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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro sesto
    • [I legati si risolvono di rimettere il negozio del calice al papa]
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[I legati si risolvono di rimettere il negozio del calice al papa]

Finiti i voti e volendo li legati dar sodisfazzione all'imperatore, né apparendo come si potesse far nel concilio, prevalendo la parte della negativa, risolverono d'operar che si rimettesse al papa, sperando che col mezo d'officii si potessero condur parte de quei della negativa in questa sentenzia come media; e diedero carico a Giacomo Lomelino, vescovo di Mazzara, et a quello di Ventimiglia che si adoperassero con destrezza e circonspezzione, et essi medesimi legati parlarono per la parte remissiva a' tre patriarchi, quali anco persuasero, e per loro mezo restarono acquistati tutti quei del dominio veneto, numero molto considerabile. Racquistato il numero che parve bastante, credettero aver superato le difficoltà; ridussero il negozio a questo punto di scriver una lettera al papa nella forma ordinaria, mandando nota de tutti li voti, e mentre pensano alla forma, Cinquechiese, risaputolo, si dicchiarò non contentarsi se non appariva qualche decreto nella sessione, allegando che, essendosi nella precedente riservato di trattar li 2 articoli, ora essendosi trattati e risoluti, è necessaria far apparire negl'atti della sessione la risoluzione. Il cardinale varmiense gli mostrò quanto era difficile e pericoloso proponer decreto, e che per venir al fine, lo consegliava contentarsi della lettera: al che non acquetandosi, in fine risolsero far un decreto da legger nella sessione; in quello egli voleva fosse detto che, avendo la sinodo conosciuto esser ispediente conceder l'uso del calice, rimetteva al sommo pontefice a chi e con che condizioni concederlo. Da' legati gli fu mostrato che molti della parte remissiva erano di quell'opinione per non esser certi se fosse ispediente, li quali tutti sarebbono stati contrarii al decreto; e che non si poteva spontare questo passo di far dicchiarar la concessione per ispediente, anzi anco tenendo questo, era ben lasciar, con l'interposizione d'una settimana, intepidir tanto fervore. Il Cinquechiese s'acquetò e fu proposto, differito il capo del calice, attendere a stabilire il decreto del sacrificio, per insinuarsi con quello ad introdur proposta della communione. S'attraversò varmiense, il qual persuaso da' giesuiti Lainez, Salmeron e Torres proponeva una altra forma di decreto del sacrificio in materia dell'oblazione di Cristo nella cena, e fu cosa difficile farlo desistere; finalmente, dopo esser stati quasi fuori di speranza d'esser in ordine per far la sessione al tempo destinato, nella congregazione de' 7 fu stabilito il decreto del sacrificio, essendo stato ricevuto dalla maggior parte, se ben Granata fece ogni opera per interpor impedimenti et allongamenti.

 

 




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