[Arrenga del Cinquechiese per il calice]
In fine della congregazione il
Cinquechiese, seguendo la proposizione del cardinale di Mantova, fece
un'orazione, nella quale, commemorati prima gl'ufficii e fatiche dell'imperatore
fatte per servizio della republica cristiana e per restituire la purità
catolica, non solo dopo assonto all'Imperio, ma ancora vivendo Carlo, soggionse
che la Maestà Sua, con esperienza aveva conosciuto le piú gravi contenzioni e
querele de' popoli nascere per la proibizione dell'uso del calice, perilché
aveva desiderato che se ne trattasse in concilio: onde, per commissione di Sua
Maestà cesarea, esso e gl'altri oratori primieramente raccordavano a' padri di
considerare che la carità cristiana ricercava che, per trattener con la troppo
severità l'osservanza d'un rito, non si lasci d'impedire molti sacrilegii et
uccisioni in nobilissime provincie e di redur al grembo della Chiesa catolica
molte anime; che è infinito il numero di quelli che, non abandonata la fede
ortodossa, sono infermi di conscienza, quali non si possono aiutare se non
soccorrendogli con questa permissione; che la Maestà cesarea è costretta far
continua guerra con turchi, la qual non può sostenere, se non a communi spese
della Germania; la qual, subito che si parla di contribuire, entra a parlare
della religione e dimanda principalmente l'uso del calice; il qual se non si
concede, levando con questo le controversie, bisogna aspettare che non solo
l'Ongaria, ma la Germania ancora siano occupate da' barbari, con pericolo anco
delle provincie confinanti; che la Chiesa ha sempre costumato d'abbracciare
quei riti che sono contrarii alle nuove eresie, perilché è ben abbracciar
questo partito che dimostra la fede della verità della santissima eucaristia
contra i sacramentarii. Non esser bisogno, come alcuni ricchiedevano, d'un
procuratore mandato espresso per nome di quelli che fanno la dimanda, come fu
nel concilio basileense, perch'allora essendo solo tutt'un regno che
ricchiedeva la grazia, poteva mandar procuratore, ma adesso non è un popolo o
una nazione sola, ma un infinito numero disperso in diverse nazioni; né doversi
maravigliare che la petizione sia prima stata presentata e non impetrata dal
pontefice: perché il papa prudentemente aveva rimesso il tutto alla sinodo, per
serrar la bocca agl'eretici, che non vogliono ricever le grazie da quella Sede,
e per non parer di derogar all'autorità del concilio di Costanza, essendo
conveniente che l'uso del calice, levato da un concilio generale, fosse
permesso per definizione d'un altro, et ancora per dar riputazione alla sinodo,
alla quale era conveniente rimetter questa deliberazione atta a levar le
discordie della Chiesa; ma bene che egli aveva lettere da Roma che il papa
riputava la dimanda onesta e necessaria e pigliava in buona parte che se ne
facesse instanza al concilio. Poi presentò l'articolo sopra il calice, come
desiderava fosse trattato, e conteneva in sostanza che fosse conceduto a' Stati
dell'imperatore, in quanto comprendono la Germania tutta e l'Ongaria. Quale
leggendosi in congregazione, s'eccitò strepito de' prelati e si vidde, in
molti, segni manifesti di voler contradire: furono acquettati per allora con
dirgli che averebbono potuto dir il loro parer quando fossero corsi i voti.
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