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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro settimo
    • [Trattato del Condé co' tedeschi, i quali rifiutano il concilio]
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[Trattato del Condé co' tedeschi, i quali rifiutano il concilio]

Come prima la dieta si congregò in Francfort, il prencipe di Condé mandò non solo a ricercar aiuto da' prencipi protestanti, ma anco per trattar unione degl'ugonotti con quelli della confessione augustana et in particolare per giongersi insieme a ricchieder un concilio libero e nuovo, dove fossero retrattate tutte le cose risolute in Trento, dando speranza che anco i francesi della vecchia religione catolica, sarebbono a questo convenuti, poiché era stato promesso all'ambasciator di Francia, che fu poi creato cardinale e chiamato della Bordissiera, che cosí si sarebbe fatto. Ma li tedeschi protestanti erano alienissimi da concilio, mentre che potessero senza quello aver pace in Germania; e però fu allora stampato in Francfort un libro molto pieno delle iscusazioni e raggioni loro perché non erano intervenuti, né volevano intervenire a Trento, con protestazione della nullità di tutto 'l fatto e che si farebbe in quel luogo.

Il re fu prima onto e coronato re di Boemia in Praga, in presenza dell'imperatore, suo padre, da quell'arcivescovo, che da Trento era andato in Boemia ad effetto di quella ceremonia, acciò il re avesse voto in dieta imperiale. Et andati a Francfort, fu necessario aspettar che li canonici di Cologna eleggessero l'arcivescovo, ché quella sede era vacante; onde li prencipi adunati ebbero gran tempo di trattar diverse materie, essendo restati sempre congregati in Francfort per aspettar che s'empisse il numero settenario con la coronazione in Boemia et elezzione in Cologna. Queste cose diedero gran pensiero in Roma, e si temeva che da quella dieta non fosse mandato a Trento a protestare e che non fosse usata qualche nuova forma nella coronazione, abolita la vecchia, che mostrasse inclinazione di partirsi dall'antichi riti, o dal nuovo re fosse fatta qualche promessa pregiudiciale alla potestà ponteficia. L'imperator, nondimeno, et il re usarono somma destrezza a divertire che non si trattassero cose della religione in piena dieta inanzi l'elezzione, la qual successe il 24 novembre, et il ultimo la coronazione, nella quale gl'elettori et altri prencipi protestanti stettero alla messa sin che fu detto l'Evangelio, e poi uscirono; questo tanto vi fu di nuovo, ché del rimanente fu dato il luogo al noncio ponteficio sopra gl'elettori et agl'altri ambasciatori sotto di essi imperò, fatta l'incoronazione, incomminciò Cesare a pratticare con alcuni de' protestanti che aderissero al concilio di Trento; li quali, per non esser prevenuti, congregati insieme presentarono all'imperatore la risposta promessa già 20 mesi all'ambasciaria di Sua Maestà nel convento di Namburg e differita sino allora; nella quale, esposte le cause perché in molte diete imperiali passate avevano appellato et appellavano di nuovo ad un concilio libero, soggionsero le condizioni che tenevano necessarie, con le quali s'offerivano di consentire ad intervenir ad un futuro concilio generale. Queste erano 10:

1 Che sia celebrato in Germania.

2 Che non sia intimato dal papa.

3 Che egli non vi preseda, ma sia parte del concilio e soggetto alle determinazioni di quello.

4 Che li vescovi et altri prelati siano liberati dal giuramento prestato al pontefice, acciò possino liberamente e senza impedimento dire il loro parere.

5 Che la Scrittura divina sia giudice nel concilio, esclusa ogni autorità umana.

6 Che li teologi de' Stati della confessione augustana al concilio destinati abbiano non solo voce consultiva, ma deliberativa, e sia loro dato salvocondotto, non solo quanto alle persone, ma ancora quanto all'essercizio della religione.

7 Che le decisioni nel concilio non si facciano, come nelle cause secolari, per pluralità delle voci, ma siano preferite le megliori sentenze, cioè le regolate dalla parola di Dio.

8 Che gl'atti del concilio tridentino s'abbiano per cassi et irriti, essendo quello stato parziale, da una sola delle parti celebrato e non ordinato come fu promesso.

9 Che se nel concilio non seguirà concordia della religione, le condizioni di Passau restino inviolate, insieme con la pace di religione fatta in Augusta dell'anno 1555, qual resti valida et efficace e tutti siano tenuti osservarla.

10 Che sopra tutti gl'articoli predetti sia loro data cauzione idonea e sufficiente.

L'imperator, ricevuta la scrittura, promise d'adoprarsi per la concordia et operare in maniera che sia celebrato concilio, dove essi con raggione non potessero ricusare d'intervenire, purché dal canto loro deponessero gl'odii e gl'altri affetti contrarii alla pace cristiana; e s'offerí anco per questo d'andar in persona propria a Trento, risoluto di trasferirsi in Ispruc, finita la dieta: dove essendo lontano 4 picciole giornate dal concilio, averebbe potuto con brevità di tempo operare quanto fosse stato di bisogno.

 

 




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