[Allegrezza del papa per la sessione]
Il papa, che per gl'avisi giornalmente
inviatigli delle cose che occorrevano in Trento con tanta varietà, restava
molto perplesso se al giorno destinato s'averebbe publicato alcun decreto nella
sessione, avuto nuova come felicemente fosse passata, ne sentí
grand'allegrezza, la qual s'accrebbe udita la reconciliazione de' legati e la
lettera scritta dal re di Spagna; non poté contenersi che non mostrasse il
piacere, dandone parte in concistoro e parlandone con gl'ambasciatori e passò
sino a ringraziare il cardinale d'Aragon, fratello di Pescara, dal quale
riconosceva il servizio, e tutto volto al presto fine del concilio, non
scoprendo che altra cosa lo potesse portar in longo se non la residenza o la
communione del calice, scrisse a' legati che egli era tutto intento alla
riforma della corte e di ciò assicurassero cosí gl'ambasciatori, come i padri
che di ciò parlassero, et essi attendessero ad espedir le materie; il che
averebbono potuto fare in tre sessioni al piú. Lodò che avessero riservato
d'abbreviare il tempo prefisso, essortandogli a valersi di quella facoltà.
Aggionse che conoscendo esser difficile far buona risoluzione nel concilio in
materia della residenza, per esser molti prelati interessati nell'onore, avendo
per buon fine detto la loro openione, procurassero che quella fosse rimessa a
lui e parimente si liberassero dalle instanze che da' prencipi gli sono fatte
intorno la communione del calice, col rimettergli quella ancora; e se in alcuna
delle materie che si tratteranno qualche difficoltà s'attraverserà, non agevole
da snodare, propongano che gli sia rimessa; perché egli con maggior facilità
potrà ogni cosa decidere nel consistoro, chiamati, se bisognerà, qualche numero
de' dottori, che in Trento, dove gli varii interessi rendono le risoluzioni
impossibili o longhissime.
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