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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro secondo
    • [Congregazione per istabilir la materia della seguente sessione. Si risolve di trattar de' sacramenti, e, per riforma, degli abusi intorno al ministerio d'essi e di alcuni capi della residenza]
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[Congregazione per istabilir la materia della seguente sessione. Si risolve di trattar de' sacramenti, e, per riforma, degli abusi intorno al ministerio d'essi e di alcuni capi della residenza]

Ma tornando alle cose conciliari, il seguente la sessione si ridusse la congregazione generale per deliberare et ordinare la materia da digerire per la sessione futura, e quanto alla parte spettante alla fede, essendo già deliberato di seguire l'ordine della confessione augustana, si faceva inanzi il capo del ministerio ecclesiastico, il quale i luterani dicono esser autorità d'annonciare l'Evangelio e ministrare i sacramenti, et attendendo alcuni la prima parte, proponevano che si trattasse della potestà ecclesiastica, dicchiarando tutte quelle fonzioni spirituali e temporali che Dio gli ha concesso sopra i fedeli, le quali da' luterani erano negate; e questo piaceva all'universale de' prelati, perché era materia di facil intelligenza, senza spinosità scolastica, e dove averebbono potuto avere la parte loro. A' teologi non era grato, non essendo quelle materie trattate da' scolastici; onde non averebbono avuto che disputare e sarebbe convenuto rimettersene per il piú a' canonisti. Dicevano che gli augustani non trattano di tutta l'autorità ecclesiastica, ma di sola quella di predicare, della quale nella precedente sessione si era decretato quanto bastava: ma nella seconda parte era ben materia connessa e conseguente la giustificazione, cioè i sacramenti, che sono i mezi per essere giustificati, e che questi era piú conveniente far soggetto della seguente sessione. A questa aderivano i legati et i dependenti loro, in apparenza per le medesime raggioni, ma in loro segreto per una altra piú potente: perché in quell'altra considerazione s'averebbe trattato dell'autorità de' concilii e del pontefice, e proposte molte materie scabrose e da non movere.

Risoluto di trattare la materia de' sacramenti, si considerò che era molta et ampia, e non potersi comprendere in una sessione, né manco potersi facilmente determinare in quante parti dividerla. Dagli augustani esser fatta breve coll'aver levato 4 sacramenti, de' quali tanto piú essattamente si doveva trattare per restabilirgli; per tanto esser ben che si desse principio a discutere prima de' sacramenti in universale, e fu dato carico di ordinare gli articoli tratti dalla dottrina luterana, descendendo anco a' sacramenti in particolare, di quanti fosse parso potersi fare discussione, et acciò la riforma seguisse la definizione della fede e dogmi, consequentemente si mettessero insieme gli abusi occorenti nel ministerio de' sacramenti, ordinando una congregazione de' prelati et altri canonisti che discorressero i rimedii e sopra formassero decreti, con ordine che, occorrendo nel medesimo giorno ambedue, a' teologi presidesse il cardinale Santa Croce, a' canonisti quello del Monte, et ambidue insieme nelle congregazioni generali. Ma oltre di questo, attesa la promessa di continuare anco la materia della residenza, non si tralasciasse di trattarne qualche articolo de' piú principali. In questo non fu cosí facile convenire, avendo i legati co' loro aderenti fini contrarii agli altri vescovi.

Questi erano entrati in speranza e miravano quasi tutti, ma i spagnuoli sopra gli altri, a racquistare l'autorità episcopale che anticamente s'essercitava da ciascuno nella diocese propria, quando erano incognite le reservazioni de' beneficii, de' casi o d'assoluzioni, le dispense et altre tal cose, le quali solevano dire in raggionamenti privati e fra poche persone che l'appetito di dominare e l'avarizia l'avevano fatte proprie alla corte romana sotto finto colore di maneggiarle meglio e piú con publico servizio di Dio e della Chiesa per tutta la cristianità, che i vescovi nelle città proprie, attesa qualche imperfezzione et ignoranza loro. Cosa però non vera, poiché non entrò nell'ordine episcopale dissoluzione, né ignoranzia, se non dopo che furono costretti andare per servitori a Roma. Ma quando bene s'avesse visto un mal governo allora ne' vescovi, che avesse costretto levargli l'autorità propria, ora che si vede pessimo nella corte romana, l'istessa raggione maggiormente costringere di levargli quel maneggio che non è proprio suo e da lei è sommamente abusato.

