[Trattazione dell'estrema onzione; suoi
capitoli et anatematismi]
Ma poiché è detto quasi l'intiero di
quello che tocca la materia di fede per questa sessione, è ben continuare quel
poco che resta dire del sacramento dell'estrema onzione. Intorno il quale
parlarono i teologi con la medesima prolissità, ma senza differenza alcuna tra
loro. E sopra i loro pareri furono formati 3 capi di dottrina, e 4
anatematismi. La dottrina conteneva in sostanza: che l'onzione degli infermi è
vera e propriamente sacramento, da Cristo nostro Signore appresso san Marco
insinuato e da san Giacomo apostolo publicato; dalle parole del quale la Chiesa
per tradizion apostolica imparò che la materia del sacramento è l'oglio
benedetto dal vescovo, e la forma le parole quali il ministro usa; ma la cosa
contenuta e l'effetto del sacramento è la grazia dello Spirito Santo che monda
le reliquie del peccato e solleva l'anima dell'infermo e dona qualche volte la
sanità del corpo, quando è utile per l'anima. I ministri del sacramento sono i
preti della Chiesa, non intendendosi per il nome de «presbiteroi» i vecchi, ma
i sacerdoti; e questa onzione si debbe dar principalmente a quelli che sono in
stato per uscire di vita, i quali però, risanandosi, potranno di nuovo
riceverlo, quando saranno nello stesso stato. E per tanto si pronuncia
l'anatema:
1 Contra chi dirà, che l'estrema onzione
non sia vera e propriamente sacramento da Cristo instituito.
2 Che non doni la grazia, non rimetti i
peccati, non allevi gl'infermi, ma sia cessata come quella che parteneva già
alla grazia della sanità.
3 Che il rito usato dalla Chiesa romana
sia contrario al detto di san Giacomo e possi esser sprezzato senza peccato.
4 Che il solo sacerdote non sia ministro e
che san Giacomo intendesse de' vecchi d'età, e non de' sacerdoti ordinati dal
vescovo.
Ma se alcuno si maravigliasse perché nel
primo capo della dottrina di questo sacramento sia detto che egli è da Cristo
nostro Signore in san Marco insinuato et in san Giacomo publicato, dove
l'antecedenza e la consequenza delle parole portava che non si dicesse
insinuato, ma instituito, saprà che cosí fu primieramente scritto; ma avendo un
teologo avvertito che gl'apostoli, de' quali san Marco dice che ongevano gli
infermi, in quel tempo non erano ordinati sacerdoti, tenendo la Chiesa romana
che il sacerdozio gli fosse conferito solo nell'ultima cena, pareva cosa
ripugnante affermare la onzione che essi davano esser sacramento e che i soli
sacerdoti siano ministri di quello. Al che se ben alcuni, tenendo quella per
sacramento e volendo che allora da Cristo fosse instituita, rispondevano che,
avendogli Cristo commandato di ministrar quell'onzione, gl'aveva fatti
sacerdoti quanto a quell'atto solamente, sí come se il papa commandasse ad un
semplice prete di dar il sacramento della cresma, lo farebbe vescovo quanto a
quell'atto, nondimeno parve troppo pericolosa cosa l'affermar questo
assolutamente. Perilché in luogo della parola «institutum», fu presa quell'altra
«insinuatum». La qual, che cosa possi significare in tal materia, lo giudicherà
ogni uno che intenda quello che sia insinuare, e l'applichi a quello che gli
apostoli operarono allora con quello che da san Giacomo, fu commandato, et alla
determinazione fatta da questo concilio.
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