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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro secondo
    • [Giubileo in Roma per la guerra contra i protestanti]
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[Giubileo in Roma per la guerra contra i protestanti]

Ma mentre in Trento si fanno queste dispute, il pontefice in Roma a 15 di luglio publicò un giubileo col quale levò la fatica a' prencipi di Germania d'investigar o persuader ad altri la vera causa della guerra; perché in quella bolla, avendo diffusamente esplicato il suo affetto e sollecitudine pastorale per la salute degli uomini, narrata la perdizione delle anime che continuamente seguiva per l'accrescimento delle eresie, che per estirparle era il concilio già comminciato, si doleva sopra modo della pertinacia degli eretici che lo sprezzavano e ricusavano ubedirlo e sottoporsi alla definizione di quello; al che per rimediare, egli aveva concluso lega con Cesare per ridur con forza d'arme gli eretici all'ubedienza della Chiesa; e per tanto ogni uno ricorresse a Dio con preghiere e digiuni, confessioni e communioni, acciò la Maestà Sua divina concedesse buon essito a quella guerra presa a gloria sua, essaltazione della Chiesa e per estirpar l'eresie.

Cesare, seguendo la deliberazione d'ascondere la causa della religione, publicò sotto i 20 dello stesso mese un bando contra il sassone et il lantgravio, imputando loro d'aver impedito sempre i suoi dissegni, non averlo mai ubedito, avere fatto congiure contra lui, mosso la guerra ad altri prencipi dell'Imperio, aver occupato vescovati et altre prefetture, privato molti delle loro facoltà, e tutte queste cose coperte con specioso e dolce nome della religione, della pace e della libertà, avendo però ogni altro fine. Per tanto come perfidi, ribelli, sediziosi, rei di lesa maestà, perturbatori della tranquillità publica gli proscrive, commanda che nissun gli dia aiuto e si congionga con loro, assolve la nobiltà e popolo de' dominii loro dal giuramento della fedeltà, includendo nel medesimo bando tutti quelli che persevereranno nella loro ubedienza,

Al pontefice fu molto molesta la causa della guerra che Cesare allegava, et a Cesare molto molesta l'allegata dal pontefice, perché ciascuno di loro veniva ad impedir gli fini dell'altro. Imperoché, quantonque il papa pretendesse d'aver fatto questo manifesto acciò fosse dal popolo di tutto 'l cristianesmo implorato l'aiuto divino per favorire le arme dell'imperatore, egli nondimeno et ogni persona di giudicio molto bene conobbero questo essere fatto per notificar a tutto 'l mondo et alla Germania che quella era guerra di religione; il che fu anco dagli imprudenti conosciuto poco dopo, perché fu publicata la lettera da lui scritta a' svizzeri, della quale si è di sopra parlato, mandando copia de' capitoli medesimi del contrattato col Madruccio. Il fine del pontefice, in publicar il contrario di quello che l'imperatore faceva, era perché ben voleva la depressione de' protestanti, ma non con aummento delle cose di Cesare; per implicargli con equilibrio pensava di necessitare tutti i professori della nuova religione ad unirsi contra lui. Certo è che l'azzione del papa fu di qualche impedimento a' dissegni di Cesare; imperoché, avendo egli ricercato i medesimi svizzeri a continuare la lega che avevano con la casa d'Austria e Borgogna e non aiutare i suoi ribelli, gli evangelici risposero voler essere prima certi che la guerra non fosse per causa di religione: cosí avvenne che non ancora era principiata la guerra e già erano gettati in campo semi di discordia tra quei prencipi nuovamente collegati.

I potentati d'Italia restarono stupefatti e desideravano nel papa la solita sua prudenza di tener la guerra lontana d'Italia et i prencipi oltramontani in equilibrio di forze, il qual in un punto stesso aveva operato cosa contraria ad ambidoi questi fini. Imperoché, se l'imperatore avesse soggiogata la Germania, restava l'Italia a sua discrezione, senza che la Francia bastasse ad opporsi a tanta potenza; se anco l'imperatore soccombeva, era manifesto l'ardore de' tedeschi di passarsene in Italia. E forse queste raggioni, passando per mente al papa, lo persuasero, conclusa la lega, ad assicurarsi, contrapesando la Germania con l'imperatore.

 

 




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