[I riformati perseguiti anche in
Francia; Serveto arso in Geneva; re Ferdinando fa un editto contro a'
protestanti]
Ne' medesimi tempi in Francia ancora
furono abbruggiati molti per causa di religione, non senza indignazione delle
persone sincere, quali sapevano che la diligenza era usata contra quei miseri
non per pietà o religione de' giudici, ma per saziare la cupidità di Diana
Valentina, donna del re, alla quale egli aveva donato tutte le confiscazioni
de' beni che si facevano nel regno per causa d'eresia. Fu anco udito con gran
maraviglia che quei della nuova riforma mettessero mano nel sangue per causa di
religione, imperoché Michel Serveto di Tarragona, di medico fatto teologo e
rinovatore dell'antica openione di Paolo Samosateno e Marcello Ancirano, che il
Verbo divino non fosse cosa sussistente e però che Cristo fusse puro uomo, per
conseglio de' ministri di Zuric, Berna e Schiaffusa, fu in Geneva fatto per ciò
morire e Giovanni Calvino, che di ciò era da molti incaricato, scrisse un libro
defendendo che il magistrato può punir gl'eretici in la vita; la qual dottrina,
tirata a varii sensi, secondo che è piú ristretto o piú allargato o variamente
preso il nome eretico, può una volta nuocer a chi una altra abbia giovato.
In quei tempi anco Ferdinando, re de'
Romani, publicò un editto a tutti i popoli soggetti a lui, che nelle cose della
religione e ne' riti non potessero far novità alcuna, ma seguissero le antiche
consuetudini, et in particolare nella santa communione si contentassero di ricever
il solo sacramento del pane; al che, se ben i principali e la nobilità e molte
delle città piú volte lo supplicassero almeno per l'uso del calice, con dire
che cosí era instituito da Cristo, la qual instituzione non era lecito agli
uomini mutare e che tal fu l'uso della Chiesa vecchia, cosa anco dal concilio
di Costanza confessata, pregandolo non gravar la loro conscienza, ma accommodar
il suo commandamento agl'ordini degl'apostoli e della Chiesa vecchia, e
promettendogli nel rimanente ogni sommissione et ubedienza, perseverò con tutto
ciò Ferdinando nella sua deliberazione, e rispose loro che il suo commandamento
non era nuovo, ma instituzione antica usata da' maggiori suoi, imperatori, re e
duchi d'Austria, ma ben che era cosa nuova l'uso del calice, introdotto per
curiosità o per superbia, contra la legge della Chiesa e la volontà del suo
prencipe. Moderò nondimeno il rigore della risposta, concedendo che,
trattandosi della salute, averebbe piú diligentemente pensato per rispondergli
al suo tempo; ma tra tanto aspettava da loro obedienza et osservazione
dell'editto. Publicò anco sotto il 14 d'agosto un catechismo, fatto componer
con l'autorità sua da alquanti teologi dotti e pii, commandando a tutti i
magistrati di quelle regioni che non permettessero a maestri di scola, né in
publico, né in privato, legger altro catechismo che quello; poiché per diverse
tal operette che andavano attorno, era stata depravata assai la religione in
quei paesi: riuscí questa ordinazione con molto disgusto della corte romana,
che non fosse stato mandato al pontefice per esser approvato con l'autorità
sua, overo almeno non fosse uscito sotto nome de' vescovi della regione, ma che
il prencipe secolare si assumesse ufficio di far componer e di autorizar libri
in materia di religione, e massime con nome di catechismo, che altro non
mostrava se non che all'autorità secolare appartenesse il deliberare qual
religione il popolo dovesse tener e qual ripudiare.
Finiti i 2 anni della sospensione del
concilio si trattò in concistoro quello che si doveva fare; perché quantonque
nel decreto vi fosse la condizione che ritornasse il concilio in vigore, se
gl'impedimenti fossero levati, i quali durando per le guerre di Siena, Piemonte
et altre tra Cesare et il re di Francia, nondimeno pareva che restasse una
porta aperta ad ogni inquieto di poter dire che quelli non fossero bastanti
impedimenti, ch'il concilio s'intendesse rimesso in piedi, onde fosse ben far
una nuova dicchiarazione e levarsi di quei pericoli. Ma altri piú prudenti
consegliarono che non si movesse il male quando è in quiete: mentre che il
mondo taceva, mentre che nissun prencipe, né popolo dimandava concilio, non era
ben col farne motivo, o col mostrar di temerne, eccitar alcuno a ricchiederlo;
e questo conseglio prevalse e fece risolver il pontefice a non parlarne mai
piú.
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