Ottima medicina era stimata da questi prelati, per rimedio al mal passato e preservativo all'avvenire, il decreto che la residenza sia de iure divino. Perché se Dio ha commandato a' vescovi di risedere perpetuamente alla cura del gregge, per necessaria consequenzia gli ha prescritto anco il carico e dato loro la potestà per ben essercitarlo; adonque il papa non potrà né chiamargli, né occupargli in altro, né dispensargli, né restringere l'autorità data da Dio. Però facevano instanza che si venisse alla determinazione, dicendo esser necessario risolvere quell'articolo, dopo che era discusso a bastanza. Il cardinale del Monte, premeditato già, lasciò prima parlare a piú ferventi, acciò essalassero parte del calore, poi con destro modo si oppose dicendo che era ben necessario farlo, poiché il mondo tutto era in quell'espettativa, ma anco conveniva farlo in tempo opportuno; che la difficoltà era stata trattata con troppo calore et in molti aveva piú eccitato gli affetti che la raggione; onde era necessario lasciare sbollire quel fervore et interponer un poco di tempo, tanto che scordati delle contenzioni, vivificata la carità, si dia luogo allo Spirito Santo, senza il qual non si può decidere la verità. Che la Santità del sommo pontefice, la qual con dispiacere ha inteso le contenzioni passate, ricerca l'istesso per poter egli ancora far discutere la materia in Roma et aiutare la sinodo di conseglio. Concluse in fine con parole piú risolute di quello che si doveva inferire da cosí modesto principio, che non se [ne] parlasse piú inanzi la sessione, che cosí era risoluta volontà del papa, ma ben si attendesse alla riforma degli inconvenienti che sono stati causa d'introdur l'abuso di non risedere. Questa mistura di remonstranze et imperio fu causa che da alcuni de' padri, che dopo mandarono trattati in stampa in questa materia, fosse detto e posto in stampa che da legati era stato proibito il parlar di tal questione, e da altri fosse negato con invettiva contra i primi, dicendo che derogassero alla libertà del concilio. Fu per fine della congregazione risoluto di pigliare le cose tralasciate nella precedente sessione e trattare di levare gli impedimenti che costringono a non risedere. Fra' quali occorrendo come principalissimo la pluralità de' beneficii, essendo impossibile risedere in piú luoghi, si deliberò trattare di quella.

Ma per non confondere le materie, narrerò insieme quello che a' sacramenti aspetta, dove non occorse se non considerazione per il piú speculativa e dottrinale, per non interromper il filo della materia beneficiale, nella quale occorsero cose che aprirono la via ad importanti e pericolosi accidenti. In materia de' sacramenti furono formati articoli da' deputati e prescritto a' teologi il modo di parlare sopra di quelli in un foglio communicato a tutti, con ordine che dicessero se tutti erano eretici overo erronei e se dalla sinodo dovevano essere condannati; e quando forse alcuno non meritasse dannazione, adducessero le raggioni e l'autorità; appresso esplicassero qual sia stato in tutti quei il parere de' concilii e de santi padri e quali degli articoli si ritrovino già reprobati e quali restino da condannare; e se nella proposta materia ad alcuno occorresse qualche altro articolo degno di censura, l'avvertissero, et in tutto ciò fuggissero le questioni impertinenti, de' quali si può disputare l'una e l'altra parte senza pregiudicio della fede, et ogni altra superfluità o longhezza di parole.

 

 




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