[Il re publica un manifesto contra 'l
papa e fa un editto contra i luterani]
Diede iterata occasione a' medesimi
raggionamenti l'aviso che il re licenziò il noncio del pontefice e publicò un
manifesto, quale in quei giorni posto alla stampa fu per tutto divulgato, dove
longamente espone le cause perché prese la protezzione di Parma, incolpa il
papa della guerra intrapresa, l'attribuisce all'arteficio, acciò il concilio
non si tenesse; concludendo in fine non esser cosa giusta che fossero
somministrati danari, per far guerra contra di lui, del suo regno, dal quale è
cavata somma grande ordinariamente per vacanza, bolle, grazie, dispense et
ispedizzioni; e pertanto col conseglio de' suoi prencipi proibiva d'ispedir
corrieri a Roma e risponder per via di banco danari o altri ori et argenti non
coniati per materie beneficiali o altre grazie e dispense, sotto pena di
confiscazione cosí agl'ecclesiastici, come a' secolari, et a questi, oltra ciò,
d'esser puniti corporalmente; applicando a' denunciatori la terza parte della
confiscazione. Il qual manifesto fu verificato in parlamento con proposta del
procurator generale del re, nella quale diceva che non era cosa nuova, ma usata
da Carlo VI, Luis XI e Luis XII e conforme alla legge commune, che danari non
siano portati a' nimici, e che sarebbe cosa troppo dura che con danari di
Francia fosse fatta guerra al re, et esser meglio per i sudditi del regno
conservar i soldi proprii e non curarsi di dispense, le quali non sono bastanti
a sicurar la conscienza, né altro sono che un colore agli occhi degl'uomini,
quale appresso Dio non può occultar la verità.
Non potevano sopportar né a Roma, né a
Trento che il re protestasse contra il papa e volesse anco fargli guerra, e
tuttavia dicesse che conservava la medesima riverenza verso la Sede apostolica,
non essendo la Sede apostolica altro che il papa. Al che i francesi
rispondevano che l'antichità non ebbe questa opinione: anzi Vittor III, che fu
pur, tra i papi, di quelli che molto si assonsero, disse che la Sede apostolica
era sua signora. L'istesso fu detto inanzi lui da Steffano IV e da' piú vecchi
Vitaliano e Costantino. Appar chiaro che per Sede apostolica viene intesa la
Chiesa romana; altrimente quando fosse una stessa cosa col papa, anco gli
errori e difetti del papa sarebbono della Sede apostolica.
Il re di Francia, temendo che per la sua
dissensione col pontefice i desiderosi di mutazione di religione non facessero
qualche novità che partorisse sedizione, overo egli non fosse posto in concetto
cattivo del popolo, come che avesse animo alieno dalla catolica, e forse anco per
aprir una porta di potersi conciliare con Roma, fece un severissimo editto
contra i luterani, confermando tutti gli altri da lui publicati per inanzi et
aggiongendo maggior pene e piú modi di scoprir i colpevoli e premii a'
denonciatori.
L'imperatore, considerando che il re di
Francia, per il numero de' cardinali francesi et altri dependenti da quella
corona, non era di minor poter di lui nel collegio, et essendovi gionta la
parte de' Farnesi lo superava di gran longa, quantonque avesse dalla sua il pontefice,
mandò a Roma don Giovanni Manriquez a persuader il pontefice di crear nuovi
cardinali per avantaggiare overo pareggiare il numero de' francesi. Al che il
pontefice inclinava, ma vedeva però la difficoltà che vi era in un pontificato
nuovo et essausto et in tempo de sollevamenti, quando è difficile aver il
consenso di tutti i cardinali, et il creargli senza il consenso esser
pericoloso. Stava ambiguo se era meglio farne molti in una volta, o pura poco a
poco. A questo secondo modo gli pareva che piú facilmente averebbe ottenuto il
consenso et i confidenti sarebbono restati in speranza, e che ad una numerosa
promozione si sarebbono maggiormente opposti i cardinali e gl'esclusi sarebbono
disperati. Restava anco in ambiguità se doveva creare alcuno de' prelati del
concilio. A questo lo persuadeva che molti ve n'erano benemeriti e che
bisognava tener conto de' tre elettori, e massime del Magontino che vi pensava.
Dall'altro canto il mandar al concilio capelli rossi gli pareva cosa invidiosa.
Risolse in se stesso non aspettare il Natale, quando tutti vengono fuori con la
sua pretensione et i banchi sono pieni di scommesse, ma un giorno
sprovistamente venir all'essecuzione, se ben poi non trovò tempo opportuno di
creargli se non al Natale.
|