[Condannazione di Lutero a Roma]
Con tutto ciò, per le molte instanze de'
prelati di Germania, delle università che, interessate per la condanna,
ricercavano l'autorità pontificia per sostentamento, e piú per le continue
importunità de' frati di Roma, venne in risoluzione di ceder all'opinione
commune. E fece una congregazione di cardinali, prelati, teologi e canonisti,
alla quale rimesse intieramente il negozio. Da quella con grandissima facilità
fu concluso che si dovesse fulminar contra tanta impietà; ma furono discordi i
canonisti dalli teologi, volendo questi che immediatamente si venisse alla
fulminazione, e dicendo quelli che fosse necessario precedesse prima la
citazione. Allegavano i teologi che la dottrina si vedeva con evidenza empia,
et i libri erano divulgati, e le prediche di Lutero notorie; dicevano gli altri
che la notorietà non toglieva la difesa che è de iure divino et naturale,
correndo alli luoghi soliti: «Adam ubi es?», «Ubi est Abel frater tuus?» e
nell'occorenza delle 5 città, «Descendam et videbo». Aggiongevano che la
citazione dell'auditore dell'anno inanzi, in virtú della quale il giudicio fu
rimesso al Gaetano in Augusta e restò imperfetta, quando altro non fosse la
mostrava necessaria. Doppo molte dispute, nelle quali i teologi attribuivano a
sé soli la decisione, trattandosi di cosa di fede, et i giurisconsulti se
l'appropriavano quanto alla forma di giudicio, fu proposto composizione tra
loro, distinguendo il negozio in tre parti: la dottrina, i libri e la persona.
Della dottrina, concessero i canonisti che si condannasse senza citazione;
della persona, persistevano in sostenere che fosse necessaria; però non potendo
vincer gli altri, che insistevano con maggior acrimonia e si coprivano col
scudo della religione, trovarono temperamento che a Martino fosse fatto un
precetto con termine conveniente, che cosí si risolverebbe in citazione. Delli
libri fu piú che fare, volendo i teologi che insieme con la dottrina fossero
dannati assolutamente, et i canonisti che si ponessero dal canto della persona
e si comprendessero sotto il termine. Non potendosi accordar in questo, fu
fatto l'uno e l'altro: prima dannati di presente, e poi dato il termine ad
abbruciarli. E con questa risoluzione fu formata la bolla, sotto il dí 15
giugno 1520, la quale essendo come principio e fondamento del concilio di
Trento di cui abbiamo da parlare, è necessario rappresentare qui un breve
compendio di quella.
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