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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro terzo
    • [Cesare rompe il Sassone, e 'l lantgravio s'arrende]
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[Cesare rompe il Sassone, e 'l lantgravio s'arrende]

Cesare, che con tutto l'essercito era nella Sassonia con potente armata a fronte di quell'elettore, occupato tutto nelle cose della guerra, aveva deposto i pensieri delle cose del concilio. Et il 24 dell'istesso mese, ordinato l'essercito sopra il fiume Elb, detto da' latini Albi, venne a giornata; dove il duca elettore restò ferito e preso e l'essercito suo disfatto; onde indebolite le forze de' protestanti, il lantgravio fu costretto ad accommodarsi; e pochi dopo, essendosi interposti il genero Maurizio e l'elettore di Brandeburg, spontaneamente comparve. Il duca prima fu condannato a morte come rebelle, poi concessagli la vita con varie condizioni durissime, le quali tutte accettò, fuorché di sottomettersi al concilio nella causa di religione: e Cesare si contentò che, fermate le altre, questa fosse tralasciata. Al lantgravio anco furono proposte altre condizioni; tra quali questa una, di ubedire a' decreti del concilio di Trento; al che non consentendo, sottoscrisse di rimettersi ad un concilio pio e libero, dove fossero riformati il capo e le membra, come farebbe il duca Mauricio e l'elettor di Brandeburg; e rimasero ambidoi pregioni, il sassone perpetuo et il lantgravio a beneplacito di Cesare. Per questa vittoria l'imperatore, fatto patrone della Germania, s'impadroní di numero grande d'artegliaria e cavò dalle città e prencipi gran quantità di danari: e per dar forma pacifica alle cose acquistate con le arme ordinò una dieta in Augusta.

Le quali cose afflissero grandemente il pontefice, che considerava l'Italia esser senza aiuto e restar a discrezione dell'imperatore. Si confortava però che sarebbe costretto, avendo vinto per forza, mantenersi anco con la medesima, e però non avrebbe potuto levare l'essercito di cosí presto: tra tanto a lui restava tempo di poter trattare e convenire col nuovo re di Francia, con gli italiani, e mettersi in sicuro. Sentiva in tante molestie allegrezza d'esser liberato dal timore del concilio. Lodava sopra modo la risoluzione del cardinale del Monte, dal quale riconosceva questo bene. Deliberò di mandar in Francia Gieronimo Boccaferro, romano, cardinale di San Georgio, in apparenza per dolersi col re della morte del padre e rallegrarsi del principio del suo regno, ma con commissione di trattar intelligenza e confederazione. Diede il pontefice al legato amplissima potestà di conceder al re ogni dimanda nella materia beneficiale, senza aver risguardo alcuno a' decreti del concilio tridentino; e per esser pronto a ricever ogni occasione che nascesse in Germania di implicare l'imperatore in difficoltà, et accioché in dieta non fosse presa qualche deliberazione a suo pregiudicio, mandò Francesco, cardinale Sfondrato per legato, con instruzzione di trattare con gl'ecclesiastici e tenergli in devozione, e propor anco diversi partiti a Cesare per fermar il concilio in Bologna, dal quale, quando fosse stato in luogo non a sé soggetto, temeva piú che delle arme, quali Cesare avesse potuto mover in Italia.

 

 




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