[Sesto articolo, intorno all'onzione et
altre ceremonie]
Nel sesto articolo tutti con una voce
dannarono li luterani d'aver detratto alle onzioni e ceremonie nel conferir
gl'ordini: volevano alcuni che fossero distinte le necessarie, che appartengono
alla sostanza del sacramento, sí come nel concilio fiorentino fu fatto, e si
dicchiarasse eretico chi senza di quelle asseriva potersi dare o ricever
l'ordine; e quanto alle altre, con universali parole fosse condannato chi le
chiamasse perniciose. Per questo molta contenzione nacque qual fossero le
necessarie e quali le aggionte per maggior decoro o divozione. Parve che molto
al proposito parlasse Melchior Cornelio portughese, il qual considerò esser
cosa certa che gl'apostoli nell'ordinare usavano le imposizioni delle mani, sí
che mai nella divina Scrittura si legge alcuna ordinazione senza questa
ceremonia; quale ne' tempi seguenti anco tanto fu stimata essenziale che
l'ordinazione veniva con quel nome chiamata; con tutto ciò Gregorio IX la dice
rito introdotto dagl'apostolici, e molti teologi non l'hanno per necessaria, se
ben altri sono di contraria opinione. L'onzione ancora si vede, dalla decretale
d'Innocenzo III in questa materia, che in tutte le chiese non era usata; e li
celebri canonisti ostiense, Giovanni Andrea, l'Abbate et altri affermano che il
papa può ordinar un prete con la sola parola, dicendo: «Sii sacerdote»; e quel
che piú importa, Innocenzo, padre di tutti li canonisti, dice universalmente
che, se non fossero le forme ritrovate, basterebbe che l'ordinatore dicesse:
«Sii sacerdote», o altre parole equivalenti, perché le forme che si osservano,
la Chiesa le ha ordinato dopo; e per queste raggioni il Cornelio consegliò che
non si parlasse di ceremonie necessarie, ma solamente fossero condannati quelli
che le hanno per superflue o perniciose.
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