[Gli ambasciatori de' prencipi tengono
raunanza per formar querele e chieder seria riforma]
Ma gl'imperiali, se ben in questo
particolare assai ben satisfatti, vedendo che la sessione sarebbe stata
all'ordine e non si poteva piú impedir la publicazione delle cose del
sacrificio della messa, di che avevano già fatto instanza per nome
dell'imperatore, unitisi prima co' francesi, mal contenti perché l'ufficio
fatto in Roma per nome del re fosse rimasto inefficace, il medesimo giorno,
dopo il meridio, congregarono tutti gl'ambasciatori nella casa degl'imperiali,
dicendo voler consultare cosa a tutti i prencipi spettante. Li veneziani et il
fiorentino, chiamati, si scusarono non poter intervenirvi senza commissione
espressa de' loro signori. In quella congregazione il Cinquechiese con longo
discorso narrò che sino allora nel concilio non si era trattata cosa fruttuosa,
che s'era disputato vanamente de dogmi, non portando alcuna utilità
agl'eretici, che ostinati sono risoluti di non mutar opinione, né a' catolici,
che non ne hanno bisogno; e di riforma non sono proposte se non cose
leggierissime e di nissun momento, de' notarii, de' questori et altre tali;
vedersi chiaramente che li legati mirano di far anco la sessione seguente col
medesimo stile e dopo di quella proseguire, tirando inanzi il tempo con
dispute, con dottrine e canoni dell'ordine o del matrimonio o qualch'altra cosa
leggiera, per fuggir, secondo il solito, le cose sustanziali di riforma. E con
queste et altre raggioni ben amplificate persuase gl'ambasciatori ad unirsi
insieme et andar a' legati e far instanza che per quella sessione si
tralasciasse di parlare de' sacramenti e di far dottrine o canoni, perché ormai
era tempo d'attendere ad una buona riforma, levar tanti abusi e corregger li
mali costumi et operar sí che il concilio non sia infruttuoso. Il secretario di
Spagna non volle assentire, perché avendo intenzione il suo re che nel fine del
concilio almeno fosse decchiarata la continuazione, temeva pregiudicarsi,
quando fosse mutato il modo di proceder sino allora usato di trattar insieme la
dottrina e la riforma, poiché quella mutazione s'averebbe potuto adoperar per
argomento che il nuovo modo di proceder arguisce nuovo concilio. L'ambasciator
di Portogallo, con longa circuizione di parole inconcludenti, mostrando
desiderar riforma, ma volerla ottener con modi piú piacevoli, si ritirò dalla
compagnia. Il svizzero ancora, vedendo l'essempio di quei doi e considerato che
li veneziani non erano intervenuti, temendo di commetter errore, disse che
meglio sarebbe stato averci considerazione sopra di nuovo, prima che far
risoluzione: gl'altri tutti risolvettero di andare.
Parlò per tutti, cosí d'accordo, Lansac,
dicendo che da' loro prencipi erano mandati per assistere e favorire il
concilio e procurare che si procedesse pertinentemente, non con dispute della
dottrina, della quale, essendo tutti catolici nissun dubita et è superflua in
assenza di quelli che l'impugnano, ma per procurare una buona, santa et intiera
riformazione de' costumi; ma poiché, non ostanti tante loro remostranze,
vedevano che s'aveva voluto determinar li principali ponti della dottrina
controversi, senza toccar, se non leggiermente, la riforma, pregavano che la
seguente sessione fosse implicata solamente in quella e fossero proposti articoli
piú importanti, o necessarii che quelli di che s'era parlato sin allora. I
legati risposero nella forma che altre volte: il desiderio del papa e loro
esser di far il servizio di Dio e bene della Chiesa, e satisfar e gratificar
tutti i prencipi, ma non esser conveniente romper l'ordine sempre tenuto nel
concilio di trattar insieme la dottrina e la riforma; che le cose sino allora
fatte erano solo un principio; che avevano buona intenzione di far meglio; che
riceverebbono prontissimamente gl'articoli che essi ambasciatori gli
proponessero; maravegliarsi che di Francia non fossero stati mandati gli
articoli, deliberati a Poisí, al pontefice, il quale gl'averebbe approvati. Al
che replicò Lansac che, avendo il pontefice rimesso tutte le cose concernenti la
religione al concilio, i prelati francesi, quando fossero gionti, averebbono
proposto quelli e molte altre cose. Risposero li legati che sarebbono lí molto
ben venuti e piú volentieri ascoltati, ma non per questo conveniva differir la
sessione ordinata, perché in quella non era per trattarsi cosa pregiudiciale
alle proposte loro. Che li padri in gran numero erano risolutissimi di voler la
sessione; che il disgustargli era pericolo, e se con tanto loro incommodo
aspettavano in Trento quelli che a loro aggio differivano l'andata promessa,
non era giusto aggiongergli anco questo disgusto maggiore di volergli far
aspettare oziosamente. A questo ufficio destro non opponendosi con maggior
efficacia gl'ambasciatori, si andò a tener l'ultima congregazione per formar li
decreti, quali stabiliti, quando si fu per statuire il tempo e la materia per
la seguente sessione, Granata consegliava che s'allongasse il tempo, acciò i
francesi e polacchi avessero commodo non solo di venir, ma anco, arrivati,
d'informarsi, e che non si venisse a precisa decchiarazione di quello che si
doveva trattar, ma sí come altre volte s'era fatto, star sull'universale e
pigliar partito secondo le occorrenze; perché dovendo venir tante persone di
nuovo, non si poteva restar di creder che non portassero con loro emergenti,
per quali fosse necessario venir a nuove deliberazioni; et a questo parer li
spagnuoli e molti altri aderivano, e sarebbe stato approvato dall'universale.
Ma una voce sparsa, che fosse arrivato commandamento dal pontefice assoluto che
non si differisse piú de 2 mesi, si trattasse de' sacramenti dell'ordine e
matrimonio insieme, indusse li ponteficii a far instanza che il tempo non fosse
longato e che di tutti 2 li sacramenti si trattasse. Et i legati mostrarono
esser costretti per questo a far il decreto in conformità. Ma questo maneggio
ebbe due altre vere cause: una, la presta espedizione del concilio, che cosí
facendo pensavano poter ispedire con quell'unica sessione; l'altra, acciò a'
spagnuoli et altri fautori della riforma, molto occupati in quella materia di
fede, non restasse tempo di trattar cose importanti, e particolarmente
restassero impediti di promover o almeno d'insister sopra la residenza. Questo
punto stabilito, leggendosi tutti li decreti insieme, di nuovo si eccitarono le
contradizzioni e le contenzioni solite, che con difficoltà li legati potevano
fermar con buone parole. Durò la congregazione sino a 2 ore di notte, con poca
sodisfazzione delle parti e con scandalo de' buoni; tutto in fine si risolvé,
ma per la maggior parte de' voti, essendo poco minore quella che contradiceva.
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