[Sospetti del papa contra Cesare, e
suoi provedimenti]
Il pontefice, in quei giorni, pieno di
sospetto per l'andata in Ispruc ch'aveva publicato l'imperatore, giudicando che
non si movesse senza gran dissegni e senza certezza d'effettuargli, e però
credendo che avesse secreta intelligenza con Francia e Spagna, della quale
niente penetrando, non poteva far giudicio se non che fosse macchinazione
contra lui, andava pensando di trasferirsi esso ancora a Bologna, e di mandar 8
o 10 cardinali a Trento, di ristringersi maggiormente co' prencipi italiani e
di confermar bene li prelati suoi amorevoli in concilio, mentre trovava qualche
occasione che si dissolvesse o sospendesse; e per impedir la trattazione in
Trento di riformar la sua corte, in quei giorni s'adoperò assai in questo.
Riformò la rota, publicando un breve dato sotto il dí 27 decembre, con
ordinazione che nissun auditore possi venir alla definitiva, se ben in causa
chiara, non fatta la proposizione a tutto 'l collegio, eccetto se intervenisse
il consenso delle parti; che le sentenzie pronunziate ut in schedula
siano prodotte tra 15 giorni; che le cause degl'auditori o loro consanguinei e
parenti sino al secondo grado o famigliari non siano conosciute in ruota; che
non constringano le parti a ricever avvocato; che non si faccia decisione
contra le stampate, se non con 2 terzi de' voti; che siano tenuti a rimetter
qualonque causa dove si scuopra sospezzione di delitto. Fece nella medesima
bolla una tassa della moderazione delle sportule. Riformò ancora con altre
bolle publicate il primo di genaro seguente la segnatura di giustizia, li
tribunali di Roma, l'ufficio dell'avvocato fiscale, ordinando le sportule che
dovessero avere. Ma tanto fu lontano che per queste provisioni cessassero le
consuete estorsioni, che anzi dalle transgressioni di questi nuovi ordini
s'imparò a violar anco li vecchi che erano in qualche uso.
I corteggiani romani, riputando che i
catolici in Francia avessero avuto intiera vittoria e che li protestanti
fossero afatto annichilati, erano allegri, credendo che essendosi ottenuto con
le armi quello che s'aspettava dal concilio, quanto alla Francia, non dovendo
aver piú risguardo alla Germania che gl'aveva protestato contra, cessassero
totalmente le cause di far concilio e si potesse sospenderlo o differirlo, e
liberar loro dal travaglio che ogni settimana sentivano crescer per le novità
che da Trento avvenivano. Il pontefice non vi fece gran capitale sopra, perché,
ben avisato che le forze de' catolici non erano accresciute, né quelle de'
ugonotti diminuite e che quella giornata darebbe occasione ad ambe le parti di
trattar di pace, che non poteva esser senza pregiudicio suo e senza dar materia
in Trento a maggior novità, restava con maggior timore e molestia che prima.
Con questo stato di cose finí l'anno 1562, avendosi in Trento tenuta
congregazione il dí 30 del mese, dove fu deliberato di prolongar e statuir il
giorno della sessione per altri 15 giorni.
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