[Ordinazioni gratuite, ordinazioni a
titolo, divisione delle parocchie e riformazione del papa]
Nella seguente congregazione furono letti
9 capi di riformazione già stabiliti; et al primo, di far ordinazioni gratuite,
Alberto Duimio, vescovo di Veglia, che come giunto una settimana prima non
s'era trovato a trattar di questa materia, disse che teneva quel capo per molto
imperfetto, se insieme non si statuiva che parimente a Roma si restasse
d'essiger pagamento per le dispense di ricever gl'ordini fuori de' tempi,
inanzi l'età, senza licenza et essamine dell'ordinario, e sopra le irregolarità
et altri impedimenti canonici. Poiché in queste si fanno le gran spese; che a'
poveri vescovi, che per il piú non hanno di che vivere, si dà una picciola
limosina, la quale egli vivamente sente che si levi, non però dando al mondo
questo scandalo di decimar la ruta e rubar gl'ori e gl'argenti; con questa
occasione si estese a tassare i pagamenti che in Roma si sborsavano per ogni
sorte di dispensa, e soggiunse che quando dispense gli sono state presentate, o
per ordinazioni o per altro, ha costumato d'interrogare se per quelle avevano
pagato, et inteso di sí, non ha mai voluto esseguirne, né admetterne; che lo
diceva publicamente, perché cosí era debito d'ogni vescovo di fare. Al che
essendo risposto che di questo s'era già parlato in congregazione e risoluto di
rimetter questa risoluzione al papa, il qual con maggior decoro può riformare
gli ufficii di Roma, replicò il vescovo che ne aveva parlato la quaresima
passata in Roma piú volte a chi poteva provederci, ma particolarmente una in
casa del cardinale di Perugia in presenza de molti cardinali e prelati di
corte, e detto le stesse cose; da' quali fu risposto che erano cose da propor
in concilio; ora intendendo il contrario, non ne parlerà piú, poiché si vede la
provisione esser rilasciata a Dio.
Il Cinquechiese, al secondo delle
ordinazioni a titolo, disse essere piú necessario proveder secondo gl'antichi
instituti, che nissuno sia ordinato senza titolo et ufficio, che senza entrata,
essendo di scandalo eccessivo che si vedano molti farsi preti per non servir a
Dio et alle chiese, ma per goder un ocio congiunto con molto lusso et una buona
entrata; che a questo la sinodo doveva metter spirito e trovar modo che nissuna
persona ecclesiastica fosse non dedicata a qualche ministerio, per aver egli osservato
che in Roma, in questi prossimi tempi, sono stati dati vescovati ad alcuni
solamente per promovergli, li quali in breve tempo gl'hanno resignati, restando
vescovi titolari solamente per l'ambizione della degnità; la qual invenzione
l'antichità averebbe detestata come pestifera. Al quarto capo, del divider le
parochiali grandi e numerose, dopo aver lodato il decreto, aggiunse che era piú
necessario divider li vescovati grandi per potergli governare; allegando che in
Ongaria ve ne sono di 200 miglia di longhezza, quali non possono esser visitati
e ben retti da un solo: le qual cose non furono ben interpretate dagl'aderenti
romani, parendo che tutti fossero volti a rinovar la trattazione della
residenza.
Diede ancora peggior sodisfazzione il
vescovo di Canadia della medesima nazione, proponendo sotto metafore la riforma
dell'istesso pontefice, dicendo che non si potevano levar le tenebre dalle
stelle, se non levatele prima dal sole, né medicar il corpo infermo, lasciando
le indisposizioni nel capo, che le influisce a tutte le membra. E sopra
l'ultimo capo de' questuarii disse non esser degnità del concilio, né utilità
della Chiesa incomminciar la riforma dalle cose minime; doversi trattar prima
delle cose d'importanza e riformar prima gl'ordini superiori e poi
gl'inferiori; alle qual sentenze pareva che corrispondessero molti prelati
spagnuoli e qualche italiani ancora. Ma parte con dire che quei decreti già
erano formati e che il tempo sino alla sessione, che era di 3 giorni, non
comportava che si potessero digerire nuove materie, parte con far quelle
opposizioni che si poteva alle cose dette da questi e con assicurare che il
pontefice averebbe fatto una strettissima riforma nella corte, li rimedii
agl'abusi della quale meglio si potevano e discernere et applicare a Roma, dove
l'infermità è meglio conosciuta che in concilio, e con altre tal raggioni
furono deluse le provisioni raccordate da questi e da altri prelati, e furono
fatti contentar de' 9 articoli per allora.
|