[Quinta sessione. I presidenti
dispongono le cose a una breve conclusione del concilio]
Il giorno seguente, 25 di genaro, deputato
già alla sessione, col solito apparato e comitiva s'andò alla chiesa, anzi con
numero maggior de soldati fatti venir da' presidenti per ostentazione della
grandezza del concilio, e con gran numero de forestieri concorsi per opinione
che i protestanti dovessero esser ricevuti publicamente e con singolar
ceremonie. Cantò la messa il vescovo di Catanea e fece il sermone Giovanni
Battista Campeggio, vescovo di Maiorica, e servati i consueti riti, dal vescovo
celebrante fu letto il decreto; la sostanza del quale era: che avendo la
sinodo, in essecuzione delle cose inanzi decretate, trattato con accuratezza
quello che appartiene al sacrificio della messa et al sacramento dell'ordine
per publicar in quella sessione i decreti sopra quelli, e li articoli differiti
in materia del sacramento dell'eucaristia, pensando che in questo tempo
dovessero esser gionti i protestanti, a quali aveva concesso il salvocondotto,
nondimeno, non essendo quelli venuti, anzi avendo fatto supplicare che il tutto
fosse differito ad un'altra sessione, dando speranza di dover giongere molto
inanzi di quella, ricevuto un salvocondotto in piú ampla forma, la medesima
sinodo, desiderosa della quiete e pace, confidando che verranno non per
contradir alla fede catolica, ma per conoscer la verità e che si quieteranno a'
decreti della santa madre Chiesa, ha differito sino al 19 marzo la seguente
sessione per metter in luce e publicar le cose sopradette, concedendogli, per
levar ogni causa di maggior dimora, il salvocondotto del tenor che si reciterà,
determinando che tra tanto si tratti del sacramento del matrimonio e si
proseguisca la riforma, per dover publicar le definizioni anco di questo
insieme con le altre di sopra nominate.
La sostanza del salvocondotto era che la
sinodo, inerendo al salvocondotto già dato et ampliandolo, fa fede che concede
a tutti i sacerdoti, prencipi, nobili e persone di qualonque condizione della
nazione germanica che veniranno o sono già venuti al concilio, salvocondotto di
venirci, starci, proponer e parlar con la sinodo, trattar et essaminar quello
che gli parerà, dar articoli e confermargli, rispondere alle obiezzioni del
concilio e disputar con gl'eletti di quello, con decchiarazione che le
controversie in questo concilio siano trattate secondo la Scrittura Sacra,
tradizioni degli apostoli, approvati concilii, consenso della Chiesa catolica
et autorità de' santi padri, con aggionta anco che non siano puniti sotto
pretesto di religione o de' delitti commessi o che fossero per commetter circa
quello, et in maniera che per la loro presenza in viaggio o in qualonque luogo,
né in la città di Trento si cessi da' divini ufficii, e che possino tornare
quando gli parerà senza impedimento, salve le robbe, onor e persone loro, con
saputa però de' deputati dalla sinodo, acciò sia provisto alla loro sicurezza;
volendo che in questo salvocondotto s'abbiano per incluse tutte le clausule che
fossero necessarie per efficace e piena sicurezza. Aggiongendo che se alcun
d'essi, o nel viaggio, o in Trento, o nel ritorno commettesse alcun'enormità
che potesse annullar il beneficio di questa fede publica, in tal caso siano
puniti da' suoi medesimi di emenda che satisfaccia alla sinodo; e dall'altra
parte, se alcuno nel viaggio, nel star o nel ritorno commettesse cosa che
violasse questo salvocondotto, debbia esser punito da essa sinodo di emenda,
con approbazione di essi signori germani, che saranno in Trento presenti,
restando in vigor sempre la forma dell'assicurazione, concedendo agli
ambasciatori loro di poter uscir di Trento a pigliar aria e ritornare, di poter
mandare ricever avisi e messi, sempre che gli parerà, accompagnati però da'
deputati per loro sicurezza; il qual salvocondotto duri per il tempo che
staranno sotto la tutela della sinodo in viaggio per Trento e che dimoreranno
