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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro quarto
    • [In Trento vi sono riconosciuti alcuni difetti, a' quali si applicano leggieri rimedii]
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[In Trento vi sono riconosciuti alcuni difetti, a' quali si applicano leggieri rimedii]

In Trento furono conosciuti due difetti, cioè che dal canto de' superiori la carità era convertita in dominazione, e dal canto degl'inferiori l'obedienza voltata in querele e sutterfugii e querimonie, e si pensò prima di proveder in qualche parte ad ambedue. Ma nel proseguir, quanto alla prima, che è la fontana dove la seconda ha origine, non si venne se non ad un rimedio essortatorio a' prelati di levar la dominazione e restituir la carità; ma per quello che a' sudditi tocca, essendo fatta menzione di molti sutterfugii usati per deludere la giustizia, furono pigliati tre capi solamente: le appellazioni, le grazie assolutorie e le querele contra i giudici.

Delle appellazioni parlò con molta dignità Giovanni Gropero, che in quel concilio interveniva e per teologo e per iurisconsulto, dicendo che mentre che il fervor della fede durò ne' petti de' cristiani, fu inaudita l'appellazione; ma raffreddata la carità ne' giudici e dato luogo agl'affetti, sottentrò nella Chiesa, per le stesse raggioni che l'introdussero nel foro del secolo, cioè per sollevazione degl'oppressi; e come i giudicii primi non erano del solo vescovo, ma di lui col concilio de' suoi preti, cosí l'appellazione si devolveva non ad uno, ma ad un'altra congregazione. Ma i vescovi, levate le sinodi, instituirono li fori et ufficiali a guisa de' secolari. Né il male si fermò in questo grado, anzi passò ad abusi maggiori che nel foro secolare, imperoché in quello l'appellazione non si può interporre se non al superiore immediato: il saltar alla prima al supremo non è lecito; né meno è permesso negl'articoli della causa appellare da' decreti del giudice che chiamano interlocutorii, ma è necessario aspettar il fine; dove negl'ecclesiastici s'appella d'ogni atto, che fa le cause infinite, et immediate al supremo, che porta le cause fuori delle regioni, con dispendii et altri mali intolerabili. Questo egli diceva aver narrato per concluder che, volendo riformar questa materia, la quale è tutta corrotta e non solo impedisce la residenza, come nelle congregazioni da tanti valenti dottori e padri era stato considerato, ma maggiormente perché corrompe tutta la disciplina et è di gravame a' popoli, di spesa e di scandalo, conveniva ridurla al suo principio, o quanto piú prossimo fosse possibile, mettendosi inanzi gl'occhi un'idea perfetta et, a quella mirando, accostarsi quanto la corrozzione della materia comporta. Che le religioni monacali ben instituite hanno proibito ogn'appellazione, e questo è il rimedio vero. Chi non ha potuto gionger tanto alto, le ha moderate, concedendole tra il loro ordine con proibizione di quelle di fuori; cosa che riuscendo, come si vede, a tener in buona regola quei governi, farebbe l'istesso effetto ne' publici della Chiesa, quando le appellazioni restassero nella medesima provincia, e per effettuar questo e per raffrenar la malizia de' litiganti basta ridurle alla forma delle leggi communi, con proibir il salto di poter andar al supremo senza passar per gl'intermedii superiori e con vietare le appellazioni dagli articoli o decreti interlocutorii, con le qual provisioni le cause non anderanno lontane, non saranno tirate in longo, non intervenirà l'eccessiva spesa e gl'innumerabili gravami; et acciò i giudicii passino con sincerità, restituire li sinodali, non soggetti a tanta corrozzione, levando quei degl'ufficiali, de' quali il mondo è tanto scandalizato che non è piú possibile che la Germania gli sopporti.

