Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

IntraText CT - Lettura del testo

  • Libro sesto
    • [Difficoltà sopra la tenuta della sessione]
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

[Difficoltà sopra la tenuta della sessione]

Queste cose finite, erano angustiati li legati, non restando piú che 3 giorni alla sessione et avendo ancora tante cose irresolute, e massime quella che piú importava e dove ogni uno trattava con veemente affetto, cioè la materia del calice, quando un accidente fece quasi risolvere d'allongar il tempo della sessione. Questo fu che, avendo l'ambasciator di Francia in Roma fatto instanza efficace a nome del re col pontefice che facesse differir sino all'arrivo de' suoi prelati, il pontefice, quantonque non udisse cosa piú dispiacevole che parlar di prolongazione del concilio, cosí per propria inclinazione, come per commune de' cardinali e di tutta la corte che era in speranza et intenso desiderio di vederlo finito e dissoluto per tutto decembre, avendo nondimeno risposto, per non manifestar i suoi timori, che a lui niente importava, ma tutto doveva depender dalla libertà de' padri, li quali non era maraviglia se aborrivano la dilazione, risguardando la longa et incommoda dimora, a' travagli de' quali era giusto portar rispetto, e che egli non poteva, né doveva constringerli overo imporgli legge contra l'uso accostumato; che averebbe scritto a' legati l'instanza fattagli e dicchiaratosi quanto a sé di contentarsi della dilazione; che questo tanto si doveva da lui ricchiedere e doveva sodisfar il re; in questa sostanza scrisse, aggiongendo che usassero quella permissione come paresse piú raggionevole a' padri. La qual lettera, aggionto l'esser li decreti mal in ordine e quel che fu scritto dal Dolfino, noncio appresso l'imperator e l'instanza degl'imperiali, che non si publicasse il decreto della messa, fece inclinar parte de' legati a diferire. Ma Simoneta, che intese la mente del papa piú come era nel capo di quello, che come nella lettera espresso, tenne tanto fermo che si risolvé il contrario; et a Roma avisò quanto fosse pericoloso metter in dubio gl'ordini assoluti già dati di venire all'espedizione, con li condizionati per dar sodisfazzione di parole, prestando fomento a mal intenzionati d'attraversare le buone risoluzioni e mettendo sopra di loro carica che gli rendeva odiosi, gli faceva perder riputazione e rimaner inetti a far il servizio di Sua Santità. Fu anco Simoneta favorito dal buon evento, perché non essendovi opposizione di momento, fu stabilito il capitolo degl'abusi della messa con gli 11 della riforma, et il decreto della communione ebbe minor difficoltà che non si credette.

Alla prima proposta non passò, perché diceva che il papa, eziandio per voto et approbazione del concilio, facesse quello che giudicarà utile, e questo fu impugnato insieme da quelli che tenevano la negativa e da quelli della remissiva; cosa che indusse li legati a risoluzione di tralasciar afatto quella materia, e cosí deliberati ne fecero scusa con gli imperiali, poiché né dal pontefice, né da loro veniva il mancamento. Ricercarono gl'ambasciatori, che si proponesse levata la clausula del voto et approbazione; ma li legati, tenendo per fermo che questa proposta averebbe potuto causare dilazione nella sessione, si rendevano difficili per ciò. Gl'ambasciatori protestarono che, vedendo esser fatta cosí poca stima dell'imperatore, non erano per intervenire piú, né in congregazione, né in sessione, sin che Sua Maestà avisata avesse dato quegli ordini che convenivano alla degnità imperiale; onde li legati non solo si contentarono di proporla di novo, levata la clausula, ma promisero anco di far officio et adoperar altri ancora. Et il dopo, che fu precedente immediate quello della sessione, la proposta corretta passò per la maggior parte, se ben con contradizzione di tutti quelli della negativa, con grand'allegrezza de' legati e ponteficii, cosí perché la sessione non si prolongava, di che temevano grandemente, come anco perché pareva loro esser maggior degnità del papa che la grazia a chi desiderava il calice dependesse totalmente dalla autorità sua.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License