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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro quarto
    • [I prelati germani richiedono riforma nelle degradazioni]
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[I prelati germani richiedono riforma nelle degradazioni]

I prelati germani proposero che le leggi delle degradazioni fossero moderate, come quelle che erano fatte intolerabili e porgevano molta occasione di querimonia in Germania, poiché, essendo una pura ceremonia che impedisce la giustizia, et avendo chiesta la moderazione sino dal 1522, nel trigesimoprimo delli 100 gravami, il veder che si perseveri nell'abuso ad altri genera scandolo, ad altri è materia di detrazzione. Antico uso della Chiesa fu che dovendo ritornare alcuna persona ecclesiastica allo stato secolare, accioché non apparisca che i deputati al ministerio della Chiesa servissero a cose mondane, costumavano i vescovi di levargli il grado ecclesiastico, ad essempio della milizia che, per tenersi in onorevolezza, non concedeva che un soldato ritornasse alle fazzioni civili o fosse al giudice civile sottoposto, se prima non era spogliato del grado militare, che per ciò fu detto degradazione, con levargli la cintura et arme, come con quelle era stato creato soldato. Perilché, quando alcun chierico, o per propria volontà, o per leggi, doveva ritornare alle fazzioni secolari, overo per delitti esser sottoposto a quel foro, i vescovi gli levavano il grado con quelle stesse ceremonie con quali era stato investito, spogliandolo degli abiti e levandogli di mano gli istromenti con l'assignazione de' quali era deputato al ministerio; vestitolo prima a ponto, come se fosse in atto di ministrare nel suo carico, e spogliandolo con incomminciare da quello che fu ultimo nell'ordinazione e con parole contrarie a quelle che nella promozione sono usate. E questo era cosa assai quotidiana in quei primi tempi dopo Constantino per 300 anni. Ma intorno il 600 fu introdotto di non permettere a' chierici di ordine sacro di poter tornar al secolo, et agli altri concesso che lo potessero fare a suo piacere; onde pian piano la degradazione de' minori andò in total desuetudine e quella de' maggiori si restrinse solo quando dovevano esser sottoposti al foro. E Giustiniano, regolando i giudicii de chierici, dopo aver ordinato che ne' delitti ecclesiastici fossero dal vescovo castigati, e ne' delitti secolari, che esso chiamò civili, fossero puniti dal giudice publico, aggionse che però la pena non s'esseguisse prima che il reo fosse spogliato del sacerdozio dal vescovo. E dopoi che a' vescovi furono concessi i giudicii criminali sopra i chierici, la degradazione restò solo in caso dove la pena dovesse esser di morte, la qual, per degnità dell'ordine suo, gl'ecclesiastici non averebbono voluto che mai fosse inserita; ma ne' casi d'essorbitante sceleratezza non pareva che senza scandalo si potesse negare; però, quello che non si poteva al diretto, trovarono modo di indirettamente effettuare, con dire esser ben giusto punir le sceleratezze de' chierici con la meritata morte, ma che era necessaria prima la degradazione, e con farla cosí difficile con circonstanze di solennità, che pochissime volte si potesse metter in prattica, operavano che poche volte fosse effettuata: dovendo anco questo servire a maggior riverenza dell'ordine clericale, nel sangue del quale la giustizia non poteva metter mano senza tanta solennità precedente. Per questa causa non fu concesso che da' vescovi si facesse se non in publico con le vesti sacre e, quello che piú importava, con assistenza di 12 vescovi nella degradazione d'un vescovo, di 6 in quella d'un prete, di tre per un diacono, i quali con paramenti ponteficali fossero presenti; e parendo cosa ardua che al vescovo, quale senza compagnia diede il grado, non sia concesso al solo far mostra di levarlo, papa Innocenzio III levò la maraviglia con una massima che non ha maggior probabilità, dicendo che gli edificii temporali con difficoltà sono fabricati e con facilità destrutti, ma gli spirituali, in contrario, con facilità edificati e destrutti con difficoltà. Il volgo teneva la degradazione per una cosa necessaria e, quando accadeva, vi concorreva con indicibile frequenza. Gli uomini dotti conoscono il fondo, perché avendo statuito che nella collazione dell'ordine s'imprima un segno, chiamato carattere nell'anima, il quale sia impossibile scancellare e però non levandosi con la degradazione, quella resta una pura ceremonia fatta per riputazione. In Germania, per la rarità de' vescovi, non si poteva fare senza una spesa immensa a ridur in un luogo un tanto numero. E quei prelati tedeschi che in concilio erano per la maggior parte prencipi, conoscevano piú di tutti quanto fosse necessario per essempio castigare nella vita la sceleratezza de' preti; onde facevano instanza che se vi provedesse. Fu assai discusso questo particolare et in fine risoluto di non mutar la ceremonia in alcun conto, ma trovar temperamento che la difficoltà e la spesa fossero moderate

 

 




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