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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro sesto
    • [Pareri de' prelati sul sacrificio. Richiesta degli spagnuoli contra l'abuso de' conclavisti]
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[Pareri de' prelati sul sacrificio. Richiesta degli spagnuoli contra l'abuso de' conclavisti]

Il 11 agosto li vescovi comminciarono a dar il voto sopra i decreti in materia del sacrificio, e quasi tutti passarono leggiermente il tutto e concordemente, se non che alcuni non sentivano che si mettesse l'oblazione di nostro Signore nella cena, et altri lodavano che si ponesse, e per piú giorni il numero d'ambe le parti fu quasi pari. Non debbo tralasciare, come cosa degna di memoria, che il 14 d'agosto arrivò Giacomo Lainez, general de' giesuiti; sopra il luogo del quale, per esser quella società non mai piú intervenuta in concilio, vi fu molto che trattare, non contentandosi del luogo ultimo de' generali de' regolari et adoperandosi tre della medesima società per metterlo inanzi; per la qual causa non si vede nominato ne' cataloghi degl'intervenuti in concilio.

I prelati spagnuoli presentarono a' legati una ricchiesta da tutti loro sottoscritta, dove, avendo narrato molti inconvenienti nati per le essorbitanti grazie e privilegii a' conclavisti concessi, dimandarono revocazione o almeno moderazione. Usano li cardinali, entrando in conclavi, dove hanno a star reserrati per l'elezzione del futuro pontefice, aver alla servitú loro doi per ciascuno, uno come capellano et uno come cameriero, li quali da loro sono scielti piú per servire nelle negoziazioni che alle persone de' padroni; e per ordinario sono i miglior cortegiani di Roma; questi ben spesso hanno non minor parte nelle pratiche che i padroni, onde è invecchiato uso che nell'uscir del conclavi il nuovo papa gli riceve tutti nella sua famiglia, loro privilegii convenienti al grado di ciascuno, altri a' preti et altri a secolari: tra quelli che allora si constumava dar a' preti, questi ancora erano, che potessero resignar in mano di qualonque persona ecclesiastica piacesse loro i beneficii che tenevano e fargli conferir a chi nominavano; che potessero permutar con qualonque altro beneficiato li beneficii loro, eleggendo essi una persona che facesse la collazione all'uno e l'altro. Da cosí essorbitante facoltà nasceva una aperta mercanzia e li vescovi dove qualche conclavista era, si vedevano ad ogni beneplacito di quelli mutare li canonicati, parochiali et altri beneficii con scandalo. Di questi li spagnuoli fecero querimonia, perché erano novamente in Catalogna successi grand'inconvenienti. Ma li legati mostrarono che la moderazione de simili abusi non toccava se non al papa, poiché si tratta di persone della sua famiglia, e se s'era molte volte concluso di lasciar al papa la riforma della corte, maggiormente quella della famiglia sua; promisero di scriverne alla Sua Santità et instar per la provisione, come anco fecero. Et il pontefice, pensato che li conclavisti di conto stanno a Roma et appresso li cardinali, onde la provisione toccava solo alcuni pochi e di poco conto, retirati alle case loro, e che per le cose sue era utile dar qualche sodisfazzione a' prelati del concilio, a' spagnuoli massime, deliberò compiacergli, e nel mese seguente fece la rivocazione di molti privilegii a quelli concessi che però dal successore non fu seguita.

Partí da Trento per ritornar in Francia il Fabro, terzo ambasciatore di Francia, e somministrò materia de sospetti, congetturando li ponteficii che fosse andato per dar conto dello stato del concilio e sollecitar la venuta de' vescovi francesi; tenendo fermo che averebbe fatto ufficii sinistri, essendosi già, per alcune sue lettere scritte al cancelliero intercette, veduta la sua inclinazione, per la mala sodisfazzione che esso et i colleghi ebbero, non avendo impetrato la prorogazione. Le qual cose riferite a Lansach da alcune creature di Simoneta per scoprir il vero, egli rispose che era andato per suoi negozii particolari, e non era maraviglia se, vedendosi gl'aperti mancamenti, alcun pensasse che dovessero esser riferiti.

 

 




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