nella città, e 20 giorni dopo che essi domanderanno o che gli sarà ordinato di
partir, dovendogli restituir in luogo sicuro a loro elezzione; le quali cose
promette con buona fede a nome di tutti i fedeli di Cristo e di tutti i prencipi
ecclesiastici e secolarie di tutte le altre persone ecclesiastiche e secolari
parimente d'ogni condizione. Promettendo insieme in buona fede che la sinodo
non cercherà occasione publica, né occolta che sia tentata cosa alcuna in
pregiudicio di questo salvocondotto, né si valerà o permetterà che alcun si
vaglia di qual si voglia autorità, potenzia, raggione, statuto, privilegio di
leggi, de canoni, de concilii e specialmente del costanziense e senese. Alle
qual tutte cose in questa parte e per questa volta deroga. E se la santa sinodo
o alcun di quella o de' suoi violasse la forma di questo salvocondotto in qual
si voglia punto e clausula e non ne seguisse l'emenda con approbazione di loro,
stimino la sinodo incorsa in tutte le pene che possino incorrer i violatori di
tal salvicondotti, per legge divina et umana o per consuetudine, senza admetter
scusa o contradizzione. Le qual cose lette fu la sessione finita.
È cosa certa che i presidenti, dubiosi
dove le cose potessero capitare, volevano esser preparati, se il vento se gli
mostrava prospero, di decidere tutt'in una sessione la materia de' sacramenti,
e per tanto, avendo già in pronto le cose spettanti alla communione, alla messa
et al sacramento dell'ordine, volevano aver digeste et ordinate quelle del
matrimonio, per metterle in un fascio, et in un'altra sessione trattar
succintamente del purgatorio, indulgenzie, imagini, reliquie et altre tal cose
minute, che cosí le chiamavano, metter fine al concilio, e se alcuna cosa se
fosse opposta a questo dissegno, poter mostrar che da loro non era mancato.
Io veggo molti, leggendo questi successi,
maravigliarsi non vedendo nominato il papa, dal quale in cose di molto minor
momento tutte le deliberazioni erano solite spiccarsi. Ma cesserà la maraviglia
sapendo che il pontefice fu, secondo il solito, avisato di punto in punto di
tutti i successi e dissegni, et al primo arrivo de' vittembergici, et alla
nuova che altri s'aspettavano avisato, rispose a' suoi legati e noncii che i
protestanti fossero trattati con maggior umanità che fosse possibile, che
sapeva bene esser necessario in simili avvenimenti sopportar qualche indegnità
per condescendere; però in questo usassero prudenza, accommodandosi alla
necessità, perché in fine cede in onore l'aver sofferito alcuna cosa.
S'astenessero bene d'ogni publico colloquio, o in scrittura, o in voce, in
materia di religione. Procurassero con gli ufficii e con le speranze di
guadagnar alcuno de' dottori protestanti e non perdonassero a qualche spesa. Fu
il papa avisato dal legato di passo in passo che si andava facendo, non però
gli parve occorrer cosa che dovesse fargli mutar proposito. Et alle cose del
concilio dopo questa sessione non pensava molto, perché, avendo preso qualche
ombra dell'imperatore, ascoltava le proposte d'alcuni francesi. Ma quando
intese che gl'ambasciatori imperiali avevano dato a' protestanti speranza di
moderar la potestà ponteficia e detto che aspettavano di veder la porta aperta
con la negoziazione loro per dover poi secondare et introdur le cose che avevano
dissegnato, e che molti de' padri riputavano necessario restringer l'autorità
papale, avendo altri riscontri che di tal mente fossero tutti i spagnuoli e che
Cesare dissegnava alzarsi piú coll'abbassar il pontificato, e pensava di
fomentare i protestanti a questo, per mostrare che da sé non procedesse,
alienato l'animo da lui per voltarlo al re di Francia, porgeva orrecchie alla
trattazione per nome del re dal cardinale Tornone, dall'essecuzione della quale
ne seguiva senza sua opera la dissoluzione del concilio e senza che esso si
mostrasse desiderarla.
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