[Congregazione per istabilir la materia
della seguente sessione. Si risolve di trattar de' sacramenti, e, per riforma,
degli abusi intorno al ministerio d'essi e di alcuni capi della residenza]
Ma tornando alle cose conciliari, il dí
seguente la sessione si ridusse la congregazione generale per deliberare et
ordinare la materia da digerire per la sessione futura, e quanto alla parte
spettante alla fede, essendo già deliberato di seguire l'ordine della
confessione augustana, si faceva inanzi il capo del ministerio ecclesiastico,
il quale i luterani dicono esser autorità d'annonciare l'Evangelio e ministrare
i sacramenti, et attendendo alcuni la prima parte, proponevano che si trattasse
della potestà ecclesiastica, dicchiarando tutte quelle fonzioni spirituali e
temporali che Dio gli ha concesso sopra i fedeli, le quali da' luterani erano
negate; e questo piaceva all'universale de' prelati, perché era materia di
facil intelligenza, senza spinosità scolastica, e dove averebbono potuto avere
la parte loro. A' teologi non era grato, non essendo quelle materie trattate
da' scolastici; onde non averebbono avuto che disputare e sarebbe convenuto
rimettersene per il piú a' canonisti. Dicevano che gli augustani non trattano
di tutta l'autorità ecclesiastica, ma di sola quella di predicare, della quale
nella precedente sessione si era decretato quanto bastava: ma nella seconda
parte era ben materia connessa e conseguente la giustificazione, cioè i
sacramenti, che sono i mezi per essere giustificati, e che questi era piú
conveniente far soggetto della seguente sessione. A questa aderivano i legati
et i dependenti loro, in apparenza per le medesime raggioni, ma in loro segreto
per una altra piú potente: perché in quell'altra considerazione s'averebbe
trattato dell'autorità de' concilii e del pontefice, e proposte molte materie
scabrose e da non movere.
Risoluto di trattare la materia de'
sacramenti, si considerò che era molta et ampia, e non potersi comprendere in
una sessione, né manco potersi facilmente determinare in quante parti
dividerla. Dagli augustani esser fatta breve coll'aver levato 4 sacramenti, de'
quali tanto piú essattamente si doveva trattare per restabilirgli; per tanto
esser ben che si desse principio a discutere prima de' sacramenti in
universale, e fu dato carico di ordinare gli articoli tratti dalla dottrina
luterana, descendendo anco a' sacramenti in particolare, di quanti fosse parso
potersi fare discussione, et acciò la riforma seguisse la definizione della
fede e dogmi, consequentemente si mettessero insieme gli abusi occorenti nel
ministerio de' sacramenti, ordinando una congregazione de' prelati et altri
canonisti che discorressero i rimedii e sopra formassero decreti, con ordine
che, occorrendo nel medesimo giorno ambedue, a' teologi presidesse il cardinale
Santa Croce, a' canonisti quello del Monte, et ambidue insieme nelle
congregazioni generali. Ma oltre di questo, attesa la promessa di continuare
anco la materia della residenza, non si tralasciasse di trattarne qualche
articolo de' piú principali. In questo non fu cosí facile convenire, avendo i
legati co' loro aderenti fini contrarii agli altri vescovi.
Questi erano entrati in speranza e
miravano quasi tutti, ma i spagnuoli sopra gli altri, a racquistare l'autorità
episcopale che anticamente s'essercitava da ciascuno nella diocese propria,
quando erano incognite le reservazioni de' beneficii, de' casi o d'assoluzioni,
le dispense et altre tal cose, le quali solevano dire in raggionamenti privati
e fra poche persone che l'appetito di dominare e l'avarizia l'avevano fatte proprie
alla corte romana sotto finto colore di maneggiarle meglio e piú con publico
servizio di Dio e della Chiesa per tutta la cristianità, che i vescovi nelle
città proprie, attesa qualche imperfezzione et ignoranza loro. Cosa però non
vera, poiché non entrò nell'ordine episcopale dissoluzione, né ignoranzia, se
non dopo che furono costretti andare per servitori a Roma. Ma quando bene
s'avesse visto un mal governo allora ne' vescovi, che avesse costretto levargli
l'autorità propria, ora che si vede pessimo nella corte romana, l'istessa
raggione maggiormente costringere di levargli quel maneggio che non è proprio
suo e da lei è sommamente abusato.
