[Discorso dell'origine, progresso e
pretesti degli abusi riguardo a' benefici]
Ma perché questo particolare merita esser
ben inteso, sarà cosa giovevole narrar l'origine dell'abuso e come sia
pervenuto a questo colmo. Tralasciato di parlare di quei felici tempi, quando
il nome di Chiesa era commune a tutta l'adunanza de' fedeli, alla quale ancora
apparteneva l'uso et il dominio de' beni che si chiamano ecclesiastichi, quando
di una massa commune, era preso il vitto e vestito de' poveri e de' ministri,
anzi si provedeva piú principalmente a' bisogni di quelli che di questi; né
facendo menzione di quando per la imperfezzione si smontò un grado, e si fece
di una massa 4 parti, ponendo nell'infimo luogo quella de' poveri, che secondo
l'uso d'inanzi doveva esser nel primo; ma pigliando principio dopo che, escluso
dal nome di Chiesa il popolo di Cristo et appropriatolo a' soli chierici, per appropriargli
insieme l'uso et il dominio de' beni, fu a pochi applicato quello che di tutti
era, et agli opulenti quello che prima serviva agli indigenti; nel principio,
dico, di quei tempi, avendo i chierici partito tra loro tutte le entrate della
Chiesa, i carichi, che prima erano chiamati ministerii et officii della cura
spirituale, ebbero per principale il temporale e furono nominati beneficii. E
per allora, vivendo tuttavia i canoni antichi che uno non fosse a doi titoli
ordinato, nissun poteva aver se non un beneficio. Ma succedendo per le guerre o
inondazioni la diminuzione delle entrate, sí che non restassero sufficienti per
il vitto, era quel beneficio conferito a chi un altro [ne] teneva; ad un tale,
però, che potesse attendere ad ambidoi. Il che s'introdusse fare non a favor
del beneficiato, ma della chiesa, la qual non potendo aver un proprio ministro,
avesse almeno qualche altro servizio che gli potesse esser prestato. Sotto
pretesto che un beneficio non fosse sufficiente al vitto e non si trovasse chi
gli servisse, s'allargò a concederne piú ad uno, quantonque non apparisse
necessario per servizio delle chiese, e pian piano, levata la maschera, non
s'ebbe per vergogna far l'istesso a favor del beneficiato; di che ricevendo il
mondo scandalo, convenne moderare et onestare l'introduzzione; laonde, poiché
si vedeva accettata la distinzione di obligati alla residenza e non obligati,
fu aggionta un'altra de' compatibili et incompatibili; chiamando incompatibili
tra loro quelli di residenza, e compatibili gli altri con questi e tra loro:
sempre però al color dell'onestà, era riservato il primo luogo con la glossa
de' canonisti che piú beneficii non siano dati, se non quando uno non basta per
vivere. Ma questa sufficienza la tagliavano molto larga, proporzionandola non
alla persona, ma anco alla qualità: non avendo per sufficiente ad un prete
dozenale se non fosse bastante per sé, per la famiglia de' parenti, per tre
servitori et un cavallo; ma se fosse nobile overo letterato tanto piú. Per un
vescovo è maraviglia quanto l'allargano per il decoro che gli convien tenere.
De' cardinali basta considerare il volgar detto della corte che s'uguagliano a'
re, dal che concludono che nissuna entrata sia eccessiva in loro, se non è
soprabondante alla condizione regale. Introdotta la consuetudine, e non potendo
il mondo, né l'equità resistere, i pontefici romani riservarono a sé soli il
poter dispensare degli incompatibili e dell'averne piú di doi degl'altri. Ma
per trovar modo di metter in pratica che avesse del colorato, si diede mano
alle commende, cosa anticamente ben instituita e poi adoperata solo a questo
fine. Già quando per qualche rispetto di guerre, pesti et altre cause tali non
si poteva cosí presto far l'elezzione o provisione, il superiore raccommandava
la chiesa vacante a qualche persona di bontà e valore, che oltre la cura della
propria, governasse anco la vacante finché fosse provisto di rettore proprio e
titulario: questo allora non aveva facoltà sopra le entrate, se non di
governarle e consegnarle. In progresso i commendatarii, sotto varii pretesti di
necessità et onestà, si valsero de' frutti e, per goderli piú longamente,
attraversavano varii impedimenti alla provisione; onde per rimedio fu preso
ordine che la commenda non potesse durare piú di 6 mesi. Ma i papi, con
l'autorità loro di plena potenza, passarono a commendare per piú longo tempo, e
finalmente anco a vita del commendatario, e con facoltà di usar per sé i frutti
oltre le spese necessarie. Questa buona invenzione cosí degenerata si usò ne' tempi
corrotti per paliare la pluralità al possessore d'un beneficio, commendandone
un altro o piú, cosí servando le parole della legge di non dar ad una persona
salvo che uno, ma defraudando il senso, poiché il commendatario a vita in
essistenza e realtà non è differente dal titolario. Erano commesse gravi
essorbitanze nel numero de' beneficii commendati, tanto che in questo secolo,
dopo nati i moti luterani e mentre tutto 'l mondo dimandava riforma, non ebbe
rispetto, né vergogna papa Clemente VII del 1534, di commendare ad Ippolito
cardinale de' Medici, suo nipote, tutti i beneficii di tutto 'l mondo, secolari
e regolari, degnità e personati, semplici e curati vacanti, per 6 mesi dal dí
che ne avesse presa la possessione, con facoltà di disponer e convertir in suo
uso tutti i frutti. La qual essorbitanza, sí come fu il colmo, cosí ne' tempi
inanzi non ardiva la corte valersi di questo, dando in commenda ad uno numero
molto grande.
Però fu inventato di valersi, per paliar
la pluralità, d'un altro uso antico trovato per buon fine, che è l'unione.
Questa era usata prima, quando una chiesa era destrutta overo le entrate
occupate, che si trasferiva quel poco rimanente al vicino insieme con il
carico, facendo tutto un solo beneficio. L'industria del cortegiano trovò che
anco fuor di questi rispetti s'unissero piú beneficii ad uno, sí che con
collazione di quello la pluralità si copriva afatto, quantonque a favore di
qualche cardinale o gran personaggio fossero uniti insieme 30 e 40 beneficii
posti in diversi luoghi di cristianità. Nasceva però un inconveniente, che si
diminuiva il numero de' beneficii, e la grazia fatta ad uno era poi fatta a
molti che succedevano, senza che la meritassero et impetrassero, con gran danno
della corte e della cancelleria; et in questo fu rimediato con sottile et
argutissima invenzione di unire quanti beneficii al papa piaceva in una massa,
durante solamente la vita di quello a cui era conferito, per la morte del quale
[l'] unione s'intendesse ipso facto dissoluta et i beneficii ritornati
nel suo stato primiero. Con questa maniera si venne all'apice delle belle
trovate, potendosi cosí conferir un solo beneficio in apparenza, che in
essistenza ne tirava molti, e confessarsi come quello che disse avere rubato
una briglia da cavallo, tacendo che fosse con quella imbrigliato l'animale.
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