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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro quarto
    • [I protestanti germani si preparano per andar al concilio, dal quale chieggono salvocondotto]
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[I protestanti germani si preparano per andar al concilio, dal quale chieggono salvocondotto]

Ma in Germania piú che mai si parlava del concilio. Perché Maurizio, duca di Sassonia, veduta la risoluzione di Cesare e per dargli piú sicuro indicio di voler seguir la sua volontà di mandar a Trento, commandò a Filippo Melanton et alcuni altri teologi suoi di metter insieme li capi della dottrina da proponer in concilio e congregare tutti i dottori e ministri del suo Stato in Lipsia per essaminarla. E Cristoforo, duca di Vitemberg, poco fa successo al padre, fece da suoi far un'altra composizione, le quali erano in sostanza una cosa stessa, e l'una parte approvò quella dell'altra avendo eletto di non proceder unitamente, acciò l'imperatore non pigliasse sospizzione. Poi scrisse il duca Mauricio a Cesare, dando conto d'esser in ordine co' teologi suoi e della scrittura preparata; ma aggiongendo che non gli pareva il suo salvocondotto esser bastante; imperoché nel concilio di Costanza era stato determinato che si procedesse contra li andati al concilio, ancorché avessero salvocondotto dall'imperatore, et il decreto fu anco comprobato con l'essecuzione della morte de Giovanni Hus, andato a quel concilio sotto la fede publica di Sigismondo; perilché non poteva mandar alcun suo a Trento, se anco quei del concilio non gli davano salvocondotto, come fu fatto nel concilio di Basilea, dove li boemi, per l'essempio di Costanza, non volsero andar se non sotto la fede publica di tutto 'l concilio. Perilché pregava Cesare ad operare che fosse concesso loro dagl'ecclesiastici di Trento un salvocondotto nell'istessa forma che a' boemi in Basilea, perché li suoi erano a ponto nella istessa condizione al presente che i boemi allora. Cesare promise di farlo et a' suoi ambasciatori, che pur in quel tempo spedí al concilio, diede ordine di procurarlo.

 

 




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