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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro sesto
    • [Terza sessione. Partita dell'ambasciator spagnuolo, arrivo de' francesi]
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[Terza sessione. Partita dell'ambasciator spagnuolo, arrivo de' francesi]

Venuto il giorno 14, con le solite ceremonie si ridussero nella publica sessione, dove, cantata la messa e fatte le altre preghiere costumate, il secretario lesse i mandati de' prencipi secondo l'ordine che gl'ambasciatori loro s'erano presentati in congregazione: del re Catolico, di Fiorenza, di svizzeri, del clero d'Ongaria e de' veneziani; et il promotor in poche parole ringraziò tutti quei prencipi d'aver offerto le loro forze per sicurtà e libertà del concilio. Dopoi il vescovo celebrante prononciò il decreto, in questa sostanza: che la sinodo ha deliberato di prolongare, per alcune giuste et oneste cause, la promolgazione di quei decreti che era ordinata per quel giorno sino a 4 di giugno, nel qual giorno intima la seguente sessione, né altro in quella adunanza fu fatto.

Celebrata la sessione, il marchese di Pescara partí da Trento, dicendo esser necessitato di ritornar al governo suo di Milano per nuovi moti eccitati da ugonotti in Delfinato; ma sapendosi che quelle forze non erano sufficienti per uscire del paese, tra 'l qual e Milano essendo anco in mezo il duca di Savoia, fu creduto da molti che cosí avesse commissione dal suo re, il qual, desideroso che il concilio caminasse inanzi, fu risoluto di levar l'occasione d'interromperlo con la controversia di precedenza che necessariamente sarebbe seguita se all'arrivo degl'ambasciatori francesi vi si fosse ritrovato ambasciator suo. E 2 giorni dopo la partita di quello arrivò Luigi San Gelasio signor di Lansac, capo dell'ambasciaria francese, incontrato da numero grande de prelati e particolarmente da' spagnuoli. Arrivarono li seguenti Arnoldo Ferrier, presidente di Parigi, e Vido Fabro signor di Pibrac, uomini di robba longa, colleghi dell'ambasciaria.

 

 




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