[Il papa crea nuovi cardinali, e forma
de' canoni dell'instituzione de' vescovi e della podestà del papa]
Ma in Roma arrivò il primo di genaro
Vintimiglia, fatto il viaggio in 7 giorni. Presentò al pontefice le lettere et
espose la sua credenza, e diede conto de' pensieri e varii fini che erano in
concilio e degl'umori diversi, e del modo come pareva a' legati et agl'altri
buoni servitori di Sua Santità che dovessero pigliare e maneggiare le difficoltà.
Tenne il pontefice congregazione il terzo giorno, diede conto della relazione
di Vintimiglia, mostrò sodisfazzione della diligenza e prudenti azzioni de'
legati, e lodò la buona volontà di Lorena, et ordinò che si consultasse sopra
il capo dell'instituzione de' vescovi, che stringeva allora principalmente. Il
giorno 6, anniversario della coronazione sua, tenne un'altra congregazione,
nella quale publicò cardinali Ferdinando de Medici e Federico Gonzaga: quello
per consolar il padre della miserabil morte d'un altro figliuolo cardinale, e
questo per gratificar il legato Mantova e gl'altri della casa strettamente seco
congionti, per il matrimonio d'un nipote del legato e della sorella del
cardinale Borromeo; non intermettendo però il pontefice d'intervenir alle
consulte delle cose conciliari, nelle quali, dopo longa discussione, fu
risoluto di scriver a' legati che il canone dell'instituzione de' vescovi fosse
formato con dire che li vescovi tengono nella Chiesa luogo principale
dependente dal romano pontefice, e che da lui sono assonti in partem
sollicitudinis. E nel canone che della potestà del papa era introdotto, si
dicesse che egli ha autorità di pascer e regger la Chiesa universale, in luogo
di Cristo, dal quale gli è stata communicata tutta l'autorità come vicario
generale; ma nel decreto della dottrina estendessero le parole del concilio
fiorentino, le quali sono che la Santa Sede apostolica et il romano pontefice
ha il primato in tutto 'l mondo et è successore di san Pietro, prencipe
degl'apostoli, e vero vicario di Cristo, capo di tutte le chiese, padre e
maestro di tutti li cristiani, al qual in san Pietro da Cristo nostro Signore è
stata data piena potestà di pascere, reggere e governare la Chiesa universale;
soggiongendo che non si dipartissero da quella forma, quale teneva certo che
sarebbe ricevuta, perché, essendo tolta di peso d'un concilio generale, chi
vorrà opporsi si mostrerà scismatico et incorrerà nelle censure; le quali per
divina providenza essendo sempre state punite ne' contumaci con maggior
essaltazione della Sede apostolica, confidava che dalla Maestà Sua divina e da'
buoni catolici la causa della Chiesa non sarebbe abbandonata, e fra tanto
sarebbe ritornato il Vintimiglia, che in breve averebbe spedito con piú ampie
instruzzioni. Deliberò di trasferirsi a Bologna per esser vicino e poter
abbraciar le occasioni di finir o trasferir il concilio, le quali, prima che
gl'avisi giongessero a Roma, svanivano. Fece formar una bolla che, occorrendo
la morte sua mentre fosse assente, l'elezzione si facesse in Roma dal collegio
de' cardinali.
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