Non fu gratamente udito questo parere, se non da' spagnuoli e tedeschi; ma il cardinale et il noncio sipontino sentirono sommo dispiacere che cosí inanzi si passasse. Questo era un levar afatto non solo l'utile della corte; ma la degnità ancora; nessuna causa anderebbe a Roma et a poco a poco ogni uno si scorderebbe della superiorità del pontefice, essendo ordinario degli uomini non stimar quello superiore, l'autorità del quale non si tema o non se ne possi valere. Operarono però che da Giovanni Battista Castello, bolognese, fosse parlato nella congregazione seguente nell'istessa materia, in modo che, senza contradir a Gropero, fosse mortificata l'apparenza delle raggioni da lui allegate. Egli incomminciò dalle lodi dell'antichità della Chiesa, toccando però con destrezza che in quei medesimi tempi vi erano le sue imperfezzioni, in qualche parte maggiori delle presenti: ringraziato Dio, diceva, che non è oppressa la Chiesa, come quando gli arriani a pena la lasciavano apparire; non si debbe tanto lodare la vecchiezza, che non si reputi anco che ne' secoli posteriori qualche cosa non sia fatta migliore. Quelli che lodano i giudicii sinodali non hanno veduto i defetti di quelli, l'infinità, longhezza nelle espedizioni, gl'impedimenti nel diligente essamine, la difficoltà nell'informare tanti, le sedizioni per le fazzioni; è ben da credere che siano stati intermessi perché non bene succedevano; li fori et ufficiali furono introdotti per rimediare a quei disordini; non si può negare che questi non ne portino altri, degni di provisione; questo bisogna fare, ma non rimettere in piedi quello che fu abolito per non potersi tolerare. Nell'appellazioni si costumava passare per i mezi e non andar al supremo, e questo si è levato, perché i capi delle provincie e regioni erano fatti tiranni delle chiese: s'ha introdotto per rimedio il portare tutti i negozii a Roma. Questo ha il suo male: la lontananza, la spesa, ma piú tolerabili che l'oppressione; chi ritornasse il modo di prima, si troverebbe, per aver rimediato ad un male, averne causato molti, e ciascuno maggiore. Ma sopra tutto doversi considerare che non conviene l'istesso modo di governo ad una cosa publica in tutti i tempi, anzi come quello fa delle mutazioni, cosí conviene mutare il governo; il modo di regger antico non sarà fruttuoso, se insieme lo stato della Chiesa non torna l'antico: chi, attendendo il modo come i putti si governano e come quella libertà di mangiare e bere ogni cosa in ogni tempo è causa di sanità e robustezza, pensasse a governare cosí un vecchio, si troverebbe molto ingannato. Le chiese erano picciole, circondate da pagani, unite tra loro come vicine al nimico; adesso son grandi e senza contrario che le tenga in ufficio, onde le cose communi sono neglette et è necessario che siano da uno curate. Se in ciascuna provincia le cause restassero, fra pochi anni tanta diversità nascerebbe, che sariano contrarie l'una all'altra, che non apparirebbono della medesima fede e religione. I pontefici romani negl'antichi tempi non hanno assonto a loro molte parti del governo, quando vedevano che caminava ben; l'hanno riservate a sé, quando dagl'altri sono state abusate. Molti sono dopo succeduti pontefici di santa vita et ottima intenzione, che le averebbono restituite, quando non avessero veduto che in materia corrotta non potevano esser ben usate. Concluse che per servar l'unità della Chiesa era necessario lasciar le cose nell'istesso termine.

Ma né questo piacque manco a' prelati italiani, quali, se ben volevano conservata l'autorità del papa, desideravano esserci per qualche cosa; massime dovendo star alla residenza: però si venne a temperamenti. Il restituir li giudicii sinodali fu da quasi tutti escluso, ché diminuiva l'autorità episcopale e teneva del popolare; l'andar per gradi nell'appellazione, se ben sostentato da molti, fu escluso dalla pluralità de voci. L'appellar dalle sole diffinitive s'accommodò con limitazione nelle sole cause criminali, lasciati i giudicii civili nello stato stesso, se ben avevano quelli forse bisogno maggiore d'esser riformati; per quel che tocca il giudicio contra le persone de' vescovi, non desiderando alcuno di facilitare i giudicii contra di sé, non si parlò di restituirgli alle sinodi parochiali, de' quali già erano proprie, ma di provedere che, restando in mano del papa, passassero con maggior dignità di quell'ordine, moderando le commissioni che da Roma si davano, per quali erano costretti comparire e sottomettersi a persone d'ordine inferiore; e questo fu cosí ardentemente da tutti desiderato, che fu necessario al legato condescendervi, quantonque non gli piacesse essaltazione alcuna de' vescovi, levandosi al papa tutto quello che a loro si dava.

 

 




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