[Costernazione in corte di Roma.
Querela contra i legati]
Ma nella corte, avendo molti prelati da
Trento scritto, ciascuno agl'amici suoi e variamente secondo i varii affetti,
eccitò gran tumulto e piú tosto consternazione d'animo, parendo di veder già
Roma vota de prelati e privata d'ogni prerogativa et eminenza; si vedeva chiaro
che i cardinali abitanti in Roma sarebbono esclusi dall'aver vescovati, che
senza dubio la pluralità de beneficii veniva proibita, che nissun vescovo né
curato averebbe potuto aver ufficio in Roma, che il pontefice non averebbe
potuto dispensare in alcuna delle sudette cose, che sono le principali della
sua potestà, onde l'autorità ponteficale si diminuiva in gran parte; e
raccordavano quel detto di Livio che la maestà del prencipe difficilmente
s'abbassa dalla sommità al mezo, ma con facilità è precipitata dal mezo
all'infimo luogo: discorrevano l'efficacia che il decreto averebbe prestato per
aummentar la potestà de' vescovi, quali averebbono tirato a loro la collazione
de beneficii, negata la potestà pontificia per le riservazioni; che i vescovi
oltramontani et alcuni italiani ancora hanno sempre mostrato il mal animo verso
la corte per invidia e per non aver in quella cosí facil ingresso, e che da
questi, che fingendo star lontani da Roma per conscienza, convien guardarsi,
che farebbono peggio degl'altri, se loro venisse fatto; che questi chiettini
hanno un'ambizione maggiore degl'altri, se ben coperta, e con l'altrui rovina
voglino alzarsi, che ben lo mostrò infatti Paulo IV. E perché li spagnuoli
erano uniti in questo e s'era certificato che Vargas gl'essortava a
perseverare, sussurravano molti che dal re venisse il motivo, il quale vedendo
che, per aver sussidii dal clero, gli conviene superare due difficoltà, una in
aver il consenso del papa, l'altra in rimover la resistenza che fanno i
capitoli e collegii, che per esser primi di nobiltà, essenti da' vescovi et
aver ricevuto i beneficii la maggior parte per collazione ponteficia, non hanno
respetto d'opporsi, pensasse d'alzar i vescovi, da lui totalmente dependenti,
quali riconoscono li vescovati dalla sua presentazione, sottomettendogli li
capitoli e collegii e levandogli dalla soggezzione del papa, e cosí col loro
mezo acquistar un facile et absoluto dominio sopra il clero.
Si doleva la corte di tutti li legati
generalmente, che avessero proposto o permesso che si proponesse l'articolo;
già esser stato con somma arte statuito che soli potessero proporre, non ad
altro fine se non per ovviare a' tentativi di mal affetti a Roma, e non poter
aver scusa, poiché vi era l'essempio del disordine che causò questa disputa nel
primo concilio; sopra tutti si dolevano di Mantova e Seripando, di quello
principalmente, che con la riputazione e credito poteva ovviare ogni
inconveniente; e del rimedio discorrevano: che bisognava mandar altri legati,
persone piú inclinate al ben commune, e non prencipi, né frati, ma incaminati
per i gradi della corte, e la voce universale destinava Giovanni Battista
Cigala, cardinale di San Clemente, in primo luogo per essersi mostrato difensor
acerrimo dell'autorità ponteficia ne' carichi di referendario e di auditor di
camera, con molta lode et aumento delle cose di Roma: il quale, come superior
di Mantova, averebbe tenuto il primo luogo, da che anco Mantova si sarebbe
mosso a ritirarsi.
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