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Paolo Sarpi Istoria del Concilio tridentino IntraText CT - Lettura del testo |
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[e,] se ben spesse volte si ridussero i prelati in casa del legato, le congregazioni però non avevano forma, non vi essendo teologi. Si leggevano solamente le cose disputate in Bologna per maturare la deliberazione di quello che si doveva trattare, e massime in materia di riforma, che era stimata la parte piú importante. In fine del mese il pontefice mandò in svizzeri Gieronimo Franco, stato altre volte noncio di papa Paolo a quella nazione, principalmente per impedir che il re di Francia non avesse soldati da loro e per ottener levata per le cose di Parma; et in quell'occasione scrisse loro, sotto i 27 maggio, che, sí come aveva preso il nome di Giulio II, tanto affezzionato a loro, cosí voleva seguir l'essempio suo in amargli e servirsi dell'opera loro: al che aveva dato principio, pigliando una guardia della sua nazione per la custodia della persona propria et un'altra per Bologna; ora, essendo stato intimato e comminciato il concilio in Trento al primo di maggio, gli pregava operare che i suoi prelati dovessero ritrovarvisi per il primo di settembre, quando sarà la seconda sessione.
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