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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro sesto
    • [Articoli di riforma proposti]
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[Articoli di riforma proposti]

Dopo questo furono dati 10 articoli per riformazione degl'abusi occorrenti nella messa, et altri 11 in diverse materie di riforme, li quali furono a studio eletti di cose facili e non soggetti a contradizzione e favorevoli all'autorità episcopale, acciò non venisse qualche ritardamento per l'opposizione d'alcuno; e questo era molto ben noto agli ambasciatori e prelati, che se ne dolevano ancora. Sopra questi s'incomminciò a parlar il 9 settembre, et in brevi parole li prelati si spedirono, parlando sino 40 per congregazione; non vi fu di singolare opposizione alcuna, ma ben il Filadelfia disse la Germania esser in espettazione che nel concilio si trattasse di cose gravi e d'importanza; nominò diverse, e fra le altre la creazione de' cardinali e la pluralità de' beneficii. Gioanni Xuares, vescovo di Conimbria, disse che non lodava il trascurar le cose minime, ma ben parer a lui che la degnità della sinodo ricerchi che sia seguito qualche ordine speciale, e che si vedi per qual causa siano proposti piú questi che altri particolari; che la riforma doverebbe incomminciar dal capo, da quello passar ne' cardinali, da' cardinali ne' vescovi e da questi negl'altri gradi; altrimenti temeva che, trattandosi riforma nel modo incomminciato, s'averebbe mosso lo stomaco a' catolici, et a' protestanti le risa. Parigi disse esser 150 anni che il mondo dimanda riforma nel capo e ne' membri, e sinora è stato defraudato: sarebbe ormai tempo di mostrargli che si opera da dovero e non simulatamente, che desiderava fossero uditi anco li francesi per i bisogni di quel regno; che in Francia s'era fatta una riforma assai piú utile che la proposta allora in concilio. Il vescovo di Sigonia disse che si faceva a guisa del medico imperito, che ne' mali mortali un lenitivo overo onge d'oglio. Il vescovo di Oreate disse che Sua Santità non doveva conceder tanta facoltà alla cruciata et alla fabrica di San Pietro, in virtú de' quali ogni uno in Spagna vuol messe in casa, e non moderando quella, le provisioni della sinodo saranno vane; esser necessario fare una dicchiarazione che li decreti del concilio generale obligano anco il capo; a che, essendosi levato sussurro, egli, fatto segno di silenzio, soggionse: «Quanto alla virtú direttiva, non coattiva»; e seguí dicendo che era necessario anco trovar via che non vi fossero liti, o almeno non fossero tante e cosí longhe nelle cause beneficiali, che ciò riusciva di gran dispendio, mancamento del culto di Dio e scandalo del popolo. Il Cinquechiese parlò sopra il capo di conferir li vescovati, esponendo le parole da lui dette, che si promovevano persone vili et indegne, dicchiarando che l'abuso procedeva da' prencipi, che gli raccommandavano con instanza et anco con importunità al papa, e che meglio sarebbono collocati ne' palafrenieri di Sua Santità, e si dolse che le sue parole fossero sinistramente interpretate.

L'agente spagnuolo, per nome del re, si gravò di tanta autorità che a' vescovi si concedeva nel capo ottavo sopra gl'ospitali, monti di pietà, luoghi pii ecc., particolarmente per il regno di Sicilia, contra il privilegio che quel regno ha della monarchia anticamente: al quale per sodisfare, da' legati fu aggionta al capitolo la clausula che riserva li luoghi che sono immediate sotto la protezzione del re.

 

 




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