[Articoli di riforma proposti]
Dopo questo furono dati 10 articoli per
riformazione degl'abusi occorrenti nella messa, et altri 11 in diverse materie
di riforme, li quali furono a studio eletti di cose facili e non soggetti a
contradizzione e favorevoli all'autorità episcopale, acciò non venisse qualche
ritardamento per l'opposizione d'alcuno; e questo era molto ben noto agli
ambasciatori e prelati, che se ne dolevano ancora. Sopra questi s'incomminciò a
parlar il dí 9 settembre, et in brevi parole li prelati si spedirono, parlando
sino 40 per congregazione; non vi fu di singolare opposizione alcuna, ma ben il
Filadelfia disse la Germania esser in espettazione che nel concilio si
trattasse di cose gravi e d'importanza; nominò diverse, e fra le altre la
creazione de' cardinali e la pluralità de' beneficii. Gioanni Xuares, vescovo
di Conimbria, disse che non lodava il trascurar le cose minime, ma ben parer a
lui che la degnità della sinodo ricerchi che sia seguito qualche ordine
speciale, e che si vedi per qual causa siano proposti piú questi che altri
particolari; che la riforma doverebbe incomminciar dal capo, da quello passar
ne' cardinali, da' cardinali ne' vescovi e da questi negl'altri gradi;
altrimenti temeva che, trattandosi riforma nel modo incomminciato, s'averebbe
mosso lo stomaco a' catolici, et a' protestanti le risa. Parigi disse esser 150
anni che il mondo dimanda riforma nel capo e ne' membri, e sinora è stato
defraudato: sarebbe ormai tempo di mostrargli che si opera da dovero e non
simulatamente, che desiderava fossero uditi anco li francesi per i bisogni di
quel regno; che in Francia s'era fatta una riforma assai piú utile che la
proposta allora in concilio. Il vescovo di Sigonia disse che si faceva a guisa
del medico imperito, che ne' mali mortali dà un lenitivo overo onge d'oglio. Il
vescovo di Oreate disse che Sua Santità non doveva conceder tanta facoltà alla
cruciata et alla fabrica di San Pietro, in virtú de' quali ogni uno in Spagna
vuol messe in casa, e non moderando quella, le provisioni della sinodo saranno
vane; esser necessario fare una dicchiarazione che li decreti del concilio
generale obligano anco il capo; a che, essendosi levato sussurro, egli, fatto
segno di silenzio, soggionse: «Quanto alla virtú direttiva, non coattiva»; e
seguí dicendo che era necessario anco trovar via che non vi fossero liti, o
almeno non fossero tante e cosí longhe nelle cause beneficiali, che ciò
riusciva di gran dispendio, mancamento del culto di Dio e scandalo del popolo.
Il Cinquechiese parlò sopra il capo di conferir li vescovati, esponendo le
parole da lui dette, che si promovevano persone vili et indegne, dicchiarando
che l'abuso procedeva da' prencipi, che gli raccommandavano con instanza et
anco con importunità al papa, e che meglio sarebbono collocati ne' palafrenieri
di Sua Santità, e si dolse che le sue parole fossero sinistramente
interpretate.
L'agente spagnuolo, per nome del re, si
gravò di tanta autorità che a' vescovi si concedeva nel capo ottavo sopra
gl'ospitali, monti di pietà, luoghi pii ecc., particolarmente per il regno di
Sicilia, contra il privilegio che quel regno ha della monarchia anticamente: al
quale per sodisfare, da' legati fu aggionta al capitolo la clausula che riserva
li luoghi che sono immediate sotto la protezzione del re.
|