Ottima medicina era stimata da questi
prelati, per rimedio al mal passato e preservativo all'avvenire, il decreto che
la residenza sia de iure divino. Perché se Dio ha commandato a' vescovi
di risedere perpetuamente alla cura del gregge, per necessaria consequenzia gli
ha prescritto anco il carico e dato loro la potestà per ben essercitarlo;
adonque il papa non potrà né chiamargli, né occupargli in altro, né
dispensargli, né restringere l'autorità data da Dio. Però facevano instanza che
si venisse alla determinazione, dicendo esser necessario risolvere
quell'articolo, dopo che era discusso a bastanza. Il cardinale del Monte,
premeditato già, lasciò prima parlare a piú ferventi, acciò essalassero parte
del calore, poi con destro modo si oppose dicendo che era ben necessario farlo,
poiché il mondo tutto era in quell'espettativa, ma anco conveniva farlo in
tempo opportuno; che la difficoltà era stata trattata con troppo calore et in
molti aveva piú eccitato gli affetti che la raggione; onde era necessario
lasciare sbollire quel fervore et interponer un poco di tempo, tanto che
scordati delle contenzioni, vivificata la carità, si dia luogo allo Spirito
Santo, senza il qual non si può decidere la verità. Che la Santità del sommo
pontefice, la qual con dispiacere ha inteso le contenzioni passate, ricerca
l'istesso per poter egli ancora far discutere la materia in Roma et aiutare la
sinodo di conseglio. Concluse in fine con parole piú risolute di quello che si
doveva inferire da cosí modesto principio, che non se [ne] parlasse piú inanzi
la sessione, che cosí era risoluta volontà del papa, ma ben si attendesse alla
riforma degli inconvenienti che sono stati causa d'introdur l'abuso di non
risedere. Questa mistura di remonstranze et imperio fu causa che da alcuni de'
padri, che dopo mandarono trattati in stampa in questa materia, fosse detto e
posto in stampa che da legati era stato proibito il parlar di tal questione, e
da altri fosse negato con invettiva contra i primi, dicendo che derogassero
alla libertà del concilio. Fu per fine della congregazione risoluto di pigliare
le cose tralasciate nella precedente sessione e trattare di levare gli
impedimenti che costringono a non risedere. Fra' quali occorrendo come
principalissimo la pluralità de' beneficii, essendo impossibile risedere in piú
luoghi, si deliberò trattare di quella.
Ma per non confondere le materie, narrerò
insieme quello che a' sacramenti aspetta, dove non occorse se non
considerazione per il piú speculativa e dottrinale, per non interromper il filo
della materia beneficiale, nella quale occorsero cose che aprirono la via ad
importanti e pericolosi accidenti. In materia de' sacramenti furono formati
articoli da' deputati e prescritto a' teologi il modo di parlare sopra di
quelli in un foglio communicato a tutti, con ordine che dicessero se tutti
erano eretici overo erronei e se dalla sinodo dovevano essere condannati; e
quando forse alcuno non meritasse dannazione, adducessero le raggioni e
l'autorità; appresso esplicassero qual sia stato in tutti quei il parere de'
concilii e de santi padri e quali degli articoli si ritrovino già reprobati e
quali restino da condannare; e se nella proposta materia ad alcuno occorresse
qualche altro articolo degno di censura, l'avvertissero, et in tutto ciò
fuggissero le questioni impertinenti, de' quali si può disputare l'una e
l'altra parte senza pregiudicio della fede, et ogni altra superfluità o
longhezza di parole.
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