[Pace co' riformati in Francia]
A Roma andò aviso che il re di Francia
aveva fatto pace con gl'ugonotti, non sapendosi però ancora le particolari
condizioni; la qual cosa stimando che fosse proceduta per opera d'alquanti
prelati, che, quantonque non decchiarati apertamente protestanti, seguivano
però quella parte, deliberò il pontefice scoprirgli, solito a dire che maggior
danno riceveva dagl'eretici mascherati che da' manifesti; onde in consistoro
de' 31 marzo, avendo prima fatto legger la lettera scrittagli dall'imperatore e
la risposta da lui data, passò a narrarre le confusioni di Francia,
soggiongendo che il cardinale Sciatiglion, avendo deposto il nome di vescovo di
Beauvois e fattosi chiamar conte de Beauvois, s'aveva prononciato esso medesimo
privo del capello, attribuendo tutti li disordeni a lui, all'arcivescovo d'Ais,
al vescovo di Valenza et alcuni altri; le qual cose con tutto che fossero
notorie e non avessero bisogno di maggior chiarezza per venirne alla
decchiarazione, nondimeno ordinava che li cardinali preposti all'Inquisizione
procedessero contra di loro. Al che avendo risposto il cardinale di Pisa che vi
fosse bisogno di propria e special autorità, ordinò il pontefice che si facesse
una nuova bolla, la qual fu data a' 7 d'aprile e conteneva in sostanza: che il
pontefice romano, vicario di Cristo, al qual egli ha racomandato le sue
pecorelle da pascere, di invigilare per ridur li sviati e rafrenar col timor di
pene temporali quelli che non si possono acquistar con le ammonizioni, che egli
dal principio della sua assonzione non ha tralasciato d'esseguir questo carico;
con tutto ciò alcuni vescovi, non solo sono caduti in errori ereticali, ma
favoriscono ancora gl'altri eretici, oppugnando la fede. Al che per provedere,
commanda agl'inquisitori generali di Roma, a' quali altre volte ha commesso
l'istesso, che procedino contra questi tali, eziandio vescovi e cardinali,
abitanti ne' luoghi dove la setta luterana è potente, con facoltà di potergli
citar per editto in Roma, o veramente a' confini delle terre della Chiesa, a
comparer personalmente e, non comparendo, proceder inanzi sino alla sentenza,
la qual egli prononcierà in consistoro secreto. Li cardinali, esseguendo il
commandamento del pontefice, citarono per editto a comparer personalmente in
Roma per espurgarsi dall'imputazione d'eresia e de fautori d'eretici Odeto
Coligní, cardinale di Sciatiglion, Sanroman, arcivescovo d'Ais, Gioanni Monluc,
vescovo di Valenza, Giovanni Antonio Caracciolo, vescovo di Troia, Giovanni
Barbanson, vescovo d'Apame, Carlo Gilar, vescovo di Sciartres.
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