[Disputa sopra la minuta del decreto]
Il dí 3 agosto fu fatta congregazione
generale per ricever li procuratori de' vescovi di Ratisbona e Basilea, a fine
d'onorar questo secondo, ad onta della città di Basilea, che contendeva anco
con lui per il titolo, volendo che non di Basilea, ma di Bontruto si
dimandasse. Data fuori la formula, l'arcivescovo di Lanciano fu di parere che
si publicassero gl'anatematismi soli e si tralasciassero a fatto li capi di
dottrina: allegava l'essempio degl'altri concilii, ne' quali si vede da
pochissimi usata, e che questo istesso concilio tridentino, nelle materie del
peccato originale la tralasciò, et in quella de' sacramenti e del battesmo;
diceva esser cosa da dottori il render conto de' pareri suoi con raggioni: a'
giudici esser conseglio ottimo il far le sue sentenzie assolute, e li vescovi
in concilio esser giudici; se la sentenzia contiene la raggione, si può
impugnare non solo per il decreto, ma per la raggione ancora; che non allegandone
alcuna ogni uno penserà che la sinodo si sia mossa da potentissime et ogni uno
crederà che sia indotta da quelle raggioni; che egli maggiormente stimerà che,
quando s'avessero ragioni anco sopra le evidentissime, non è sicuro usarle; che
gl'eretici s'attaccheranno alle raggioni, che ne faranno poca stima e piú che
si dirà, si darà piú materia di contradire. Aggiongeva anco che le congionture
ricercavano presta espedizione del concilio et accennò, ma con parole che
furono intese da' legati e dagl'amorevoli del pontefice, che si sarebbe per
questa via sodisfatto al suo desiderio. Da Ottaviano Preconio, arcivescovo di
Palermo, che lo seguiva in ordine, fu in contrario parlato: che l'uso de'
concilii fu sempre di far il proprio simbolo, al qual corrisponde la dottrina,
e soggionger gl'anatematismi; che avendo servato cosí il concilio sotto Giulio
e questa sinodo nella sessione passata, si direbbe che non si continuava per
difetto di raggioni; soggionse che è una viltà il voler fuggir la disputa
degl'eretici, anzi, che la loro contradizzione farà lucer la dottrina del
concilio, che non si debbe curar di finirlo presto, ma di finirlo bene. Furono
cosí longhi questi 2 prelati, che la sera sopragionta pose termine alla
congregazione, dicendosi non esser maraviglia se un genovese dominicano, che
era Lanciano, fosse contrario ad un siciliano franciscano.
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