[I legati perplessi scrivono al papa]
Dopo le quali li legati, ritrovandosi in
obligo di proponer la riforma, finite le dispute, considerato che particolari
si potessero propor non pregiudiciali e di sodisfazzione, si trovarono molto
impediti, poiché tutto quello che fosse grato agl'ambasciatori, sarebbe stato o
dannoso alla corte, o di disgusto a' vescovi; né si poteva metter mano a cosa
grata a' vescovi, che non fosse o di pregiudicio a Roma o a' prencipi. Fu la
loro risoluzione d'ispedir un corriero al papa et aspettar risposta, e fra
tanto portar in longo col far parlar li prelati nella materia dell'ordine. In
particolare alla Santità Sua diedero conto della contenzione che prevedevano
sopra l'articolo della superiorità de' vescovi, attesa la petizione de' prelati
spagnuoli e l'ingresso fatto da loro teologi; e se ben non sapevano preveder
dove volessero capitare, nondimeno osservando la veemenza dell'instanza e
sapendo quanto i spagnuoli tengano le mire da lontano, non potevano se non
sospettare. Gli raccordarono esser il tempo che s'era promesso di parlar della
residenza e che già se n'era sentito qualche motivo, e l'arcivescovo di Messina
aveva ricercato quelli di Cipro e Zara per intender qual sarebbe stata la loro intenzione,
quando fosse stata proposta; e molte prattiche si subodoravano, se ben non si
poteva penetrar il fondo; che essi avevano già ordinato ad Otranto et a
Ventimiglia di scoprir con destrezza come la sentivano li prelati, quando si
fosse proposto di rimetter a Sua Santità; che fatto accurato scandaglio,
trovarono che sarebbono stati 60 rigidamente contrarii, con poca speranza che
con officii se ne potesse rimover alcuno; e se ben a loro instanza il
secretario del marchese aveva fatto officii efficaci co' spagnuoli, non aveva
riportato se non che non erano per oporsi con acerbità, ma dir il voto loro
piacevolmente e senza strepito; che sapevano la maggior parte, per depender da
Roma, esser di contraria opinione, ma dovevano almeno sgravare la conscienza
loro; che ben sapevano non esser questo contrario a Sua Santità, della cui
ottima e santissima mente erano certi, ma ben a' vescovi che gli stanno
appresso. Aggionsero anco che li medesimi spagnuoli, avendo presentito
trattarsi di rimetter a Sua Santità, dicevano essersi fatto il medesimo
dell'uso del calice et esser vano far concilio per trattar quello che niente
importa, e quello che merita provisione rimetterlo. Avisarono della promessa
fatta agl'ambasciatori di proponer la riforma e l'impossibilità che era di
portar piú in longo; et avendosi qualche aviso della venuta di Lorena e de'
francesi et insieme intendendosi che verranno pieni di concetti e dissegni di
novità, concludevano potersi tener per fermo che si uniranno co' mal sodisfatti
che troveranno in Trento. Perilché, in tante ambiguità de consegli, non sapendo
pigliar partito, avevano deliberato aspettar li commandamenti di Sua Santità.
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