[Proposito dell'autore]
Io non sono ignaro delle leggi
dell'istoria, in che quella sia differente dagli annali e da' diarii. So ancora
che genera sacietà nello scrittore, e nel lettore tedio la narrazione di
accidenti uniformi, e che raccontare minuzie troppo particolari merita nome
d'imprudente sacentaria; nondimeno osservo di frequenti repliche e minute
narrazioni in Omero, e che nell'espedizione di Ciro minore Senofonte piú rapisce
l'animo e piú insegna raccontando i raggionamenti serii e giocosi de' soldati,
che le azzioni e consegli de' prencipi. E vengo in opinione che a ciascuna
materia convenga la propria e singolar forma, e che questa mia non possi esser
formata con le ordinarie regole. Tengo per fermo che quest'opera sarà da pochi
letta et in breve tempo mancherà di vita, non tanto per difetto di forma,
quanto per la natura della materia: di che ne ricevo documento per quello che
veggo avvenuto alle altre simili. Ma a me, senza riguardo a perpetuità né
diuturnità, basta che sia per giovare a qualch'uno, a quale, conoscendo io che
sia per farne suo profitto, la mostrarò, con certezza che ne' tempi seguenti
gli avvenirà quello che le congionture porteranno.
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