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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro quinto
    • [Filippo in Spagna procede con ogni rigore contra i luterani, et in Francia il Borgo è arso per la medesima causa]
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[Filippo in Spagna procede con ogni rigore contra i luterani, et in Francia il Borgo è arso per la medesima causa]

La vacanza del ponteficato fu piú longa di quello che le necessità del tempo comportavano, e causata piú dall'interesse de' prencipi, che se vi interposero oltra il consueto, che per proprie discordie de' cardinali; i quali mentre erano nel conclavi serrati, il re Filippo da' Paesi Bassi partendo per mare, passò in Spagna, avendo patito una gran fortuna et a pena riuscitone salvo, perduta quasi tutta l'armata con una supellettile di grandissimo preggio che seco portava, risoluto di fermarsi in Spagna senza piú vagare; diceva d'esser liberato per singolar providenza divina, acciò si adoperasse ad estirpar il luteranismo, al che diede presto principio. Imperoché immediate gionto et arrivato in Siviglia a' 24 settembre, per dar un grand'essempio ne gl'auspicii del suo governo e levare ad ogni uno la speranza, fece abbruggiar per luterani Giovanni Ponzio, conte di Baileno, insieme con un predicatore e molti altri del collegio di Sant'Isidoro, dove la nuova religione era entrata, et alcune donne nobili al numero di 13, e finalmente la statua di Constantino Ponzio, il quale, confessor di Carlo V nella solitudine sua, lo serví in quel ministerio sino al fine e raccolse nelle sue braccia l'imperatore moriente. Questo pochi giorni inanzi era morto [in] preggione, nella quale per imputazione d'eresia fu posto immediate dopo la morte dell'imperatore; la qual essecuzione, se ben contra una statua inanimata, pose terrore molto maggiore, concludendo ogn'uno non potersi sperareconnivenza, né misericordia da chi non riputava degno di rispetto quello che, infamato, disonorava la memoria dell'imperatore maggiormente. Passò poi il re in Vagliadolid, dove parimente in sua presenzia fece abbruggiar 28 della principal nobiltà del paese, e ritener preggione fra Bartolomeo Caranza, del quale s'è fatta frequente menzione nella prima ridozzione del concilio a Trento, fatto poi arcivescovo di Toledo, principal prelato di Spagna, toltogli tutte le entrate. E non si può negare che queste essecuzioni, con altre che poi alla giornata successero, se ben non tanto essemplari, fossero causa di mantener quelli regni in quiete, mentre altrove tutto era pieno di sedizioni; perché quantonque in molti, nella nobiltà massime, fossero seminate delle nuove opinioni, restarono però dentro degl'animi ascosti per la cauta natura de' spagnuoli d'aborrir i pericoli e non esporsi ad imprese ardite, ma solo mirar ad operar sicuramente.

Ma in Francia, mancato il re Enrico, la cui morte li nuovi riformati ascrivevano a miracolo, s'accrebbe loro l'animo, se ben in Parigi non ardivano mostrarsi manifestamente; perché Francesco, suo figlio, nuovo re, dopo il sacro suo celebrato a Reims, 20 settembre, ordinò che fosse proseguito il processo contra i conseglieri preggioni, e deputò il presidente Sant'Andrea et Antonio Democares inquisitore per scoprir i luterani. Questi giudici, avendo guadagnato alcuni plebei già professori di quella religione, ebbero notizia de' luoghi dove occoltamente si congregavano; perilché molti uomini e donne furono impreggionati e molti fuggirono, i beni de' quali erano confiscati dopo una citazione per tre editti. E con l'essempio di Parigi, il medesimo si fece in Poitu, Tolosa et in Ahis di Provenza, faticandosi Giorgio, cardinale armeniaco, il quale, per non abandonar quell'impresa, non si curò d'andar in Roma per l'elezzione del pontefice, usando ogni diligenza acciò i scoperti fossero presi. Dalle qual cose irritati i professori di quella religione e, scoperto il gran numero, fatti piú audaci, mandavano attorno molte scritture contra il re e la regina e quei di Lorena, ad arbitrio de' quali il re si governava, autori della persecuzione; mischiandovi dentro delle cose della religione; le quali scritture essendo da tutti volontieri lette come cose composte per publica libertà, insinuavano nell'animo di molti la nuova religione.

In fine del giudicio constituito contra i conseglieri, dopo longa contestazione, fu una assoluzione di tutti, eccetto d'Anna Borgo, il quale a' 18 decembre fu abbruggiato, non tanto per inclinazione de' giudici, quanto per risoluta volontà della regina, irritata perché i luterani disseminarono in molte scritture e libelli mandati attorno che per divina providenza il re era stato nell'occhio ferito, in pena delle parole dette al Borgo, che voleva vederlo abbruggiare. Ma la morte e costanza d'un uomo cosí conspicuo eccitò negl'animi de molti la curiosità di saper che dottrina era quella, per quale cosí animosamente aveva sostenuto il supplicio, e fu causa di far crescer molto il numero; il quale anco per altre cause andava aummentandosi ogni giorno, onde gli interressati nella destruzzione loro, o per amor della vecchia religione, o come ecclesiastici e per esser autori delle passate persecuzioni, reputando necessario scoprirgli prima che il numero fosse cosí grande che non si potesse poi opprimer, a questo fine in tutta Francia, et in Parigi massime, fecero metter imagini della beata Vergine e de' santi in ogni cantone, accendendogli inanzi candele e facendo cantare a' fachini et altre persone plebee le solite preci della Chiesa, posti anco uomini con cassellette che dimandavano limosine di comprar candele, e chi passando non onorava le imagini, o non stava con riverenza a quei canti, e non dava le limosine richieste, gli avevano per sospetti, et il manco male che gli potesse avvenire era d'esser maltrattati dalla plebe con pugni e calci, perché anco gran parte erano impregionati e processati. Questo irritò i reformati e fu gran causa della congiura di Goffredo Renaudio, del quale si dirà.

 

 




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