[Gli ambasciatori cesarei sollecitano
la riforma, della quale i legati propongono dodici articoli]
Gl'ambasciatori dell'imperatore
sollecitarono i legati a far la riforma e scriver a' protestanti, essortandogli
a venir al concilio, come fu fatto al tempo del basileense co' boemi. Risposero
i legati che già 40 anni tutti i prencipi e popoli sempre hanno chiesto
riforma, né mai s'è trattato capo alcuno di quella che essi medesimi non abbino
attraversato et opposto impedimenti, che hanno anco constretto abandonar
l'opera; al presente s'attenderà alla riforma per quello che tocca l'universale
delle nazioni cristiane, ma per quello che s'aspetta al clero di Germania, che
ne ha piú di tutti bisogno, la riforma del quale anco l'imperatore
principalmente aspetta, non vedevano come poterla fare, poiché i prelati
tedeschi non erano venuti al concilio; e che quanto allo scriver a'
protestanti, avendo essi risposto a' noncii del papa con indecenza tanto
essorbitante, non si poteva aspettar se non che rispondessero alle lettere
della sinodo in modo peggiore.
A' 11 marzo proposero i legati in
congregazione generale 12 articoli per dover esser studiati e discussi nelle
seguenti congregazioni.
1 Che provisione si potrebbe fare accioché
i vescovi et altri curati risedino nelle chiese loro, né si assentino da
quelle, se non per cause giuste, oneste, necessarie et utili alla Chiesa
catolica.
2 Se sia ispediente proveder che nissun
sia ordinato se non a certo titolo d'alcun beneficio, essendosi scoperti molti
inganni che nascono dall'ordinare a titolo del patrimonio.
3 Che per l'ordinazione non sia ricevuta
alcuna cosa, né dagl'ordinatori, né da loro ministri o notarii.
4 Se si debbe conceder a' prelati che
nelle chiese dove non sono distribuzioni quotidiane, overo per la loro tenuità
non sono stimate, possino convertir in distribuzioni alcuna delle prebende.
5 Se le parochie grandi, ch'hanno bisogno
di piú sacerdoti, debbino aver anco piú titoli.
6 Se i beneficii curati piccioli, che non
hanno sufficiente entrata per il viver del sacerdote, si debbiano riformare,
facendo di piú uno.
7 Che provisione s'ha a fare circa i
curati ignoranti o viziosi: se sia ispediente dargli coadiutori o vicarii
idonei con assegnazione di parte delle entrate del beneficio.
8 Se si deve conceder all'ordinario di
trasferir nelle chiese matrici le capelle rovinate, che per povertà non possono
reedificare.
9 Se si deve conceder all'ordinario che
visiti i beneficii andati in comenda, se ben sono regolari.
10 Se si devono irritare i matrimonii
clandestini che all'avvenire saranno contratti.
11 Che condizioni si debbino assignare,
acciò il matrimonio non sia clandestino, ma contratto in faccia della Chiesa.
12 Che provisione si debbe far intorno i
grandi abusi che causano gli questuanti.
Appresso di questi fu dato a' teologi
l'infrascritto punto da studiare per doverlo discutere in una congregazione
propria per questo: se, sí come Evaristo et il concilio lateranense hanno
decchiarato che li matrimonii fatti in occulto non siano riputati validi nel
foro e quanto alla Chiesa, cosí il concilio possi dicchiarare che assolutamente
siano nulli, in maniera che l'occoltazione e secretezza sia posta tra gl'altri
impedimenti che annullano il matrimonio.
In questo mentre, essendosi scoperto in
Germania, che i protestanti trattavano una lega, e si facevano qualche
provisioni di soldati, l'imperatore scrisse a Trento et al papa ancora che in
concilio si soprasedesse sin tanto che apparisse a che termine fosse per
arrivare quel moto: perilché il rimanente del mese per questa causa e per esser
i giorni santi si passò tutto in ceremonie.
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