Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

IntraText CT - Lettura del testo

  • Libro sesto
    • [Gli ambasciatori cesarei propongono capi di riforma]
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

[Gli ambasciatori cesarei propongono capi di riforma]

Il seguente gl'ambasciatori imperiali, poiché viddero d'aver ottenuto, come desideravano, la proposta del calice, per quale sin allora avevano proceduto con risguardo, si presentarono a' legati e, seguendo l'instruzzione del suo prencipe, gli presentarono 20 capi di riforma:

1 Che il sommo pontefice si contentasse d'una giusta riforma di se stesso e della corte romana.

2 Che il numero de' cardinali, se non si può ridur a 12, almeno si reduca al duplicato con doi sopranumerarii, che non eccedino 26.

3 Che all'avvenire non si concedino piú dispense scandalose.

4 Che siano rivocate le essecuzioni contra le leggi communi e sottoposti tutti i monasterii a' vescovi.

5 Che sia levata la pluralità de beneficii et erette le scole nelle chiese catedrali e collegiate, e gli ufficii ecclesiastici non si possino affittare.

6 Che i vescovi siano costretti alla residenza, non essercitino l'ufficio per vicarii e, se non sono sufficienti, non si commetti il carico ad un vicario, ma a molte persone, facendosi le visite e le sinodi diocesane ogni anno.

7 Che ogni ministerio ecclesiastico sia gratuitamente essercitato, et alla cura di tenue entrata siano incorporati beneficii non curati ricchi.

8 Che siano ritornati in uso i canoni contra la simonia.

9 Che le constituzioni ecclesiastiche siano ristrette, risecate le superfluità, e non ugualiate alle obligazioni della legge divina.

10 Che non si usi la scommunica se non per peccato mortale e notoria irregolarità.

11 Che i divini ufficii siano in maniera celebrati che siano intesi da chi gli dice e da chi l'ascolta.

12 Che i breviarii e messali siano corretti, risecate le cose che nella Sacra Scrittura non si trovano, e levata la prolissità.

13 Che tra i divini ufficii celebrati in latino s'intromettessero preghiere in volgare.

14 Che il clero e l'ordine monastico siano riformati secondo l'antica instituzione, e le ricchezze cosí grandi non siano cosí mal amministrate.

15 Che sia considerato se sia ispediente relassar tante obligazioni di legge positiva, rimettendo alquanto di rigore nella differenza de' cibi e digiuni, e concedendo il matrimonio de' preti ad alcune nazioni.

16 Che per levar i dispareri siano levate le diverse postille sopra gl'Evangelii, et una ne sia fatta con publica autorità, e similmente una nuova agenda o rituale, che sia seguito da tutti.

17 Che sia trovato un modo non di scacciar i cattivi parochi, che questo non sarebbe difficile, ma di sustituirne de megliori.

18 Che nelle gran provincie siano eretti piú vescovati, convertendo a questo uso i monasterii ricchi.

19 Quanto a' beni ecclesiastici già occupati, esser forse meglio passarlo con dissimulazione in questo tempo.

In fine, per dire anco cosa grata al papa, acciò, se vedendo le proposte et alterato l'animo, lo pacificasse, aggionse:

20 Che i legati dovessero operare che non fossero proposte questioni inutili, da partorir scandalo, come quella se la residenza è de iure divino o no, e simili, et almeno non permettino che i padri trattino con colera e si facciano favola agl'avversarii.

Sopra il 17 diedero anco alcuni particolari raccordi di ridur i meno ostinati tra i settarii con mandargli in alcuna academia per insegnargli brevemente, con ordinar a' vescovi che non hanno academia di far un collegio nella piú vicina per li giovani della sua diocesi, di ordinar un catalogo de' dottori che s'abbiano da leggere nelle scole, senza poterne legger altri.

Lette le proposizioni, restarono i legati, e ritirati per consultar insieme, ritornati fecero risposta che per la seguente sessione non era possibile altro proporre, avendo a loro instanza per mani la materia del calice, di tanta importanza e difficoltà, che le cose proposte sono molte e di materie diverse, che tutt'insieme non possono esser digerite; però che averebbono secondo le occasioni communicato a' prelati quelle che fossero a proposito delle altre riforme. Conobbero gl'ambasciatori che questo era detto per non publicar il loro scritto in congregazione, e portando di tempo in tempo, deludere l'aspettazione dell'imperatore; ma per allora altro non dissero. Ridotti poi tra loro e consultato, giudicarono necessario informar ben l'imperatore, cosí di questo particolare, come generalmente del modo come in concilio si procedeva; e per far questo, il vescovo di Praga montò il giorno seguente sulle poste, per dover esser di ritorno al tempo della sessione. I legati, vedendo le cose del concilio in mali termini, per molti rispetti, ma sopra tutto per il disgusto e sospezzione del pontefice, ebbero per necessario informarlo a pieno delle cose passate e delle imminenti. Fu eletto per questo fra Leonardo Marino, arcivescovo di Lanciano, per esser di spirito e grato al pontefice, da lui promosso e favorito molto, amico anco di Seripando, al quale diedero instruzzione d'informar pienamente il pontefice d'iscusar i legati, di pacificar la Santità Sua. Portò lettere communi de' legati per sua credenza: alle quali Simoneta fece molta e longa difficoltà a sottoscrivere, né l'averrebbe fatto, se non essendo convenuto che ricevesse anco lettere particolari di ciascuno. Simoneta scrisse che pensava di mandar l'arcivescovo di Rossano in sua specialità per piú compita informazione; ma poi, avendo pensato e consegliato meglio, deliberò di non farne altro, sin che non avesse veduto che effetto facesse l'opera di Lanciano.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License