[Quinto articolo, intorno allo spirito
dato et al carattere]
La terza classe nel quinto articolo non ebbe
minor varietà; e se ben tutti convennero che lo Spirito Santo era dato e
ricevuto nell'ordinazione, però altri dicevano che era dato in propria persona,
altri nel dono della grazia; sopra che fu disputato assai, ma piú da quei che
la grazia asserivano; era conteso se era data la grazia della giustificazione o
un dono per poter essercitare l'ufficio: quelli si fondavano perché tutti li
sacramenti danno grazia della giustificazione, questi perché un impenitente non
può receverla e pur riceve l'ordine. Ma del carattere, sí come tutti furono
concordi che nel sacerdozio sia impresso, cosí nel rimanente furono di varie
opinioni, dicendo alcuni che in tutti li sacri solamente, altri in tutti sette:
le qual opinioni da san Bonaventura sono stimate tutte probabili. Ad alcuni
piaceva la distinzione di Durando, che intendendo per carattere una potestà di
far alcun effetto spirituale, il solo sacerdozio l'ha, che solo può far opera
spirituale di consecrare e rimetter i peccati; gl'altri non l'hanno, poiché le
operazioni loro sono corporali, e cosí ben sono fatte dagl'ordinati come da
laici, eziandio senza minimo peccato veniale. Ma se per carattere s'intende una
deputazione ad un speciale ufficio, cosí tutti gl'ordini hanno il carattere
proprio. A questi era opposto che fosse opinione luterana contenuta nel primo
articolo, e però era necessario affermar in tutti un carattere proprio et
indelebile. Non mancò chi voleva trovarlo anco nella prima tonsura: l'argomento
di questi fu perché non si reiterano manco nel degradato, come bisognerebbe far
in quelli che non lasciano carattere impresso, e perché con questa l'uomo era
ascritto al chiericato e partecipe delle essenzioni et immunità ecclesiastiche,
né sarebbe possibile sostentar che il chiericato e l'immunità siano de iure
divino, se non dicendo che la prima tonsura sia divina instituzione. Del
vescovato maggior fu la controversia, e si rinovò la questione se è uno
degl'ordini, perché avendo due proprie operazioni cosí insigni, confermare et
ordinare, è necessaria la potestà spirituale, che è il carattere, senza la
quale l'ordinazione o confermazione non averebbono il suo effetto. I prelati
che stavano ad udire erano pieni di tedio, sentendo tante difficoltà, e
prestavano l'orecchia grata a quelli che dicevano doversi tralasciare e parlar
in termini universali, non senza mormorazione de' frati, che si stomacarono
udendo e vedendo in loro disposizione per definire articoli e prononciar
anatemi senza intender le materie et aborrendo chi gliele esplicava.
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