' moderni nel capo della grazia divina, la quale è la medicina del peccato; e
tanto piú conveniva seguire quell'ordine, quanto l'istesso è seguito dalla
confessione augustana, quale era scopo del concilio condannare tutta. Et erano
pregati i padri et i teologi di ricorrere all'aiuto divino con le orazioni et
esser nelli studii assidui et essatti, risolvendosi in quel capo tutti gli
errori di Martino; imperoché egli dal principio, avendo preso ad oppugnare le
indulgenze, vidde di non poter ottenere l'intento suo senza distruggere le
opere di penitenza, in difetto de' quali le indulgenze succedono; e gli parve
buon mezo per fare questo quella sua non mai piú udita giustificazione per la
sola fede; dalla quale poi ha cavato non solo che le buone opere non sono
necesarie, ma anco una dissoluta libertà dell'osservazione della legge di Dio e
della Chiesa: ha negato l'efficienza ne' sacramenti e l'autorità de' sacerdoti,
il purgatorio, il sacrificio della messa e tutti gli altri rimedii per la
rimissione de' peccati; onde per la via conversa, volendo stabilire il corpo
della dottrina catolica, conveniva distruggere questa eresia della giustizia
per la fede sola, condannate le biasteme di quell'inimico delle buone opere.
Letta la scrittura, li prelati imperiali
dissero quanto piú era principale et importante il capo proposto, tanto dover
essere con maturità et opportunamente trattato; che la missione del cardinale
Madruccio al pontefice mostrava che fosse gran negoziazione in piedi, qual
conveniva avvertire di non sturbare, ma in questo mentre trattare alcuna cosa
della riforma. I ponteficii, dall'altra parte, inculcavano che non era degnità
interromper l'ordine incomminciato di trattar insieme in ogni sessione i dogmi
e la riforma, e non potersi dopo il peccato originale trattar altra materia che
la proposta. I legati, uditi tutti i voti, conclusero che il discutere materie
e prepararle non era definirle, ma bene senza la previa preparazione non
potersi venir a determinazione, che non era se non ben avanzar il tempo e
mettersi in ordine per esseguire poi quello che fosse a Roma tra 'l pontefice
et il cardinale, per nome dell'imperatore, risoluto; che il digerire quella
materia non impediva il trattare la riforma, poiché in quella si occuperebbono
i teologi, in questa i padri e canonisti. Con questa risoluzione fu concluso
che fossero scielti da libri di Martino, da' colloquii, dalle apologie et altri
scritti de' luterani et altri gli articoli per proporre in discussione e
censura; e furono deputati tre padri et altretanti teologi per metter insieme
quello che fosse raccordato et ordinare gli articoli.
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