[Il papa crea molti cardinali. In
congregazione si ordina di trattar del sacramento dell'ordine]
Al Natale creò il pontefice 14 cardinali
italiani: 13 ne publicò allora et uno si riservò in petto per publicarlo al suo
tempo. E per onestar una creazione cosí numerosa nel principio di ponteficato,
massime essendoci 48 cardinali nel collegio, che era stimato in quei tempi
numero molto grande, prese occasione dalle azzioni del re di Francia. Del quale
si querelò, cosí per la guerra che faceva contra la Sede apostolica, come per
gl'editti publicati, aggiongendo una nuova, arrivata allora da Lione e da Genoa,
che minacciasse anco far un patriarca in Francia, la quale quando si fosse
verificata, diceva esser necessario proceder contra lui per via giudiciaria,
nel che averebbe riscontrato in molte difficoltà per il gran numero de'
cardinali francesi, a quali bisognava metter contrapeso creandone di nuovi, e
persone di valore, de' quali la Sede apostolica nelle occasioni importanti si
potesse valere. Fu dal collegio corrisposto, et i nuovi cardinali ricevuti.
Dopo questo spedí in diligenza il vescovo di Montefiascone a Trento con lettere
credenziali al cardinal Crescenzio et a' tre elettori. A questi mandò per
rallegrarsi della loro venuta e ringraziargli del zelo e riverenza verso la
Sede apostolica, essortandogli alla perseveranza. Ordinò che dasse loro conto
della creazione de' cardinali fatta per aver ministri dependenti da sé, poiché
i vecchi erano dependenti tutti da qualche prencipe; e gli diede anco
commissione di scusarlo della guerra di Parma, dicendo che egli non faceva
guerra, ma era fatta a lui, che contra il suo voler era necessitato difendersi.
Al cardinal Crescenzio mandò a dar conto de' cardinali fatti, con prometter che
averebbe fatto intender a tutti loro la mente sua come dovessero in ogni tempo
deportarsi verso un suo amico al quale teneva tanti oblighi; fece anco dir al
noncio sipontino molto in secreto che di lui aveva disposto come l'amicizia
comportava: non si curasse di saper in che, ma attendesse a servir come per il
passato era stato solito di fare.
Fatte le feste di Natale si fece congregazione
generale per dar forma alla trattazione del sacramento dell'ordine. Fu
raggionato degl'abusi che in quello sono nella Chiesa entrati, dicendo il
noncio veronese che in tutti certamente qualche abuso era degno di correzzione,
ma in questo era l'oceano degl'abusi. E dopo che da molti furono fatte
esclamazioni assai tragiche, si pensò che era ben prima propor, secondo il
costume, gli articoli tratti dalla dottrina luterana, poi discuter quali si
dovevano dannar per eretici e formar gli anatematismi et i capi di dottrina, et
in fine parlar degl'abusi. Furono dati a' teologi 12 articoli, sopra quali
sollecitamente si parlava mattina e sera; da' voti de' teologi, i padri
deputati formarono prima 8 anatematismi, dannando per eresia il dire che
l'ordine non è vero e proprio sacramento, et un solo che tende per molti mezi
al sacerdozio; il negare la ierarchia; il dir che ci vogli il consenso del
popolo; il dir che non vi sia un sacerdozio visibile; che l'onzione non sia
necessaria; che non si dia lo Spirito Santo; che i vescovi non siano de iure
divino e superiori a' preti. Sopra questi anco furono formati quattro capi
di dottrina: della necessità et instituzione del sacramento dell'ordine; del
visibile et esterno sacerdozio della Chiesa; della ierarchia ecclesiastica, e
della differenza del prete dal vescovo. La qual dottrina e canoni essendo
approvati dalla congregazione generale, furono posti tutti in un decreto sotto
l'istesso contesto con quello del sacrificio, per publicargli nella sessione;
se ben ciò non fu fatto per le raggioni che si diranno: perilché anco non si fa
piú particolar menzione delle cose che in quelle congregazioni di decembre e
genaro passarono, essendo le stesse materie ventilate di novo sotto Pio IV
nella terza ridozzione; alla quale quando saremo gionti, narrerò le differenze
tra questi decreti formati ora e quelli che furono stabiliti dopo, sotto Pio.
|