[Dispareri intorno all'essamine della
grazia]
I deputati a raccogliere gli articoli della
giustificazione, avendo ricevuto gli estratti delle proposizioni notate da
ciascuno per censurare, non erano intieramente concordi. Una parte di loro
voleva che si sciegliessero 4 overo 6 articoli fondamentali della nuova
dottrina, e quelli si condannassero, come s'era fatto nella materia del peccato
originale, adducendo che conveniva seguire il principiato stile e l'essempio
degli antichi concilii, che, dicchiarato l'articolo principale e condannata
l'eresia, non discesero mai alle particolari proposizioni, ma dannando i libri
degli eretici, con quell'universale comprendevano tutta la dottrina perniciosa;
e cosí ricercar il decoro del concilio. Ma l'altra parte aveva mira a metter
sotto censura tutte le proposizioni che potevano ricevere sinistro senso, con
fine di condannare quelle che per raggione meritavano; dicendo che questo è
l'ufficio del pastore: discernere intieramente le erbe salubri dalle nocive e
proibire totalmente queste al loro gregge, poiché una minima trascurata e
ricevuta per sana, essendo morbosa, può infettare tutto 'l gregge. E se si vuol
seguire l'essempio de vecchi concilii, doversi immitare l'efesino che sopra la
dottrina di Nestorio fece i tanti e cosí celebrati anatematismi, che
comprendono tutto quello che dall'eretico fu detto, et i concilii d'Africa
contra i pelagiani, che descendono alla condanna di tutte le proposizioni di
quella setta.
La prima opinione senza dubio proponeva
modo piú facile et averebbe piacciuto a chi desiderava presto fine del concilio
e lasciava aperta qualche fissura alla concordia, che il tempo futuro potesse
portare; la seconda nondimeno fu abbracciata, con dire che era ben essaminare
tutte le proposizioni della dottrina luterana, per censurare e dannare quello
che dopo matura discussione fosse parso necessario e condecente; e furono
formati 25 articoli:
1 La fede sola, escluse tutte l'altre
opere, basta alla salute e sola giustifica.
2 La fede che giustifica è la fiducia per
quale si crede i peccati esser rimessi per Cristo et i giustificati sono tenuti
a credere certamente che gli siano rimessi i peccati.
3 Per la sola fede possiamo comparir
inanzi a Dio, il qual né cura, né ha bisogno d'opere: la sola fede fa puri e
degni di ricevere l'eucaristia, credendo di dover in quella ricevere la grazia.
4 Gl'uomini che fanno cose oneste senza lo
Spirito Santo peccano, perché le fanno con cuore empio et è peccato l'osservare
i precetti di Dio senza fede.
5 L'ottima penitenza è la vita nuova, né è
necessaria la penitenza della vita passata e la penitenza de' peccati attuali
non dispone a ricever la grazia.
6 Nissuna disposizione è necessaria alla
giustificazione, né la fede giustifica perché disponga, ma perché è il mezo o
l'istromento con che s'aprende e si riceve la promessa e la grazia divina.
7 Il timor dell'inferno non giova per
acquistar la giustizia, anzi nuoce et è peccato e fa i peccatori peggiori.
8 La contrizione che nasce dalla
discussione, rammemorazione e detestazione de' peccati, ponderando la gravità,
moltitudine e brutezza di quelli, overo la perdita della beatitudine eterna e
l'acquisto della perpetua dannazione, fa l'uomo ipocrita e maggiormente
peccatore.
9 I terrori con quali sono spaventati i
peccatori internamente da Dio, o esternamente da' predicatori, sono peccati sin
tanto che siano superati dalla fede.
10 La dottrina delle disposizioni
distrugge quella della fede e leva la consolazione alle conscienze.
11 La sola fede è necessaria, le altre
cose non sono né commandate, né proibite, né ve è altro peccato se non
l'incredulità.
12 Chi ha la fede è libero da' precetti
della legge e non ha bisogno d'opere per esser salvo; perché la fede dona tutto
abondantemente e sola adempisce tutti i precetti, e nissun'opera del fedele è
tanto cattiva che possi accusarlo o condannarlo.
13 Il battezato non può perdere la sua
salute per qual si voglia peccato. Salvo che quando non voglia credere e nissun
peccato separa dalla grazia di Dio se non l'infedeltà.
14 La fede e le opere sono tra loro
contrarie e non si possono insegnare le opere senza iattura della fede.
15 Le opere esterne della seconda tavola
sono ipocrisia.
16 I giustificati sono liberi da ogni
colpa e pena, e non è necessaria satisfazzione in questa vita, né dopo la
morte, e però non vi è purgatorio, né satisfazzione che sia parte di penitenza.
17 I giustificati, ancorché abiano la
grazia di Dio, non possono adempir la legge, né schivar i peccati, né manco i
soli mortali.
18 L'obedienza alla legge ne' giustificati
è tenue et immonda per se stessa, non grata a Dio, ma accettata per la fede
della persona riconciliata, quale crede che le reliquie de' peccati gli sono
condonate.
19 In ogni opera buona il giusto pecca e
nissun'opera fa che non sia peccato veniale.
20 Tutte le opere degli uomini, eziandio
santissimi, sono peccati. Le opere buone del giusto per la misericordia di Dio
sono veniali, ma secondo il rigore del divino giudicio sono mortali.
21 Se ben il giusto debbe dubitare che le
opere sue siano peccati, debbe insieme esser certo che non sono imputati.
22 La grazia e la giustizia altro non sono
che la divina volontà, né i giustificati hanno alcuna giustizia inerente in
loro et i peccati non gli sono scancellati, ma solamente rimessi e non
imputati.
23 La giustizia nostra non è altro che la
imputazione della giustizia di Cristo, et i giusti hanno bisogno d'una continua
giustificazione et imputazione della giustizia di Cristo.
24 Tutti i giustificati sono ricevuti ad
ugual grazia e gloria, e tutti i cristiani nella giustizia sono ugualmente
grandi come la Madre di Dio, et ugualmente santi come lei.
25 Le opere del giustificato non sono
meriti della beatitudine, né si può porre alcuna fiducia in loro, ma solo nella
misericordia di Dio.
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